Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Acqua

Acqua di Bapsi Sidhwa, editore Neri Pozza, collana Le tavole d’oro, pagine 208, € 15,00. ” width=”177″ height=”270″> Acqua di Bapsi Sidhwa, editore Neri Pozza, collana Le tavole d’oro, pagine 208, € 15,00. Il libro traccia un ritratto incomparabile dell’India coloniale e di un ashram delle vedove in cui forza e debolezza, corruzione e onestà, vittime e carnefici si danno la mano. Acqua è la storia di una moglie bambina e della sua vita, prima triste e poi insignificante dopo la morte del marito. È la fotografia di tradizioni che in parte ancora oggi vivono nella società indiana. Chuyia aveva … Leggi tutto


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di Bapsi Sidhwa, editore Neri Pozza, collana Le tavole d’oro, pagine 208, € 15,00.
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Acqua
di Bapsi Sidhwa, editore Neri Pozza, collana Le tavole d’oro, pagine 208, € 15,00.

Il libro traccia un ritratto incomparabile dell’India coloniale e di un ashram delle vedove in cui forza e debolezza, corruzione e onestà, vittime e carnefici si danno la mano.
Acqua è la storia di una moglie bambina e della sua vita, prima triste e poi insignificante dopo la morte del marito. È la fotografia di tradizioni che in parte ancora oggi vivono nella società indiana.
Chuyia aveva sei anni il mattino in cui sua madre Bhagya ricevette in cucina la visita inaspettata di Somnath, suo marito. Seduta a gambe incrociate sul pavimento, Bhagya stava pestando il riso nel mortaio, quando Somnath era entrato e, dandosi una sistemata alla dhoti, al telo da notte tutto stropicciato, aveva sussurrato che la madre di Hira Lal, l’amico di famiglia rimasto vedovo a quarantaquattro anni, desiderava che Chuyia sposasse suo figlio.
Bhagya aveva sollevato l’orlo della sari e abbassato la testa per celare l’improvviso tumulto che si era impadronito del suo cuore, poi non aveva avuto nemmeno il tempo di protestare. Somnath aveva elencato tutti i vantaggi di quelle nozze: gli oroscopi di Chuyia e Hira Lal in perfetta sintonia; il fatto che la madre di Hira Lal non voleva la dote e avrebbe pagato lei tutte le spese della cerimonia; la possibilità di tener fede alla più pura tradizione braminica, per la quale una donna è riconosciuta come tale soltanto quando è unita al proprio marito e diventa una sumangali, una donna di lieto auspicio.
È trascorso qualche anno da quel mattino, e la piccola Chuyia si è sposata con Hira Lal. Poi un giorno Hira Lal è stato condotto sulle rive del Gange e lì ha liberato la sua anima. Da quel giorno Chuyia non può più indossare vestiti colorati e cuciti, ma soltanto una sari bianca, ha il cranio rasato ed è costretta a vivere lontano dai suoi, poiché è una vedova. Una donna, cioè, che nella cultura braminica non è più tale, visto che non può fare figli né servire il marito.
Eccola allora nell’ashram delle vedove, in compagnia di donne dalle teste rasate e i volti duri e allungati. C’è la flaccida Madhumati, la bella Kalayani, dal viso ovale e luminoso incorniciato da splendidi capelli neri; e c’è Gulabi, l’eunuco dai fianchi ondeggianti e dalle braccia sinuose, e Shakuntala, la sua liberatrice che ha abbracciato le idee di bapu Ghandhi, l’uomo che il governo inglese definisce un piantagrane.
Il libro ritrae magistralmente eunuchi elegantemente vestiti che maltrattano con ironia le idee del Mahatma Gandhi («Se gli intoccabili sono “figli di Dio”, allora gli eunuchi sono i Suoi figliastri!» dice a un certo punto Gulabi), e donne che si spogliano con pudicizia e malizia lungo i ghat, le gradinate che costeggiano i fiumi sacri.
L’autrice Bapsi Sidhwa, in Acqua riesce a incantare il lettore e a catturare la sua attenzione con una grande prova del suo stile, fatto di “humour e compassione”, e intrecciando la storia di Chuyia alle tante storie.

(Pi. Ricc.)
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