Sabato 23 Novembre 2024 - Anno XXII

Buon compleanno, Ötzi!

Il 19 settembre del 1991, a cavallo del confine italo-austriaco, veniva rinvenuto il corpo mummificato di un uomo, morto oltre cinquemila anni prima. Da oltre dieci anni la mummia “riposa”, ed è visibile, nel Museo di Bolzano

Ritrovamento di Ötzi
Ritrovamento di Ötzi

Tanto per cominciare, ha più di un nome. Il primo è stato “Uomo del Similáun” che è poi il ghiacciaio nel quale l’hanno trovato, a 3.200 metri d’altitudine, il 19 settembre del 1991. Ötzi, oggi  nome ufficiale, deriva invece dalle Alpi dell’Ötztal che si trovano tra il giogo di Tisa e l’Hauslabjoch, nell’alta Val Senàles, a cavallo fra Italia e Austria. C’è poi il nome scientifico di Homo Tirolensis, accanto alla definizione romantica di “Uomo venuto dal ghiaccio”.
Niente male dunque l’onomastica di questo antico abitante alpino che rappresenta, per sé stesso e per gli oggetti rinvenuti accanto alla sua mummia, la più importante scoperta archeologica del secolo da poco iniziato.

Un cacciatore coraggioso

Memoriale nel punto in cui è avvenuto il rinvenimento
Memoriale nel punto in cui è avvenuto il rinvenimento

Vissuto tra le foreste delle Alpi di 5300 anni fa, Ötzi non se la passava forse tanto male, pur se la sua era una vita di disagi e sacrifici. Gli esperti assicurano che il clima, all’inizio  dell’età del rame, era ragionevolmente temperato.
Il verde delle vallate alpine, su fino ai piedi delle vette più elevate, si presentava intenso, a tratti rigoglioso. Addirittura vi erano zone umide nelle conche del fondovalle ricche di erbe palustri, di insetti, di bestie feroci. Lui, lasciate le capanne delle basse quote, si era inerpicato verso le vette che fungono da spartiacque fra l’odierno Alto Adige e l’Austria, a caccia di cervi, daini, stambecchi, caprioli, consapevole del rischio che correva quando si allontanava dai luoghi in cui viveva: quello di incontrare orsi, lupi, linci e chissà quali altri animali pericolosi.
I parchi protetti non esistevano e la vita era una continua avventura per la sopravvivenza. Il corpo di Ötzi lo testimonia: i segni degli incidenti subiti e delle malattie che lo hanno afflitto sono numerosi, senza dubbio dovuti ai profondi disagi quotidiani.

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“Studiato” dagli scienziati a Innsbruck

Scienziati al lavoro
Scienziati al lavoro

I molti scienziati di fama mondiale che ne hanno studiato per anni il corpo all’Università di Innsbruck, fra loro anatomo-patologi, radiologi, biologi, ematologi, dermatologi, parassitologi ecc., si sono accorti che soffriva di artrite e aveva le ossa del bacino e della nuca davvero mal ridotte, assieme a otto costole spezzate;
presentava poi una calcificazione dell’aorta e della carotide dovuta al colesterolo, una cisti al midollo, un dito del piede assiderato e i denti erano in parte consumati per abrasione silicea, con tutta probabilità per la sabbia contenuta nell’impasto del pane che mangiava.

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