Pamplona, come molte città spagnole, è in quella felice stagione di rinnovamento che vede ristrutturazioni coraggiose, inserimenti architettonici avveniristici, locali all’avanguardia, mostre rivoluzionarie. Punta al futuro ma tiene in gran conto e valorizza la tradizione.
Edifici oltre la storia
Le conferme si hanno dappertutto. Anche nella Plaza del Castillo, cuore della città, che ne racconta la storia. L’attuale sistemazione della piazza è del 2004 e del Castello medioevale resta il nome. Dei palazzi seicenteschi, addirittura niente. Rimangono solo alcuni di quelli costruiti a fine 1800. Come l’edificio con i portici nel lato più piccolo, di fronte a dove sorgeva il castello. Lo ribadisce l’insegna del Café Iruña (Pamplona, in basco) con un “dal 1888” in bella evidenza, ottimo indirizzo per i “pintxos”, le tapas navarresi. È un vero gioiello, con soffitto a cassettoni, pavimento a scacchi bianchi e neri che risente dell’incipiente modernismo, come le sottili colonne e i giochi di specchi; bancone in legno istoriato, tavolini con piano in marmo, lampade a bocce.
Nel portone accanto, un citofono indica il Nuevo Casino Principal.
Il nome è ingannevole; non è un casinò, ma è un club della stessa epoca del palazzo, dai grandi saloni con specchi, soffitti a cassettoni, lampadari a gocce, poltrone di velluto, biblioteca. Pur avendo una lunga tradizione, non è un circolo per pochi eletti, ma ha un migliaio di soci, che dopo una cifra iniziale di mille e trecento euro versano ogni anno novanta euro. Nel bel ristorante con le finestre affacciate sulla piazza, si può pranzare e cenare da lunedì e venerdì a quindici euro.
Da Hemingway a un cinque stelle
Di fronte c’è il Palazzo del Governo, di dimensioni imponenti ma dall’architettura irrilevante. Subito a fianco, l’Hotel Perla, dove alloggiava Hemingway nei suoi ripetuti soggiorni in città. Un audace restauro, che ha mantenuto solo i muri esterni, lo ha trasformato in un hotel a cinque stelle, l’unico della città.
Nei due lati lunghi ci sono edifici più interessanti; come il Casino Eslava dai volumi arrotondati, opera del 1931 di Victor Eusa, architetto molto prolifico in città. Il suo stile lineare e geometrico è stato fortemente influenzato dal razionalismo e dall’espressionismo, per quanto mantenga degli elementi assolutamente personali e caratteristici, come l’uso dei mattoni rossi, piuttosto che il calcestruzzo a vista. Sono suoi vari edifici religiosi come la scuola degli Escolapi, la Casa della Misericordia, la Chiesa dei Paûles, oltre a diversi palazzi di abitazioni nella zona a sud ovest della Plaza del Castillo, dove si concentrano i negozi di firme, gli uffici, i ristoranti più trendy, come il raffinatissimo Rodero.
Baluardi artistici
Ritornando alla Plaza del Castillo, nel suo centro è stato mantenuto il vecchio chiosco circolare, ma sono stati aggiunti elementi di arredo urbano contemporanei. Come le panchine in legno e metallo e le costruzioni di accesso alla metropolitana in vetro e la pavimentazione.
Dal Palazzo del Governo si può prendere il Paseo Sarasate, tipico viale con passeggiata centrale e giardini laterali con il Monumento a Los Fueros, l’insieme di antiche leggi della Navarra. Continuando a camminare per il paséo, circa a metà, sulla destra, si incontra la chiesa-fortezza di San Nicolás del XIII secolo, con un organo barocco che è il migliore della città e in fondo il Parlamento de Navarra costruito alla fine del 1800 come Palazzo di Giustizia. Pochi passi ancora e si raggiunge il Baluarte, palazzo delle mostre e auditorium della Navarra, chiamato così perché sostituisce il vecchio baluardo che difendeva la cittadella fino al 1888.
È un edificio lineare con pareti marrone cupo, interrotte da grandi vetrate a tutta altezza. La sua geometria minimale è enfatizzata dall’enorme spiazzo davanti. All’interno ci sono un auditorium con una capacità di mille e seicento posti, una sala per musica da camera di cinquecento, due sale per congressi da ottocento posti, una zona riservata alle mostre che misura più di quattromila metri quadrati, oltre a sale multiuso, caffetterie e un parcheggio per novecento auto. Un esempio significativo, ma solo uno dei tanti, degli interessi culturali e di rinnovamento di Pamplona.
Non lontano da qui, c’è il primo Corte Inglès, il più famoso “department store” spagnolo, aperto in città. Completamente rivestito di metallo e apparentemente senza alcuna apertura, ha suscitato entusiasmi, plausi ma anche critiche pesantissime. Val la pena, dato che si è in zona, fare poi un salto alla Ciudadela, fortificazione a forma di pentagono costruita alla fine del 1500 su ordine di Filippo II e considerata, tra l’altro, il miglior esempio di architettura militare del Rinascimento spagnolo. Negli spazi ricavati nelle mura si organizzano spesso mostre.
Un cuore verde
Con fossati di erba e molte piante, la Ciudadela è uno dei tanti “polmoni verdi” che costituiscono il venti per cento della città. Come il Parque de la Media Luna con vialetti, pergole, piccoli belvedere sul fiume Arga, progettato da Victor Eusa nel 1935. O il Taconera, primo giardino di Pamplona, che fiancheggia il fiume con una fauna singolare composta da cervi, daini e pavoni reali e un imprevedibile caffè viennese al centro. O il parque de Yamaguchi, città giapponese dove visse San Francisco Saverio, ora gemellata con Pamplona. È stato costruito nel 1997 come un giardino giapponese, con in mezzo il planetario.
Una zona verde, piacevolissima per camminarci, è anche il percorso sulle mura. Si può imboccarlo nelle vicinanze della Plaza de Toros, che è una delle più grandiose di Spagna; progettata nel 1922 da Francisco Urcola, è stata ampliata nel 1966 da Rafael Moneo, famoso architetto nato nella vicina Tudela. È sua anche la geniale ristrutturazione dell’Archivo Real, inaugurato dai reali nel 2003. Si trova in calle Mercado, alla fine della passeggiata sulle mura, appena dopo il Portal de Francia, imponente porta del 1553 con lo stemma di Carlo V e il Parque de Santo Domingo, da dove parte il percorso dei tori. L’antica costruzione dell’archivio (del 1200) è stata ristrutturata mettendo in evidenza la pietra chiara dei muri. Di grande effetto il cortile con vetrate e un enorme plastico in legno che descrive l’assetto della città.
Taverne e Santi
Nella vicina Rua del Carmen e in Santo Domingo si concentrano negozi curiosi come il Bazar Jimenez, riconoscibile dalla porta d’ingresso in metallo, specializzato in oggetti per la casa e per la cucina soprattutto, o locali alternativi come la Taberna Herriko con graffiti alle pareti, ritrovo di punk e musicisti. In zona, anche il mercato coperto, costruzione primi Novecento, sapientemente restaurata.
Da qui si raggiunge facilmente l’Ayuntamento, palazzo dalla facciata barocca, situato nel punto dove si uniscono i tre borghi che formano la città di Pamplona: Navarreria, San Saturnino e San Nicolás.
E’ il punto di Pamplona dal quale partono le strade che hanno conservato i nomi degli artigiani che le abitavano e che ora ospitano i negozi più caratteristici. In zona anche la bella chiesa di San Saturnino, con il portico dove Saturnino, vescovo della città, secondo la tradizione avrebbe battezzato i primi cristiani.