Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Galapagos, il vero “El Dorado” dell’Ecuador

Isole famosissime e remote, grandioso santuario della natura. Ma anche Guayaquil, la seconda città del Paese, dalla quale si prende l’aereo per raggiungerle, presenta motivi più che validi per essere visitata

Guayaquil (Foto:visitaguayaquil)
Guayaquil (Foto:visitaguayaquil)

Con un porto, ma senza spiagge, perché arretrata rispetto alla foce del Rio Guayas, Guayaquil era conosciuta solo come aeroporto dove fare scalo per volare alle Galapagos. Un vero peccato, perché la città presenta molti motivi di interesse.  
Se ne sono accorti le autorità cittadine e l’Ente del turismo, desideroso di riequilibrare l’affluenza dei turisti in Ecuador, diretti al novanta per cento verso le mitiche isole, percentuale che sfiora il cento per cento se i viaggiatori provengono dagli Stati Uniti.  

Nuova “vita” per Guayaquil

Malecón 2000 (Foto:visitaguayaquil)
Malecón 2000 (Foto:visitaguayaquil)

Gli interventi sono stati massicci. Molte zone della città sono state completamente trasformate. A cominciare dal Malecón, che costeggia il fiume, così largo da avere una corrente che sale e un’altra che scende.
Il Rio Guayas è di continuo percorso da imbarcazioni, mercantili da trasporto, vaporetti, copie di antichi galeoni per scorazzare i turisti. Un tempo zona pericolosa e infrequentabile, il Malecón 2000, come viene chiamato dall’anno della sua costruzione, è ora fiancheggiato da opere architettoniche, ristrutturate o nuove, per due chilometri e mezzo: dal Mercado Sur fino alla collina di Cerro Santa Ana.
Il primo è un mercato coperto costruito nel 1907 da un architetto belga della scuola di Eiffel, restaurato in modo non invasivo e dotato di grandi vetrate. All’interno non ci sono frutta e verdura, ma bancarelle d’artigianato locale e un centro culturale.

Le iguane a Parque Bolívar (Foto:visitaguayaquil)
Le iguane a Parque Bolívar (Foto:visitaguayaquil)

Più avanti c’è il palazzo bianco stile razionalista, anni Trenta, del più esclusivo club della città, nato nel 1869, dove gli iscritti si tramandano l’appartenenza da intere generazioni. Accanto la Rotonda, imponente monumento che raffigura il fatidico incontro nel 1822 fra Bolivàr e San Martìn, i liberatori dell’Ecuador.
Da qui il Malecón costeggia un parco con stupende piante tropicali, meta preferita degli innamorati. Per il tipico “pique” (spuntino di empanadas e leccornie varie) c’è Aroma y Café, minuscolo locale sotto il Malecón, con arredo etnico considerato tra gli indirizzi trendy della città. Proprio sopra si trova il Donatorium, monumento-installazione: grandi lastre di vetro che creano un percorso surreale. Su queste, sono impressi i nomi di chi ha contribuito alla costruzione del Malecón.
Prima della collina di Cerro Santa Ana si incontra il MAAC, Museo Antropologico y de Arte Contemporaneo, inaugurato nel 2003.

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