In piena seconda guerra mondiale, novembre 1943, sul fronte asiatico, cinque giovani aviatori americani decollano da Kumming in Cina per la base di Forhat in India. A causa di una tempesta finiscono fuori rotta e la mancanza di carburante li costringe a paracadutarsi tra le montagne che stavano sorvolando.
Con loro grande stupore scoprono ben presto di trovarsi sul tetto del mondo, in Tibet. Incomincia così l’avventura di Robert Croizer, Harold McCallum, Kenneth Spenser, John Huffman, William Perram, di età compresa tra i 19 e i 27 anni, che scoprirono una terra tanto lontana perfino dalla loro immaginazione. Ignari eroi di un’avventura che non avrebbero mai cercato, i cinque furono tra i primi americani a entrare nella Città Proibita di Lhasa.
“…Ispirava un timore reverenziale… E non per la città in sé, ma per il luogo in cui sorgeva, a più di tremila metri di altezza, in un’ampia conca e, soprattutto, per la massa del Potala che si stagliava sopra a tutto… nel punto più alto, le mura erano coronate da una serie di padiglioni d’oro, le tombe dei Dalai Lama che luccicavano e sfavillavano al sole…”
Prima di riuscire a far ritorno alla loro base in India, i cinque giovani americani si confrontarono con quel popolo che a loro appariva tanto “strano”, loro malgrado non avevano la minima idea che stavano entrando nella storia. Il giorno 15 dicembre del 1943, pochi minuti dopo le 5, furono rispettivamente il settimo, l’ottavo, il nono, il decimo e l’undicesimo americano a entrare a Lhasa. E riuscirono anche a conoscere la guida spirituale di quel popolo, il Dalai Lama, che allora era poco più che un bambino.
Questi giovani dovettero districarsi in una situazione politica assai complessa, visto che il Tibet cominciava allora a subire la pressione da parte della Cina con il preciso intento di conquistarlo, cosa che avvenne alcuni anni dopo, nel 1949.
Il libro racconta una straordinaria storia di avventura, di conflitti culturali e di intrighi politici. Lost in Tibet, narra anche una vicenda poco nota che apre uno spiraglio di luce sul particolarissimo popolo tibetano proprio nel momento in cui il Paese usciva dal suo secolare isolamento e cominciava a misurarsi con la diversità del mondo esterno.