Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Spigolando tra turismo e dintorni

Sapevate che… Il debito netto di Alitalia (a fine gennaio) è salito a 1,28 miliardi e in scarsella sono rimasti (più elegantemente Borse.it del 3/3 scrive “la cassa è calata a …”) 282 milioni? Frattanto le azioni della Compagnia affondano che è un piacere (il 3/3, meno 4,63%) fin quando la quotazione non scenderà fino a quel 0.01 euro (si, un centesimo di euro, per la serie “come prendere per il sedere”) offerto già da tanto tempo da chi la vuole comprare (anzi, s-comprare, visto che a questo punto Alitalia sarebbe s-venduta). Unico motivo di soddisfazione: da che Borsa è … Leggi tutto

Spigolando tra turismo e dintorni

Sapevate che… Il debito netto di Alitalia (a fine gennaio) è salito a 1,28 miliardi e in scarsella sono rimasti (più elegantemente Borse.it del 3/3 scrive “la cassa è calata a …”) 282 milioni?

Frattanto le azioni della Compagnia affondano che è un piacere (il 3/3, meno 4,63%) fin quando la quotazione non scenderà fino a quel 0.01 euro (si, un centesimo di euro, per la serie “come prendere per il sedere”) offerto già da tanto tempo da chi la vuole comprare (anzi, s-comprare, visto che a questo punto Alitalia sarebbe s-venduta). Unico motivo di soddisfazione: da che Borsa è Borsa, contrariamente al termometro meteorologico, il valore delle azioni non può andare “sottozero”. E fu così che gli italiani – giunte le Azioni AZ a livello zero – finiranno di pagare di tasca loro le vaccate perpetrate dal paraStato ai danni della Compagnia di ex Bandiera.  

Sapevate che… La Telecom ha chiesto (e più volte sollecitato nonostante la segnalazione dei dolenti familiari) una autocertificazione a una cliente morta?
Ha fatto bene la defunta. E dovremmo imitarla. Alle insistenti e noiose telefonate di chi alle ore dei pasti ti rompe le balle per venderti un’enciclopedia o per farti cambiare utenza telefonica, niente di meglio che opporre un silenzio di tomba. 

Spigolando tra turismo e dintorni

Sapevate che… Adriano Biella, presidente dei Net di vendita, ha detto (TTG Newsletter) “Agenzie di Viaggi, specializzatevi di più”?
Ma mi faccia il piacere! La professionalità di titolari e impiegati (i cosiddetti banconisti) delle agenzie viaggi è ormai ridotta a zero o quasi. Ormai, perché, almeno un tempo, le agenzie viaggi (quelle oggidì definibili “storiche”, ne sono rimaste poche, e a loro se n’è aggiunto un numero mostruoso, chi dice settemila , chi arriva a diecimila, uno sconcio unico in  Europa) erano create e formate da professionisti con una certa passionaccia per i viaggi e quindi una certa conoscenza dei medesimi e della geografia. Il peggioramento della professionalità è avvenuto soprattutto per colpa di furbi che convincono uno sprovveduto (che ha fatto tutt’altri mestieri) a comprare un’agenzia “chiavi in mano”, dopodiché dovrebbero informarlo,  “fargli la pappa”, “tirarlo su”, assisterlo nel tran tran quotidiano e invece lo lasciano in braghe di tela ad affrontare clienti che spesso ne sanno più del “professionista” (si fa per dire) che sono andati a consultare. Per intelligente che sia, una parrucchiera (o una avvocatessa o una barista) non può passare dallo shampoo (o dal codice o dalla macchina del caffè) alla conoscenza del clima in Australia durante la “loro” estate, a sapere “cosa c’è” nel deserto della Namibia, spiegare “cosa si vede” sulle Ande. D’altro canto, se ciascuno di noi si ritrovasse ad aver comprato bell’e pronto un laboratorio di fisica nucleare o un laboratorio di energia nucleare, saremmo improvvisamente capaci di scindere l’atomo o di riconoscere un mobile Louis XIV da un bidone? Solitamente una piccola impresa commerciale (da dirigere personalmente) viene acquistata “chiavi in mano” da chi un minimo di quel mestiere già lo conosce. E se ad esempio si trattasse di una drogheria, alla commessa di quella bottega un minimo di dati merceologi sulla merce esposta le verrebbe impartito, talché se una “sciura” entra a comprare un detersivo o una scatoletta di tonno e chiede informazioni, qualcosa le viene risposto (c’è ad esempio del reclamizzatissimo tonno che molto probabilmente altro non è che pescecane e c’è tonno meno noto, “di nicchia”, fatto da specialisti, forse un filino più caro ma quantomeno – come si diceva del caffè durante la guerra – “tonno tonno”).
Ma nel settore del Turismo le cose da sapere sono tante, non bastano i dèpliants (e tanto meno basta consegnare al cliente il primo dèpliant che viene in mano o il programma di un tour operator alla moda solo perché portato da un leggiadro “venditore” con il gel). Se quanto sopra esposto non è condiviso, provi il  dubbioso a entrare in un’agenzia di viaggi (soprattutto, come detto, in quelle “nuove”) e chiedere dov’è Parigi: qualche possibilità di sentirsi rispondere “boh” non è da scartare con certezza.    

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Sapevate che… L’Italia turistica è stata bocciata dal World Economic Forum?
Secondo il Travel & Tourism Competitiveness Report 2008 della sullodata organizzazione, la Svizzera, l’Austria a la Germania sono le mète turistiche più competitive del mondo. Seguono a ruota, 5a e 7°, la Spagna e gli Stati Uniti.
Il Belpaese è solo 28°, preceduto (pure) da Malta ed Estonia, e riceve solo come contentino il riconoscimento di “sito culturale”. Per il resto è notte: prezzi non competitivi, scarso sviluppo, promozione non efficace. Ma c’è ancora chi crede di sistemare tutto a tarallucci e vino (più un carrettino siciliano, la pizza e un mandolino).

Sapevate che… Politicamente parlando, nonostante la sua eccezionale importanza, il Turismo è considerato la più sfigata delle realtà economiche del Belpaese?
Eh si. La prova? Si dia un occhio al “mercato delle vacche”, laddove si intende il mercanteggiamento (un do ut des da suk levantino) dei candidati da infilare nelle liste dei vari partiti. C’è di tutto, letterati e ciclisti, attricette e poeti, badanti e giocatori di lippa. Manca solo una categoria, qualcuno che bene o male sia collegato, coinvolto, appartenga al mondo del Turismo (che per inciso è oltretutto enormemente vasto, mica ci sono solo le agenzie viaggi). Morale, nel Belpaese (contrariamente al resto del mondo, dove l’industria turistica è considerata la prima in assoluto) il Turismo non conta nulla. Una prova “storica”? Quando c’era ancora il Ministero del Turismo, la poltrona ministeriale era un feudo democristiano e veniva regolarmente assegnata come contentino al più pirla della corrente più sfigata. Mah.

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