Stanziatisi a Cambridge, già nel 1226 danno vita a una struttura organizzativa tale da comprendere una sorta di rettore (il Chancellor) e dei corsi regolari diretti dagli stessi membri del gruppo.
Pochi anni dopo si muove anche il re Enrico III che riconosce ufficialmente l’organizzazione universitaria fornendole attestati di stima e protezione.
Oltre ad esentarla da qualsivoglia pagamento a favore dei legittimi proprietari (landlords) delle terre di competenza dell’università, conferisce loro anche il monopolio dell’insegnamento nell’area.
In questo modo solo chi godeva dei servigi di un “master” (istruttore) riconosciuto dall’Università di Cambridge, poteva essere autorizzato a rimanere in città.
Protetta dai Sovrani d’Inghilterra
Gli studenti cominciano così ad organizzare l’insegnamento seguendo lo schema allora in voga in Francia e in Italia: un primo corso base in arte, lettere, logica e retorica, seguito da corsi avanzati di aritmetica, geometria e astronomia che sarebbero poi sfociati in una sorta di laurea specialistica e in un master.
Professori veri e propri ancora non ne esistevano; l’insegnamento era affidato ai masters, che avevano frequentato essi stessi il corso e che avevano ricevuto l’incarico dall’assemblea generale (l’“universitas”, appunto) rappresentata dai loro colleghi studenti.
Col passare degli anni, con l’aumento dei corsi d’insegnamento, degli studenti e delle varie cariche universitarie, si rende necessario un vero e proprio statuto per regolare il funzionamento e la vita dell’ateneo. Probabilmente è questo il primo tentativo di statuto universitario onnicomprensivo di cui ci resta ancora una copia manoscritta, conservata presso la Biblioteca Angelica di Roma.
Nel XIV secolo l’Università di Cambridge è talmente importante da farsi concedere dal sovrano britannico una vera e propria corte di giustizia interna.
Con gli anni, crescita e contrasti
A latere della crescita dell’Università, si sviluppano moltissime attività commerciali che, oltre a fornire servizi utili agli studenti, spesso si lasciano andare a commerci e comportamenti fraudolenti.
Per proteggere gli studenti dallo sfruttamento attuato dagli abitanti del villaggio che tendevano ad aumentare oltremodo il prezzo del cibo, delle candele (fondamentali per lo studio nelle ore notturne) o degli ancor più necessari legna e carbone per il riscaldamento, all’Università viene concesso il diritto di procedere legalmente contro gli speculatori e di controllare il prezzo del pane e della “ale”, la tipica birra inglese ad alta fermentazione.
L’acquisizione di questi poteri straordinari da parte dell’Università continua però ad essere un elemento di attrito con la popolazione locale, attrito che si protrae sino al XIX secolo.
Certamente risulta fra le cause principali, nel 1381, della rivolta e degli attacchi contro le proprietà universitarie. La rabbia della popolazione contro l’Università, in realtà, non era proprio ingiustificata visto che, come risulta da un’inchiesta degli ispettori reali, il Chancellor si era arrogato il diritto, oltre che di perseguire gli speculatori, falsificare pesi e misure, adulterare cibi e bevande mettendo a rischio la salute pubblica o addirittura di interrompere a suo piacimento la fornitura d’acqua corrente al resto della città.