Cento anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1906, una mostra e un itinerario turistico rivalutano il legame tra il maestro precursore del cubismo e i paesaggi della “sua” natura, la Provenza, che Cézanne dipinse a più riprese per tutta la vita.
Aix-en-Provence, la città natale di Cézanne, ospita dal 9 giugno al 17 settembre 2006 un’esposizione dedicata all’artista e alle opere che ha realizzato nella regione: ad Aix, nella vicina Gardanne e nel quartiere marsigliese dell’Estaque.
Le iniziative per il centenario della scomparsa dell’artista prevedono anche un percorso di visita nei diversi “luoghi di Cézanne” e una serie di eventi correlati per tutto il 2006. E’ un’occasione per vedere, o rivedere, alcune mete della Francia del Sud con occhi nuovi.
Seguendo i “chiodi” marchiati “C”, come Cézanne
Prima tappa, Aix-en-Provence, dove l’artista studia, vive gli anni della sua adolescenza e giovinezza, per tornarci più volte negli anni della maturità e infine in vecchiaia. La cittadina dalle antiche origini romane varrebbe già una visita anche senza Cézanne: per l’occasione è possibile seguire invece un percorso ad hoc, segnalato da una serie di chiodi di bronzo per le vie del centro. Sui chiodi, il sigillo “C” di Cézanne indica un itinerario “biografico”.
I luoghi posti in evidenza dal percorso sono numerosi; tra gli altri, gli edifici che ospitavano il collegio Bourbon in Rue Cardinale, dove il giovane Paul seguì gli studi umanistici e nella stessa via, la Scuola di disegno e pittura frequentata da Cézanne dal 1853. Si passa quindi per il quartiere Mazarin, realizzato da Michele Mazarin, fratello del noto cardinale, tra il 1646 e il 1651; si attraversano gli spazi ampi e regolari della piazza che ospita la Fontaine des Quatre-Dauphins e lo stile gotico duecentesco della Chiesa St. Jean de Malta.
Pochi passi ancora e ci si trova in place St. Jean de la Halle, di fronte all’attuale Museo Granet, che ha sede nel priorato dei Cavalieri di Malta del XVII secolo e che ospita la mostra monografica delle opere di Cézanne.
Le “C” incise nel bronzo portano poi su , ancora oggi il viale più importante della città, riconoscibile per le due file di alti platani che lo incorniciano. Il corso mostra ancora due richiami alla vita di Paul Cézanne: l’insegna murale della prima attività del padre: “Chapellerie”, produzione di cappelli e il caffè luogo di ritrovo di Cézanne e dei giovani della città: Le Deux Garcons. Poco più lontano, seguendo i sigilli, si va alla Cattedrale St. Saveur, bellissimo incrocio di romanico e gotico, anch’essa frequentata da Paul Cézanne e percorrendo rue Boulegon si giunge di fronte al portone dell’ultima casa dove ha vissuto l’artista, dal 1899 fino alla morte, avvenuta il 22 ottobre del 1906.
Nella casa di campagna di famiglia
Ancora biografico è l’itinerario che, nella campagna di Aix, porta alla tenuta di Jas de Bouffan, dove la famiglia di Cézanne si trasferì nel 1870. Molte tele del pittore rappresentano il giardino di Jas de Bouffan e la veduta del Sainte Victorie, da qui ben visibile. Nella casa l’artista aveva realizzato alcuni dipinti poi affissi alle pareti che, dopo il 1907, vennero staccati e venduti; oggi sono dislocati in diverse raccolte pubbliche e private. Jas De Bouffan, che viene aperta per la prima volta al pubblico, ripropone queste tele solo in modo “virtuale”, grazie a un’installazione multimediale nel locale dove si trovavano allora, il Grand Salon.
