Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Andy Warhol alla Fondazione Magnani Rocca

La villa di Mamiano di Traversetolo, nel parmense, ospita una raccolta di 140 opere del padre della pop art americana. In mostra la serie delle Marilyn Monroe, le sedie elettriche, le copertine della rivista Interview

Locandina della mostra
Locandina della mostra

Uno scenario quasi romantico accoglie l’ultima esposizione italiana dedicata a Andy Warhol, a Parma, alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo. Il grande parco alberato in stile inglese, la villa che ospita la collezione di Luigi Magnani, da Gentile da Fabriano a Giorgio Morandi, l’atmosfera da nobile dimora di campagna ospitano un corpus di 140 opere del padre della pop art americana. Un contrasto, non spiacevole, per la mostra che, aperta sino a metà luglio, porta per la prima volta a Parma la raccolta di opere di Andy Warhol della Fondazione Mazzotta di Milano, con alcune integrazioni di collezionisti privati. Sono esposti esemplari già visti nelle rassegne degli anni scorsi, ma anche pezzi rari, come la serie delle sedie elettriche, che difficilmente vengono concesse tutte insieme dal prestatore.
La mostra “Andy Warhol. The new factory” comprende opere dal 1956 sino agli ultimi lavori dell’artista, scomparso nel 1987. Di sicuro impatto la prima sezione: sullo sfondo la musica dei Velvet Underground, il gruppo legato a doppio filo a Andy Warhol, alle pareti fotografie di repertorio che ricordano colleghi, amici e  personaggi che sono passati dagli uffici-studio di New York, la “factory” e infine alcune copertine della rivista da lui fondata, Interview. Il visitatore che a questo punto non si senta bruciato dalla nostalgia o, tra i più giovani, incantato dal fascino retrò delle immagini, troverà le vere sorprese nelle sale successive: le serigrafie dedicate a Marilyn Monroe, fotografie riadattate e colorate, in modo da essere sempre uguali e sempre diverse tra di loro; i Flowers; le sedie elettriche; la Campbell Soup. 

Marilyn, 1967
Marilyn, 1967

Non mancano i ritratti più noti di Andy Warhol, quelli che hanno avviato la stagione della pop art, inglobando qualsiasi immagine nelle icone della società dei consumi. Quindi: Jackie Kennedy al pari di Mao, Paloma Picasso, Lenin, l’Ultima cena di Leonardo da Vinci e ancora Mick Jagger, Man Ray, i dieci ritratti degli ebrei del ventesimo secolo, la serie di cowboy e indiani, da John Wayne a Geronimo, del 1986.
Andy Warhol lavorava ai miti della società americana: persone e oggetti, sullo stesso piano perchè trasformati dai circuiti della comunicazione di massa. Il valore della pop art, prima negli Stati Uniti, poi in Europa con un’influenza mai più dimenticata nel mondo dell’arte, stava nell’aver capito che dai media, dalla pubblicità e dalla società dei consumi, si sarebbero decisi, d’ora in poi, nuovi canoni estetici. La vera opera d’arte era la coca-cola: “mentre guardi alla televisione la pubblicità della coca-cola, sai che anche il presidente beve coca-cola, Liz Taylor beve coca-cola e anche tu puoi berla. Una coca è una coca e nessuna somma di denaro può procurarti una cosa migliore di quella che beve il barbone all’angolo della strada”, diceva Andy Warhol. A questa intuizione in tempo reale del cambiamento in atto, Andy Warhol lavorò sperimentando tecniche e linguaggi diversi e non dimenticando le potenzialità del cinema, come documenta in mostra un video, montaggio di riprese originali realizzate alla factory. 

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La Fondazione Magnani Rocca
La Fondazione Magnani Rocca

“Perchè Andy Warhol? Perchè si tratta della prima volta per la cittadina e perchè abbiamo voluto accostare esposizioni d’arte contemporanea alle opere della collezione storica”, ha detto Simona Pizzetti, responsabile dell’iniziativa per la Fondazione Magnani Rocca. “Il nostro lavoro resta molto legato a didattica e divulgazione, abbiamo laboratori e visite guidate per i bambini, alla raccolta Magnani, e visite guidate per la mostra di Warhol. Oltre a un concorso per gli studenti delle scuole superiori”.
Chi entra nella villa per Andy Warhol, con un solo biglietto, può visitare anche la collezione Magnani che conserva dipinti di Gentile da Fabriano, Filippo Lippi, Carpaccio, Durer, Van Dick, Goya e per Ottocento e Novecento spazia da alcune opere di impressionisti sino a De Chirico, De Pisis, Alberto Burri e vanta una sezione di 50 tele di Giorgio Morandi, “un’antologia molto interessante perchè tocca tutte le tappe della ricerca artistica del pittore”, osserva Pizzetti. La Fondazione Magnani Rocca è a circa 17 chilometri da Parma, si raggiunge in auto ma è anche collegata da un autobus, dalla stazione ferroviaria cittadina.

Andy Warhol. The New Factory
Dal 16 marzo al 6 luglio
Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo, Parma
Orario: da martedì a domenica 10-18
Per informazioni: tel 0521 848327
Come raggiungere la Fondazione: in auto, da Bologna, uscita autostradale Parma centro, direzione Traversetolo; da Milano, uscita Parma ovest direzione Collecchio-Sala Baganza-Felino-Mamiano.
In autobus: linea Tep 12 per Traversetolo, dalla stazione ferroviaria di Parma. Corse ogni due ore, da lunedì a sabato; cinque corse al giorno la domenica. Numero verde: 800-977966

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