Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Viaggiare e imparare, a spasso per l’Europa

Erasmus-University

Erasmus da Rotterdam, il ceco Comoenius ma anche l’ateniese Socrate e il nostrano Leonardo. Nomi che divengono acronimi, uniti sotto il comune vessillo dell’Unione Europea, per diffondere la conoscenza e la reciproca comprensione

Viaggiare e imparare, a spasso per l’Europa

Nietzsche docet. Il principio dell’eterno ritorno non è un’opinione. Questo presupposto è doveroso per quanto sto per raccontarvi. E’ l’anno 1998 quando, tormentata dalle nebbie padane, decido di compiere un viaggio che diverrà poi il “viaggio” per antonomasia della mia vita. Studentessa universitaria alle prese con un’articolata tesi di laurea, ovvero il “multi-culturalismo” attraverso la prospettiva del pensatore liberale Joseph Raz, mi rendo conto di aver scelto e di dover affrontare un tema inedito per i tempi, a cominciare dai materiali: irreperibili in Italia.

Se Maometto non va alla montagna …

Pronta per la partenza
Pronta per la partenza

Detto ben noto quello del profeta che nicchia a dirigersi verso la montagna; sarà quest’ultima a dover spostarsi verso di lui.  E così avviene, in toni meno biblici, alla sottoscritta. Al di là delle mie proporzioni lillipuziane, mi sposto quindi verso il “profeta” rappresentato dai Paesi Bassi (di nome, ma non di fatto, per via dell’aspetto “atletico” dei suoi abitanti); il tutto grazie a un programma di interscambio tra paesi europei.  E dove, se non a Rotterdam, patria del pensatore liberale per eccellenza, avrebbe potuto portarmi il “mio Erasmus”? Complice il mio relatore e un libretto decoroso, vinco una borsa di studio della durata di un semestre. In ballottaggio: l’università di Malaga, dalla rinomata cattedra di economia politica e la Rotterdam Universiteit, culla del multi-culturalismo. Ancora una volta prende la parola il mio relatore che, indifferente ai miei desideri di correre verso lidi latini e spiagge calienti, sceglie per me una ventosa Rotterdam invernale.

Erasmus, il pioniere

Erasmus la sua Statua
Erasmus la sua Statua

Non poteva che chiamarsi Erasmus il programma foriero della mia “Campagna d’Olanda”. Il progetto viene alla luce nel 1994 sebbene, per quel che concerne il panorama italiano, nel 1998 potevo venire considerata una vera pioniera. Cosa si intende per Erasmus, al di là del lungimirante artefice del mondo di Utopia? Erasmus, che negli anni ha guadagnato l’epiteto di “Mundus”, è un programma finalizzato al miglioramento della qualità dell’istruzione europea e, insieme, allo sviluppo della comprensione interna mediante la cooperazione con i paesi terzi. Il programma seleziona corsi europei nel secondo livello dell’istruzione superiore, che in Italia corrispondono a quelli di una laurea specialistica e ai master universitari di primo o secondo livello. La programmazione è discrezionale e dipende dalle scelte dello studente. Io, ed esempio, avevo optato per un seminario dedicato al pensiero del perfezionista John Rawls, un secondo di economia politica e un terzo sulla storia dell’avanguardia esistenzialista, sebbene il ricordo più vivido resti quello dell’esame: “croce e delizia”, sostenuto rigorosamente in inglese.

Esperienza di vita

Rotterdam il ponte Erasmus-foto-di-Roger-Veringmeier
Rotterdam il ponte Erasmus-foto-di-Roger-Veringmeier

Devo confessare una cosa. Per me, all’epoca ventenne, l’esperienza è coincisa con una scuola di vita. Infatti il progetto non implica solo un trasferimento temporaneo in un’altra parte d’Europa, ma è di fatto una sorta di taglio del cordone ombelicale, reciso in Italia non prima dei trent’anni. I giovani sono separati, per un periodo che si può protrarre da pochi mesi fino a superare l’anno, dalla loro famiglia e dalle abitudini che ne fanno da corollario. Si trovano in una nazione diversa e sono costretti ad integrarsi in usi e costumi talvolta lontani dai propri; il tutto, circondati da un ambiente stimolante e pienamente europeo. Non solo. Gli esami superati vengono riconosciuti conferendo crediti maggiori per avere seguito con successo un corso all’estero. Il programma prevede borse di studio finanziate dall’Unione Europea. Certo, il cachet guadagnato per studiare all’estero non basta per arrivare a fine mese, sebbene resti uno sprone indispensabile per prendere questo tipo di decisione. Forse qualche mamma piangerà il suo cocco (o la sua cocca) lontani; per certo, passate le prime due settimane di acclimatamento, non si potrà dire lo stesso per la controparte.

Socrates, il supervisore

Viaggiare e imparare, a spasso per l’Europa

Se Erasmus è stato il primo a inaugurare la catena dei progetti comunitari destinati alla mobilità all’interno dell’Europa, “Socrates” è il deus ex machina che li gestisce nella loro totalità.
Il filosofo cultore della maieutica, ha dato infatti il nome al programma che sostiene la cooperazione europea nel settore dell’istruzione, facendo da supporto a un’ampia gamma di partenariati e di programmi di scambio. Gli obiettivi primari di Socrates si riassumono con la volontà di sviluppare la dimensione europea dell’istruzione a tutti i livelli, in modo da rafforzare lo spirito di cittadinanza europea, valorizzando il patrimonio culturale di ogni stato membro. Naturalmente Socrates promuove il miglioramento della conoscenza delle lingue, comprese quelle meno diffuse e insegnate, incrementando così la dimensione multi-culturale dell’istruzione. Dati i presupposti, se ne deduce che Socrates, agevolando una cooperazione intensa tra le istituzioni negli stati membri a tutti i livelli d’istruzione, incoraggia la mobilità degli studenti, permettendo loro di compiere parte degli studi in un altro stato membro, ma aiuta anche un interscambio per gli insegnanti allo scopo di contribuire al miglioramento qualitativo delle loro competenze.

Leonardo e i suoi “figli”

Viaggiare e imparare, a spasso per l’Europa

Sotto il cappello di Socrates si dispiegano una miriade di progetti. A cominciare da “Tempus”, dedicato ai paesi non associati dell’Europa Orientale e agli ex paesi dell’unione sovietica e della Mongolia, per contribuire al processo di riforme in atto. I progetti di interscambio non riguardano solo l’istruzione: lo dimostra “Leonardo”. Il creativo per antonomasia presta il nome a un interscambio atto a favorire la formazione professionale; rispondendo alle richieste di nuove competenze offre opportunità di periodi di apprendistato e di stages in paesi europei diversi da quello d’origine. C’è poi “Gioventù”, che garantisce una cooperazione strutturata fra le organizzazioni studentesche e “Alfa”, dedicato alla cooperazione accademica tra l’Unione Europea e l’America Latina. L’alter ego di Alfa è “Alban”, scritto, proposto e rivolto a giovani laureati e professionisti latino-americani, per la formazione superiore specializzata in Europa.
L’elenco potrebbe continuare con altrettanti progetti che dipartono a raggiera da quelli principali. Sebbene il modo migliore per assaporarne il senso, sia quello di viverli in prima persona. Ce ne sono di tutti i tipi, per tutte le età e per ogni genere di formazione. Basta solo un po’ di tempo a disposizione e una valigia carica di sogni, per sentirsi appieno cittadini d’Europa.

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