Il palazzo della Ragione di Padova ha un nuovo sistema di informazioni al pubblico tramite guide e postazioni multimediali. Disponibili al pubblico dal 17 ottobre sono stati annunciati totem con sistema touch screen, il video sensibile al semplice contatto con la mano, calotte insonorizzate per visitatori singoli, uno schermo al plasma e un’area destinata ai gruppi. Più tradizionali sono le audioguide per il visitatore che vuole spiegazioni in loco durante il percorso di visita e un volume pubblicato da Skira sul palazzo duecentesco.
Il sistema di fruizione integrata, così viene definito in gergo, è stato realizzato da comune di Padova-assessorato ai Musei, Politiche Culturali e Spettacolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Fischer Italia. Gli strumenti di divulgazione combinano filmati, ricostruzioni storiche, interviste, animazioni, con testi tradotti in italiano e inglese. L’obiettivo è quello di utilizzare il vantaggio di tecnologie interattive per raccontare una storia antica: si sceglie il mercatino medievale in costume, il rito punitivo dei deibitori insolventi presso la pietra del vituperio, le simulazioni in cui gli stessi personaggi delle scene affrescate nel salone “prendono vita” per dialogare con il pubblico o per agire.
Ideale per i bambini, ma studiato per un ampio pubblico, adulti,
italiani e stranieri, il sistema si aggiunge al lavoro di restauro
dell’edificio che hanno interessato, ad oggi, le decorazioni
pittoriche, il cavallo ligneo e parte della struttura. Per il tribunale
della città i lavori di recupero non sono ancora finiti e sono
attualmente in corso per le facciate Nord ed Est, ma il progetto dovrà
coinvolgere in futuro anche i portici e le gallerie.
Costruito nel
Duecento, trasformato nel corso dei secoli per via di rovine, incendi e
ristrutturazioni che ne videro cambiare l’aspetto più volte, il palazzo
della Ragione resta uno dei monumenti più importanti per la storia
della città per quanto meno considerato dal turismo di massa. Gli
affreschi interni, la volta, i diversi simboli che parlano di riti e
credenze medievali, oltre che delle pratiche giudiziarie di allora,
potrebbero essere nuova destinazione di visita per i padovani e per i
tanti viaggiatori che capitano in città per una mostra, in
pellegrinaggio alla chiesa di Sant’Antonio o per passeggiare nello
storico centro universitario.
