Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

Appello emiliano per i caprioli

Il Centro di recupero animail selvatici chiede ai visitatori del parco regionale di Carrega di non toccare i cuccioli nel bosco. Per evitare che la madre non ne riconosca più l’odore

Un cucciolo nell'erba
Un cucciolo nell’erba

Dieci nuovi cuccioli di capriolo in soli dieci giorni sono arrivati al Centro di recupero animali selvatici “Casa Rossa” del parco regionale Boschi di Carrega in Emilia Romagna che subito ha voluto lanciare una campagna di sensibilizzazione a tutela dei piccoli. L’appello “Se vuoi aiutarmi, non toccarmi…!” viene diffuso ogni anno in primavera, un periodo di forte rinnovamento della natura e di nascite degli animali selvatici.
A differenza di quanto comunemente si può credere, l’allevamento artificiale dei caprioli, nonostante tutti gli accorgimenti, non è privo di rischi per l’animale, che oltre ad una lunga fase di svezzamento, deve seguire un prolungato periodo di addestramento al reinserimento in natura. È molto importante, quindi, che passeggiando nel bosco o attraversando un prato, qualora si noti un cucciolo immobile nell’erba, l’animale non venga toccato. Gli esperti assicurano che non è stato abbandonato. Nelle prime settimane di vita, infatti, un capriolo passa pochissimo tempo con la madre, la quale spesso si avvicina solo per allattarlo e rimane celata in zone poco visibili; il piccolo è protetto esclusivamente dalla sua totale mancanza di odore e dalla sua immobilità.

Boschi di Carrega
Boschi di Carrega

Per questo un semplice tentativo di soccorso non necessario rischia di mettere a repentaglio la vita futura del cucciolo che, marcato con un nuovo odore, non sarà più riconosciuto dalla madre e verrà abbandonato. Lasciarlo sul posto, nel suo ambiente naturale, senza toccarlo – in particolar modo a mani nude – e allontanarsi il più in fretta possibile è paradossalmente il gesto più corretto e la migliore garanzia alla protezione dell’animale, che presto sarà raggiunto dalla madre.
Naturalmente tale precetto non vale in caso l’animale sia ferito – spesso infatti si verificano ferite alle zampe causate dalle macchine falciatrici – o in situazioni di comprovato pericolo. In questi casi la tempestività della segnalazione o consegna al Cras ne garantisce la sopravvivenza.
Ma non è tutto, ancora una nota: se  tuttavia il piccolo venisse rinvenuto durante uno sfalcio, ma non ne fosse ferito, è importante non prenderlo a mani nude e spostarlo invece ai bordi del prato, ben protetto vicino ad un cespuglio; penserà la madre a recuperarlo, alla partenza degli esseri umani.
Il centro chiarisce che queste regole sono valide anche per altri animali selvatici, come cerbiatti, leprotti, scoiattoli o nidiacei. Lasciarli in natura, quando possibile, senza manipolarli, è per loro una maggiore garanzia di vita, ma soprattutto di una vita adatta a loro. Non ci si deve dimenticare, infine, che l’eventuale detenzione privata di animali selvatici è punibile dalla legge.

Per informazioni relative ai mammiferi: Cras  “Casa Rossa” Parco Regionale Boschi di Carrega – Servizio SOS Animali Selvatici, tel. 338/6817435, 0521/833440
Per informazioni relative agli uccelli rapaci: CRAS “Le Civette” Parco Fluviale Regionale dello Stirane, tel. 339/6302762, 0524/581139.

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