Non so se la parola agente sia in crisi anche per quanto riguarda gli agenti di polizia (chi scrive, e si riferisce agli agenti della polizia municipale milanese, sindaco in testa, ne è certo: basti accennare allo sconcio del virtuale permesso alle biciclette di girare sui marciapiedi, recentemente imitate, come ovvio e prevedibile quando un reato viene tollerato, dalle prime moto).
Astrazione fatta dagli agenti dell’ordine, resta il fatto che gli altri agenti non se la spassano sicuramente bene.
Quelli di cambio cominciarono a essere colpiti nell’immagine più di un secolo fa da quel genio dell’humour –cosiddetto inglese ma l’autore era irlandese- che fu il grande Oscar Wilde: “Chiunque, anche un agente di cambio, con una cravatta di seta e una camicia di bucato può sembrare una persona per bene”). Le battute bruciano, fanno sorridere ma non producono danni economici, al portafoglio: tragica fu invece –per gli agenti di cambio- la recente introduzione dell’euro.
Una polizza per assicurare la propria esistenza
Quanto agli agenti di assicurazione, per spiegare una certa diminuzione del loro fatturato, del business in generale, basti ricordare lo spot pubblicitario televisivo del telefono rosso su quattro ruote che suona una specie di carica di cavalleria. Si tratta dell’assicurazione “r.c.a.” (responsabilità civile auto) che si stipula online e/o per posta direttamente con le compagnie assicuratrici (con buon risparmio datosi che si salta l’intermediario….). Morale, le agenzie di assicurazioni vendono (ovviamente) molte meno “r.c.a.” (con ovvio danno, ancorché gli agenti minimizzino commentando che il rischio-auto è in deficit mentre il ramo-vita rende, sorvolando però sul fatto che una polizza vita è dura da inventare mentre le “r.c.a.” si vendono –dicono in Spagna- come il churro e creano portafoglio, leggasi –come dicono a Milano- fàn girà i danèe.
Agenti di polizia (almeno i milanesi), agenti di cambio, agenti di assicurazione, tutti i crisi, dunque.
Cosa mette a rischio gli agenti di viaggio
Beh, gli agenti di viaggi (dicono 7000, non sono forse troppi se un colosso economico come la Germania ne annovera solo 2300?) stanno pure peggio, anzi (sia permessa l’enorme storpiatura del nostrano idioma) stanno pessimo perché sono attualmente oggetto (ma potrebbero pure divenire soggetti, ove si intende chi non subisce ma reagisce e fa) di un cambiamento dei modi di viaggiare che è a dir poco epocale. Eh sì, e siccome non è bello che un web magazine di turismo preveda catastrofismi per le principali fonti di promozione e vendita di viaggi, è doveroso procedere a una corretta documentazione della faccenda. Le agenzie viaggi stanno male (anzi pessimo) per il semplice fatto che recentemente si sono verificate tutte (ma proprio tutte) le componenti negative (o novità nel progresso tecnologico e nell’evoluzione del traffico aereo commerciale) che producono danno, perdita di lavoro al mondo del turismo (eppertanto alle stesse agenzie viaggi). Avanti con esempi, nomi e cognomi (quando è possibile) e dati.
