Ingrid Betancourt, nata nel 1961, di nazionalità francese e colombiana, è stata deputato e poi senatore in Colombia, dove conduce una lotta incessante e coraggiosa contro la corruzione e i narcotrafficanti.
È stata rapita dalle FARC nel 2002, quando era candidata alla presidenza della Repubblica. Prima di ricevere questa lettera, la famiglia non aveva sue notizie né prove della sua esistenza in vita dall’estate del 2003.
Oggi con soddisfazione, Mondointasca, segnala e ripropone la Lettera dall’inferno perché questa mattina, 3 luglio 2008, con gioia il mondo ha accolto la notizia della liberazione di Ingrid Betancuort, da parte dell’esercito colombiano, con altri 14 ostaggi. Una prigionia che per la ex candidata presidenziale è durata 6 anni 4 mesi 10 giorni.
«Leggi questa lettera. Leggila bene. La voce che ti parla ti terrà sveglio la notte.»
Con queste parole inizia la prefazione di Elie Wiesel a Lettera dall’inferno a mia madre e ai miei figli. E continua: “La sua solitudine, la nostalgia dei suoi cari, la sua angoscia così vicina alla disperazione. (…) I suoi carcerieri stanno facendo tutti gli sforzi per privarla dei suoi doni, l’intelligenza e la sensibilità. Vogliono isolarla… cercano di farla impazzire. Ma Ingrid Betancourt resta lucida… coraggiosa fino all’eroismo. Libera”.
Il testo della lettera è stato scritto il 24 ottobre 2007 da Ingrid Betancourt. Il suo sequestro è avvenuto il 22 febbraio 2002 da parte delle FARC, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, che tengono in ostaggio, da anni, diverse altre centinaia di persone. Sono le lettere indirizzate alla madre, Yolanda Pulecio, ai suoi figli Mélanie e Lorenzo, e alla sua famiglia.
Il manoscritto, dodici pagine vergate con una calligrafia regolare e densa, accompagnato da un video e da alcune foto, è stato sequestrato in occasione dell’arresto di alcuni guerriglieri a Bogotá. Una copia è stata trasmessa dal governo colombiano alla famiglia di Ingrid nel dicembre 2007. Questa è la prima traduzione integrale e autorizzata del documento.
La lettera di Ingrid Betancourt è accompagnata dalla risposta dei suoi figli, Mélanie e Lorenzo, che si sono battuti e impegnati con ogni mezzo per la liberazione della madre.
La fiducia, l’impegno a tenere alta la tensione, la forza con cui la famiglia e non solo hanno perseguito nella ricerca di una possibile trattativa, senza mai perdere la speranza è stata premiata. Per i militari dell’esercito colombiano che hanno effettuato il blitz è stato indispensabile l’aiuto di esperti ameriani e israeliani. La ricerca e l’individuazione del campo nella giungla è partita da una inercettazione telefonica.
Oggi Ingrid Betancourt ritorna ad essere figlia e madre. Ma soprattutto una donna libera, pronta a lottare per le sue convinzioni e per il suo Paese.
Per il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, Ingrid Betancourt, la donna tornata dall’inferno, sarebbe un’eccellente candidata al Nobel per la Pace. “E’ un simbolo vivente di come la pace, la moderazione, un messaggio di riconciliazione possano essere diffusi in tutto il mondo”, ha dichiarato Frattini.