Per vedere e “toccare con mano” gli strumenti di lavoro di Cézanne, Aix propone anche la visita al suo studio: l’Atelier de Lauves, dove l’artista lavorò negli ultimi anni di soggiorno a Jas. In questo salone grande e luminosissimo il pittore realizzò una delle sue opere più note “Le grandi bagnanti”, oltre a diverse nature morte i cui soggetti sono ancora visibili in studio: le ceramiche, i putti, le bottiglie, mentre in un angolo si trovano ancora la sua borsa da lavoro, la giacca e la bombetta.
Tutt’attorno ad Aix-en-Provence
L’autentica meraviglia nella visita di Aix-en-Provence viene però dai suoi dintorni: le colline, i boschi, i monti che Cézanne non si stanca mai di dipingere. Poco distante dal centro abitato, alle cave di Bibémus, oggi come allora, su una collina coperta di pini giacciono alcuni massi voluminosi di pietra calcare: i resti di un’attività di estrazione chiusa alla fine dell’Ottocento.
A Bibémus il pittore aveva affittato un casolare per dipingere sul posto e il più possibile “en plein ar”, all’aperto, alla maniera che era stata portata in auge dagli impressionisti dalla seconda metà dell’Ottocento. Cézanne è affascinato dal contrasto tra i volumi di roccia color ocra, quasi esempi di solidi geometrici e le linee “naturali” del bosco di pini. Quando torna a dipingere ad Aix, negli ultimi anni della sua vita, spiega questa sua predilezione con una lettera che è diventata quasi una definizione “ante litteram” del cubismo: “Permettetemi di ripetere quello che vi dicevo qui: trattare la natura secondo il cilindro, la sfera, il cono, il tutto posto in prospettiva”, scrive a Emile Bernard nel 1904.
L’atmosfera che si respira alle cave è ancora quella che deve aver visto Cézanne: con un po’ di fortuna e una giornata di sole intenso, magari dopo il passaggio del maestrale che, in questa zona, rende il cielo tersissimo e azzurro, si può godere degli stessi colori, della stessa armonia tra artificio e natura che ha incuriosito l’artista.
Dal casolare di Bibémus, il panorama dall’alto si estende sino al monte Sainte Victoire: 1010 metri, che si possono esplorare con sentieri da trekking e percorsi di arrampicata e che Cézanne dipinse studiando metodi, angolazioni e punti di vista in ben ottanta tele.
Le magie visive dell’Estaque
“Lo stesso soggetto, visto da angolazioni differenti, offre una materia di studio così interessante e varia che credo che potrei lavorare per mesi senza cambiare posto, solo inclinandomi un po’ più a destra o un po’ più a sinistra”, scrive Cézanne nel 1904. Accade così per diversi luoghi scelti dal pittore: anche per Gardanne, un centro a una ventina di chilometri da Aix-en-Provence, immortalato dall’artista in diversi dipinti. Oggi Gardanne è una cittadina industriale poco interessante per il turista: se non per un’abitazione dove soggiornò il maestro per circa un anno, al 27 di Cours de Forbin e per un breve itinerario sulla collina des Frères che mostra le riproduzioni delle opere di Cézanne collocate nei punti dai quali vennero dipinte allora, sempre all’aperto.
Per ripercorrere ancora una volta i paesaggi di Cézanne, bisogna poi spostarsi a Marsiglia, nel quartiere dell’Estaque. Cézanne vi soggiorna per alcuni anni dal 1870, con la compagna Hortense e il figlio Paul. Nella storica e affollata città di porto qual’è Marsiglia, l’Estaque è ancora oggi un quartiere periferico e popolare; offre però scorci e vedute della costa, che colpirono Cézanne per l’intensità della luce e delle tonalità che lo affascinavano durante il giorno.
All’Estaque è presente un percorso di visita, con vedute panoramiche segnalate e le riproduzioni delle opere, che riguardano non solo Cézanne. Marsiglia è stata infatti meta privilegiata anche per altri pittori a cavallo tra Ottocento e Novecento, quali Auguste Renoir, Georges Braque, André Derain.
