Accanto ai palazzi rinascimentali e alle chiese barocche, Graz offre anche il “non plus ultra” dell’architettura d’avanguardia; si parla persino di una vera e propria “scuola di Graz” nata negli anni Sessanta e conosciuta oggi nel mondo intero.
Ma è nell’anno 2003 che l’architettura del futuro si è materializzata a Graz, quando la città ha vissuto trecentosessantacinque giorni da capitale Europea della Cultura.
Le costruzioni quasi spaziali, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, si integrano perfettamente nel centro storico, dichiarato dall’Unesco nel 1999 “patrimonio mondiale dell’umanità”.
Passato e futuro non stonano e fanno parte entrambi dell’anima della città perché, come spiegava Wolfgang Lorenz, responsabile del programma Graz 2003 “la città vecchia non è un museo e in nessun caso deve diventarlo. Patrimonio mondiale dell’umanità è un titolo, non una minaccia.”
Fra le bellezze del centro storico
Per esempio. La Torre dell’Orologio, simbolo storico e amatissimo della città, è stata affiancata da un edificio “ombra”: l’Uhrturmschatten, in legno nero;
un’ombra, appunto, che si erge silenziosa vicino alla Torre e fedelmente la riproduce. Il passato non si adegua al presente, ma viceversa. Nell’orologio della Torre, è la lancetta più lunga a segnare le ore, solo perché quella dei minuti è stata aggiunta in un secondo tempo.
L’attaccamento degli abitanti alla loro Torre è testimoniato anche dal fatto che durante l’invasione francese del 1809, pur di non vederla distrutta, pagarono ben 2.987 fiorini; somma notevole per l’epoca.
La campana fa sentire i suoi rintocchi dal lontano 1588 ed è stata ricavata dalla fusione del metallo di centouno palle di cannone turche.
Si trova sullo Schlossberg, una splendida collina alta circa cinquecento metri alla quale si giunge salendo i duecentosessanta scalini scavati nella roccia.
I più pigri possono tuttavia utilizzare la funicolare, che dal 1894 si arrampica lungo una pendenza del 61%; per chi ha “fretta”, è sempre disponibile un ascensore di vetro che in meno di trenta secondi “catapulta” gli occupanti fino alla Torre dell’Orologio.
L’amico “alieno”
Per unire i quartieri delle sponde opposte del fiume Mur, che attraversa il cuore di Graz, è stata costruita la Murinsel, una specie di “conchiglia” di vetro e di acciaio galleggiante, che funge da “café” e teatro all’aperto, perlomeno d’estate. Pezzo forte dell’architettura avveniristica è però la Kunsthaus, Museo d’Arte contemporanea, nata dalla vecchia Eisernen Hause, uno dei primi edifici in ghisa del continente (1848).
C’è chi ha definito la Kunsthaus un “polmone alieno” o “un utero metallico”! Il “friendly alien” (l’alieno amico, così viene chiamato) sembra tuttavia una struttura viva.
Di notte si illumina di blu e i suoi oblò cambiano colore al variare della luce.
La pelle esterna della Kunsthaus è formata da mille e sessantasei pannelli di plexiglas: di sera, la facciata trasmette segnali luminosi e diventa un “notiziario” leggibile, con parole e messaggi, informando i visitatori sugli appuntamenti e sulle mostre d’arte in programma. A sua volta la luce del giorno filtra all’interno attraverso gli oblò che sono tutti rivolti a nord, tranne uno, che sbircia verso est e “incornicia” la Torre dell’Orologio; quasi una tacita e amichevole intesa tra passato e futuro.