Catturano e coinvolgono chi le osserva. Le opere di Miquel Barcelò trasmettono sensazioni profonde e primigenie. Resteranno in mostra fino al 4 febbraio al Museo d’Arte Moderna di Lugano. La rassegna di oltre ottanta opere tra dipinti e sculture, curata da Rudy Chiappino, prosegue l’indagine sui linguaggi contemporanei dell’arte del XX secolo e viene esposta dopo i positivi riscontri suscitati dalle mostre consacrate a “Jean-Michel Basquiat” e a “Christo e Jeanne-Claude”. La retrospettiva ripercorre la prolifera carriera dell’enfant prodige della pittura spagnola ed europea (a soli diciannove anni tiene la sua prima personale in forma ufficiale al Museo di Palma di Maiorca) attraverso la presentazione di dipinti e sculture di grande intensità espressiva.
Per rivelare la poetica di Barcelò sono state scelte tele di grandi dimensioni a partire da quelle realizzate dai primi anni ottanta e caratterizzate da tematiche autobiografiche (come la biblioteca, la cucina, gli animali, il pittore) e da uno stile figurativo, fino alla produzione più recente improntata ad una pittura più essenziale nella rappresentazione ma fortemente materica nell’utilizzo sia del colore sia nel trattamento della tela stessa. Questa viene stropicciata, manipolata, e trasformata. Alla fine diviene parte del racconto, con i suoi rilievi e le sue profondità. È un tema importante per Barcelò quello della trasformazione. È l’unico elemento che rimane costante nella sua produzione che cambia sempre, non è mai uguale a se stessa. Non si direbbe neppure dello stessa artista. Un artista che si esprime con la naturalezza e la semplicità di un grande comunicatore. “Dipingo con esaltazione …o più precisamente – afferma Barcelò- con dei sentimenti mischiati. Ho sempre provato a fare una pittura che potesse sopportare tutti i miei stati d’animo e le mie contraddizioni”.
Chi vorrà conoscere questo artista al museo di Lugano seguirà un percorso cronologico e tematico al tempo stesso. Dalle origini neoespressioniste con tele quali Map de carn (1982) si passa a soggetti legati più alla figura dell’artista come in Giorgione à Felanitx (1984); dalla serie delle biblioteche come Furnish Dreams (1984) ai bodegones, nature morte che includono attrezzi da cucina e cibi come in Fum de cuina (1984); dai straordinari essenziali e bianchi paesaggi africani, tanto luminosi da sembrare lunari (Pietra blanca sobre pietra negra 1989), alle corride meravigliosamente rappresentate ne La cuadrilla (1990), alle più tragiche crocifissioni, Somalia 92 (1992), fino alle opere di fresca data consacrate ai fondali marini, Sourire de la mer (2002). Il terzo piano è dedicato alla produzione su carta e scultorea: una trentina fra gouaches, disegni e bronzi che completano la visione proposta ai piani precedenti.
L’artista, nato a Maiorca nel 1957, è oggi impegnato nella realizzazione dell’imponente decorazione in terracotta della cappella di Sant Pere nella cattedrale la Seu di Palma di Maiorca, significativo esempio della cultura artistica spagnola.
Miquel Barcelò
Dal 12 novembre 2006 al 4 febbraio 2007
Museo d’Arte Moderna
Riva Caccia 5 – 6900 Lugano
Tel. +41 (0)58 866 6908
Orario: Martedì – domenica: dalle 9.00 alle 18.00. Chiuso lunedì, 23-26 e 30-31 dicembre 2006
Ingresso: Intero Fr. 11 / € 8