I temi del turismo etico e sostenibile sono entrati nei cataloghi dei tour operator italiani. Certo, non in tutti, in forme che a volte si rivelano di puro esordio, a volte di richiamo commerciale, a volte autentiche. Ma sono entrati. Lo dimostra l’ultima ricerca di Aitr, Associazione italiana turismo responsabile, sugli archivi di Astoi, Associazione tour operator, presentata qualche settimana fa in un incontro stampa a Milano. Aitr ha lavorato su 82 cataloghi di tour operator nazionali realizzando un’indagine simile a quella già condotta dieci anni fa sullo stesso tema. Risultato: tra le informazioni e le norme di comportamento richieste in vacanza, figurano il turismo responsabile e sostenibile, a volte con campagne mirate.
Maurizio Davolio, presidente di Aitr, si dice soddisfatto: “La sensibilità verso questi temi è cresciuta molto. È importante che sia segnalata sul catalogo e sul foglio di viaggio, perchè sono entrambi strumenti che il turista sicuramente legge prima di partire. Le segnalazioni e le norme di comportamento indicate hanno un grande valore educativo”.
La descrizione dell’offerta di viaggio può comprendere oggi regole da seguire sul posto, come la raccolta differenziata dei rifiuti o pratiche da evitare per ridurre l’impatto ambientale – ad esempio il rispetto del mare in crociera -. A volte il tour operator dichiara di avere strutture ricettive con cura al risparmio energetico, oppure organizza corsi di formazione in loco o raccolte fondi a favore di progetti di solidarietà. Ancora, lancia campagne contro il turismo sessuale e lo sfruttamento dei minori o attività in collaborazione con grandi enti internazionali come Unicef o Save the children. Certo, ci sono operatori a tutt’oggi insensibili e c’è il dubbio che alcune delle operazioni annunciate siano “operazioni di marketing, difficili da valutare e da verificare”, dice Davolio. Resta positivo il fatto che un richiamo ad etica, responsabilità e sostenibilità figuri nelle offerte di viaggio e d’altronde “è chiaro che i tour operatori hanno scopi diversi dai viaggi di turismo responsabile organizzati dalle associazioni”, osserva Davolio. “Per noi però è molto interessante questa contaminazione dell’offerta turistica, crediamo che sia comunque un vantaggio”.
Gli indicatori perchè un turista, alla lettura di un catalogo, possa orientarsi verso i tour operatori più attenti ci sono. Restano da verificare sul campo, ma ad esempio, “campagne associate a enti riconosciuti sono un buon segno, perchè si tratta di progetti affidabili”, dice Davolio, che aggiunge: “E’ molto positivo l’avvio della collaborazione con Astoi, che continueremo”:
La strada da fare per diffondere buone pratiche nel mondo dei viaggi è ancora lunga, per le stesse associazioni di turismo responsabile: “ci sono comportamenti da consigliare o da evitare a seconda del paese ospitante. A volte dare l’elemosina è disdicevole, a volte è utile; in alcuni paesi mercanteggiare è un rito, come nelle culture islamiche, in altri è una pratica che mette alle strette il venditore”.
Le ultime tendenze del mercato sono però un dato confortante: i viaggi che mostrano, anche solo in alcuni aspetti, una diversa attenzione all’etica sono un trend emergente. Lo conferma una ricerca dell’università degli Studi di Trento, realizzata, in realtà, su un campione già selezionato, la mailing list del Cts. L’indagine delinea tre profili, il turista responsabile “hard.path”, molto focalizzato, il potenziale “hard-path” e una figura intermedia, “soft path”, che mostra comunque un certo interesse verso uno dei tre temi, ambientale, sociale e culturale. Secondo la ricerca, insomma, esiste già una nicchia di mercato ben definita per il turismo responsabile e c’è un bacino definito “consistente” di turisti che hanno maturato una consapevolezza verso alcuni aspetti della sostenibilità.