Al pubblico stanco di andar per mostre di pittura e alla ricerca di proposte diverse dal solito, Padova e Ferrara offrono da pochi giorni due singolari eventi espositivi. Nella città estense, nel cortile del castello, accanto alla mostra dedicata a Garofalo è aperta una rassegna fotografica che ne documenta l’allestimento. A Padova, invece, al museo degli Eremitani, disegni e testimonianze raccontano il lavoro di Giuseppe Jappelli, architetto padre del noto Caffè Pedrocchi.
Dall’urbanistica dell’Ottocento alla visione contemporanea del “backstage” di un’esposizione, le due iniziative hanno il vantaggio di offrire un differente punto di vista, la ricerca delle origini, su due luoghi già conosciuti al pubblico.
L’Ermitage arriva a Ferrara
Ferrara ha inaugurato lo scorso aprile la prima mostra ufficiale della Fondazione Ermitage Italia, nata dalla collaborazione del Comune con il museo russo. “Garofalo. Pittore della Ferrara Estense”, nelle stanze del castello storico, è accompagnata dal 29 maggio da “L’altra mostra”, fotografie dell’allestimento di Costantino Ferlauto, Matteo Sauli e Andrea Scardova.
Nel cortile del castello, prima o dopo della visita alle tele del Garofalo, il pubblico può intrattenersi a osservare alcune delle fasi che precedono l’apertura di un’esposizione: il trasporto delle opere, l’organizzazione degli spazi in mostra, la collocazione di dipinti, quadri esplicativi, didascalie.
I tre fotografi sono stati chiamati a documentare il percorso di allestimento in 45 immagini: Ferlauto e Scardova a colori, Sauli in bianco e nero, a partire dal viaggio delle tele da San Pietroburgo a Ferrara sino alla disposizione delle luci. Insieme alle foto è stato realizzato anche un documentario, a cura di Dario Zanasi, dal titolo “Il ritorno di Garofalo, la mostra nascosta”.
Padova e il Caffè Pedrocchi per architetti e urbanisti
Ai cultori di urbanistica e architettura e a chiunque sia interessato alla storia del Caffè Pedrocchi è consigliata la mostra “Giuseppe Jappelli e la nuova Padova. Disegni del museo d’arte”. Vengono dai musei civici le tavole con i disegni e gli studi dell’architetto, circa un centinaio, sul progetto del caffè e di altri edifici.
A ricordare l’atmosfera in cui lavorava l’architetto, nella prima metà dell’Ottocento, intervengono anche ritratti a olio, busti, stampe, dello stesso Jappelli, di Pedrocchi e di altri protagonisti del tempo.
Jappelli aveva lavorato al macello comunale e al Caffè del centro e aveva in cantiere anche altri progetti, non tutti realizzati, per le carceri, l’università, il cimitero, la Loggia Amulea. Il suo edificio più noto resta il Caffè, collocato tra il municipio e il palazzo del Bo, nato dalla volontà dell’imprenditore Antonio Pedrocchi di ampliare la bottega originaria. Il piano terra della caffetteria fu inaugurato nel 1831, i piani superiori vennero ultimati nel 1842.
Il Caffè diventò presto il cuore e il simbolo della città ed è ancora oggi uno dei più noti richiami turistici del centro storico padovano. Per gli intenditori, importanti sono anche gli altri disegni e modelli architettonici di Jappelli esposti in mostra: testimonianza di un progetto più ampio di sviluppo dello spazio urbano.
L’altra mostra, dal 29 maggio al 6 luglio
Ferrara, cortile del castello estense
Orario: tutti i giorni 9.30-19.30
Per informazioni: Castello estense, tel. +39 0532 299233.
Per la mostra su Garofalo: www.mostragarofalo.it
Giuseppe Jappelli e la nuova Padova. Disegni del museo d’arte
Padova, Musei civici agli Eremitani
Dal 17 maggio al 4 novembre
Orario: da martedì a domenica, 9-19
Per informazioni: http://padovacultura.padovanet.it ,
tel 049 8204551