Avventura è una parola che evoca istintivamente la magia del viaggio. Ci riporta alla mente gli esploratori del passato che andavano alla scoperta in terre poco o affatto conosciute. Oggi, invece, l’industria turistica ci porta in ogni dove. L’avventura sembra alla portata di tutti. Eppure paradossalmente è sempre più difficile da vivere.
Il volume di Anna Maspero, “A come Avventura” è un cammino intorno al mondo e intorno al viaggio per riflettere sul senso del nostro andare. Ventuno lettere dell’alfabeto per ventuno racconti che attraverso le parole danno voce a pensieri, emozioni, paesaggi e incontri. In ognuno un tema dove si mescolano vita vissuta, storie e spunti per altrettanti riflessioni di viaggio. Agevole nella lettura, si può definirlo un vademecum per viaggiatori curiosi che, partendo dalla “a” di avventura, arriva alla “z” di zibaldone.
Un libro di e sul viaggio, ma anche “da” viaggio, come dice l’autrice, perché può essere letto d’un fiato o assaggiato un poco per volta, partendo dalla fine o dall’inizio, aprendolo a caso o scegliendo l’argomento che più ci ispira.
Un dato pare assodato, l’avventura non possiamo acquistarla in agenzia, ma possiamo propiziarla se ne comprendiamo il significato profondo. Anna Maspero sostiene che bisognerebbe parlare di “spirito d’avventura”, in quanto è più un’attitudine, un percorso mentale e non solo fisico.
“Avventura è lasciare la porta aperta alle possibilità, è disponibilità verso quel tanto di futuro e di ignoto di cui il viaggio è ancora portatore, forse non più in termini assoluti, ma certamente sul piano individuale.
“Non importa se il viaggio è lungo o breve, lontano o vicino, individuale o di gruppo, itinerante o stanziale. Ciò che conta è la motivazione che ci spinge a partire e la nostra attitudine verso la realtà che incontriamo lungo il cammino… Perché ognuno di noi è il frutto dei luoghi cui appartiene, ma anche delle strade che percorre”.
I proventi derivanti dai diritti d’autore saranno interamente devoluti a favore dell’Associazione Il Sole Onlus per il progetto Fiori che rinascono rivolto a bambini vittime di abusi sessuali in Etiopia.