Sapevate che… Rispondendo alle critiche che lo accusavano di non saperne niente di Turismo (proviene da altri settori, la motivazione) il neo presidente dell’Enit, Umberto Paolucci, ha dichiarato (Travel Quotidiano, 19/1) “Rutelli conosceva il mio background”?
Ma se è solo per questo, Paolucci non si affligga, è in buona compagnia. Nemmeno Rutelli sa cos’è il Turismo.
Sapevate che… I “Servizi” (non nel senso di Toilettes ma di “Informazioni” eppertanto “Segreti”) di Gossip hanno scoperto chi ha inviperito il Ventaglio provocandone le dimissioni dall’Astoi?
Eh sì, grande Scoop, roba da “Clamoroso al Cibali!”, a conclusione di una intricatissima operazione portata a termine con la collaborazione della Cia, il Mossad e i Servizi Malgasci (facilitati dalla presenza del corpo del reato nel loro Paese). Leggendo il TTG Newsletter, Gossip ha infatti appreso che un Colombo (Ventaglio) è diventato Falco, “rimproverando Alpitour di aver fatto una comunicazione errata e non corretta riguardo il Villaggio Andilana in Madagascar”.
Alla colombiana richiesta di “fare chiarezza” Alpitour ha rifiutato, provocando la sVentagliata di dimissioni dall’Astoi, “per non tirare in ballo l’associazione in questo contenzioso”. Colombo neoFalco ha inoltre dichiarato che la comunicazione del Tour Operator Agnelliano (altro che Astoi, tra Colombe Falchi e Agnelli sembra di girare in uno Zoo) “ha creato anche problemi d’immagine, disorientando le agenzie di viaggi” (come se non fossero già disorientate del loro, … Ndr).
Sapevate che… C’è una “morale” anche per i voli Low Cost?
Gran casino su un volo Ryanair arrivato a Roma (da Valencia) con 17 ore di ritardo. Imbarcati in orario, ai passeggeri è stato subito comunicato che il volo era stato annullato (soliti motivi tecnici) dopodiché l’utenza ha dato vita a fiere proteste man mano che il tempo trascorreva nella più totale assenza di assistenza e carenza di informazioni.
Si è persino sfiorata una sorta di “Guerra degli Idiomi” quando (Corriere della Sera 15/1) a una trasvolatrice italiana, richiedente che le si rispondesse nella sua lingua, un hostess Ryanair ha risposto “Italianas de mierda, aquì yo hablo español”, al che la cittadina del Belpaese ha replicato con un deciso “Cabrona!” e a quel punto il di lei consorte non poteva che avventarsi sull’assistente di volo per difendere l’Onore della Patria e quello della mogliera.
La vicenda delle Compagnie Low Cost è quantomeno buffa, nel senso che chi a loro si affida dovrebbe sapere che nessuno regala niente e se qualcosa costa meno, qualche ragione ci sarà. In materia di assistenza e “info”, ad esempio, il cliente pretenderebbe dalle Low Cost le stesse prestazioni delle Compagnie di Linea (dimenticando un po’ vilmente che se “costano di più” una ragione ci sarà pure).
Meglio dunque non “sfruculiare” più di tanto le Compagnie Low Cost.
Anche perché – messe alla corda – potrebbero pur sempre replicare ricorrendo alla barzelletta del cliente e della prostituta che si passa a rammentare.
Qualche giorno dopo aver goduto le prestazioni di una lucciola, il cliente si ripresenta a lei lamentando di aver preso le piattole (un tempo famose e comunissime, poi scomparse ma adesso, si dice, redivive, come i pidocchi). “Ma tu non sei quello che mi disse di non aver soldi e mi ha dato solo mille lire?” chiede la corpivendola. “Sì” confessa il contagiato. “E per mille lire cosa pretendevi, le aragoste?”.
Sapevate che… Il Consiglio dei Ministri del 25 gennaio ha disposto che di un biglietto aereo sia annunciato e ben evidenziato il suo costo complessivo, comprendente non solo la tariffa prevista ma anche i “costi accessori” (tasse, spese, aumenti, fees, adeguamenti, balzelli-incasso ecc ecc)?
Staremo a vedere (il Governo propone e la Lobby dispone…); resta il fatto che attualmente fa schifo leggere la sequenza di “costi extra” (specialmente con i voli Low Cost) che si accavallano prima del “conto finale” (senza contare l’enorme costo delle tasse di imbarco, o non un vero e proprio “business” in più’?, sconcio tante volte segnalato da Gossip). Manca solo di leggere una voce ogni tanto “infilata” nel conto spese degli autisti dei viaggi di gruppo in pullman all’estero: “non siamo fatti di legno”.