Diciassette borghi e località di montagna si impegnano a promuovere un turismo sostenibile ed ecologico: sono le “alpine pearls”, le Perle alpine, che hanno costituito l’associazione omonima e partiranno a breve con iniziative comuni. Italia, Francia, Svizzera e Germania hanno scelto di proseguire il percorso avviato con il progetto interregionale, finanziato in parte da fondi comunitari e in parte dalle regioni dei singoli paesi e chiuso ufficialmente il 21 agosto. Il piano ha definito i criteri in base ai quali una località può definirsi “perla alpina” e ha delineato gli obiettivi. Ora si tratta di continuare, per diciassette comuni che attraversano l’intero arco alpino da Est a Ovest: Bad Reichenhall e Berchtesgaden, tedesche; Werfenweng, austriaca; la francese Les Gets e le svizzere Arosa e Interlaken. Per l’Italia, in Veneto partecipano al progetto Pieve di Cadore e Feltre; Ratschings, Villnoss, Tiers, Steinegg, Welschnofen e Deutschnofen per la provincia di Bolzano; Sauris e Forni di Sopra per il Friuli Venezia Giulia e Chamois per la Valle d’Aosta.
“L’obiettivo dell’associazione è disegnare un’offerta turistica ecocompatibile e coordinata”, ha detto Ennio Pastoret, assessore regionale a Turismo, Sport, Commercio e Trasporti per la Valle d’Aosta, “in particolar modo per la qualità ambientale delle destinazioni”. Le perle alpine si impegnano a facilitare “modalità di accesso tramite mezzi pubblici e qualsiasi altra formula diversa dall’automobile”, continua Pastoret. In Valle d’Aosta l’esempio principe è Chamois: piccolo borgo a 1800 metri d’altitudine, raggiungibile solo con la funivia. Valerio Dell’Amico, assessore al Turismo del comune di Chamois, spiega: “Siamo l’unico comune in Italia che non ha strade percorribili dalle auto: una scelta che i cittadini di Chamois fecero negli anni Cinquanta e che si è rivelata vincente. Come Perla alpina, Chamois lavorerà a rispettare i criteri per una mobilità dolce, che privilegia navette pubbliche, biciclette, cavalli”.
L’associazione prevede di creare un marchio di certificazione ecologica che ispiri i progetti futuri di tutela ambientale e conta di avviare attività di marketing e promozione turistica condivise, per tutti i comuni “perle”. Per Ennio Pastoret “il progetto si è rivelato un efficace strumento di sensibilizzazione a favore dei sistemi di trasporto pubblico nei centri alpini, che devono essere preservati dall’invasione dei flussi di traffico a vantaggio della vivibilità e di una migliore qualità della vita. Perle Alpine può diventare una valida occasione di confronto per avviare utili riflessioni tra i rappresentanti delle regioni e delle comunità locali con l’obbietivo di sviluppare scelte strategiche condivise e basso impatto ambientale, per valorizzare ulteriormente siti ambientali di grande interesse naturalistico e turistico”.
Per informazioni: http://www.alpine-pearls.com