Da tutto il mondo, le opere di Paul
Visitati i “luoghi” di Cézanne, si può tornare ad ammirare le opere che li rappresentano su tela: al museo, da giugno a settembre, sono esposti centodieci dipinti dedicati ai paesaggi della regione. La mostra “Cézanne in Provenza”, uno degli eventi principali dell’anniversario dedicato al maestro, approda ad Aix dopo una prima stagione che si è svolta a Washington, alla National Gallery of Art, sino al 7 maggio scorso.
Il museo Granet, i cui lavori di restauro sono stati ultimati a marzo, possiede solo otto dipinti di Cézanne: le altre opere esposte vengono da collezioni nazionali ed estere: da Parigi e in particolare dal Museo d’Orsay, dalla National Gallery of Art di Washington e ancora da Vienna, San Paolo, Madrid, Londra, San Pietroburgo.
Le dodici sezioni della mostra ripercorrono l’itinerario provenzale: Le Jas de Bouffan, l’Estaque, i paesaggi di Gardanne, i boschi e le vedute di Bibémus e il monte Sainte Victorie. Esposti anche gli acquerelli e l’olio “Le grandes baigneuses”, al quale si ispirò Pablo Picasso per il suo “Les demoiselles d’Avignon”.
La Cathédrale d’Images
L’itinerario dedicato a Cézanne prosegue alla Cathédrale d’Images, nel villaggio delle cave di Le Baux de Provence. Nel palazzo delle Immagini, collocato nelle ex cave di calcare, Gianfranco Iannuzzi e Renato Gatto hanno curato la videoproiezione “I colori di Cézanne”. Dal 1 marzo 2006 sino al 7 gennaio 2007, i dipinti dell’artista, proiettati in gigantografie dentro la cava, riempiono le pareti, i pavimenti, ottenendo un effetto quasi tridimensionale, enfatizzato dal buio e dal sottofondo musicale.
La “cattedrale delle immagini” è aperta da ventinove anni. Nata da un’idea di Albert Plecy e dall’attività della moglie Anne, riesce sempre a farsi ricordare dal visitatore per il sicuro effetto spettacolare delle immagini e per la cornice: gli enormi androni di roccia bianca che, a volte, assumono un aspetto quasi spettrale.
L’evento dedicato a Cézanne, quest’anno, è quanto mai attuale perché combina ancora una volta immagini e volumi, un po’ come nella ricerca pittorica del maestro provenzale.
Una volta giunti a Le Baux per la Cathédrale d’Images, una giornata al villaggio medievale, incastonato tra due burroni di roccia e alla Val d’Enfer, che la leggenda vuole popolata da elfi e streghe, può completare la visita.
Mangiare in Provenza
A Aix-en-Provence, da provare sono soprattutto i “calissons”, tradizionali biscotti con pasta di mandorle, la cui ricetta risale al XVI secolo.
Marsiglia offre invece la “bouillabaisse”, una zuppa di pesce aromatizzata con cipolle, aglio, pomodori, prezzemolo e soprattutto zafferano. Il colore giallo della zuppa è dato infatti da questo aroma, che dà alla bouillabaisse il suo caratteristico sapore intenso. In origine, la bouillabaisse era un piatto popolare che i pescatori di Marsiglia realizzavano con il pesce di scarto della giornata; oggi, sempre presenti, sono scorfani e triglie, poi naselli e granchi e altro, a seconda delle numerose varianti.
Nella zona di Le Baux de Provence, da assaggiare sono le “olive schiacciate” e
l’ “olio di oliva vergine pressato”. In Provenza si trova anche la “tapenade”, una crema di olive nere con acciughe e capperi, e l’ “aïoli”, una maionese all’olio di oliva insaporita con aglio pestato nel mortaio.
Da bere, come aperitivo, il “pastis”, un liquore a base di anice che può anche essere servito con sciroppo di menta o mandorle.