La mostra fotografica dal titolo “Tracce di vita quotidiana”, inaugurata il 2 aprile scorso, proseguirà fino al 30 aprile 2017 presso lo spazio dell’Associazione Culturale Imagoars in Campo del Ghetto Vecchio a Venezia. Si tratta dell’esposizione personale di Pietro De Albertis, un fotografo nato e vissuto nella splendida città lagunare da cui è rimasto senz’altro influenzato dai colori, dagli odori, dai suoni ed umori di una città in grado di affascinare sempre e dovunque. L’artista-fotografo ha iniziato ad usare la macchina fotografica fin dall’età di sedici anni, sviluppando e stampando in proprio le sue fotografie, perfezionando negli anni, attraverso una grande passione e l’esperienza accumulata, la tecnica e la scelta dei suoi soggetti.
Una scelta dettata da scatti estemporanei sottratti alle figure in movimento lungo i campielli, le calli, i canali di una Venezia insolita vista a due colori, dove il contrasto del nero e del bianco rendono alla massima potenza tutta la forza del gesto compiuto dai personaggi raffigurati, inconsapevoli d’essere ripresi.
Scatti, scorci, figure umane, ma anche architetture, gondole, acqua, cielo, pietra sull’acqua, sono i soggetti preferiti dal fotografo che sa trasmettere un crogiolo di emozioni a cui è impossibile sottrarsi.
L’occhio dell’osservatore è letteralmente catturato dalle luci e ombre del bianco e nero, dalle inquadrature non stereotipate, dalla bellezza delle vedute veneziane immortalate attraverso lo scatto delle prime luci dell’alba, per non inquinare l’autenticità della foto.
De Albertis, consapevole di trovarsi in una città che è pur sempre un set a cielo aperto, cattura le persone mentre si prodigano a salire i ponti di Venezia, oppure quando si riparano dal vento e dalla pioggia rifugiandosi in un piccolo anfratto delle calli, o ancora mentre leggono il giornale o si allacciano le scarpe.
Gesti innocenti, di uso quotidiano, scontati ma non qui, non nelle belle fotografie dell’artista.
Le persone diventano protagoniste della scena, quasi sempre inserite in un involucro non asettico, ma foriero di luoghi artistici che solo Venezia può offrire, dando l’illusione d’essere proiettati all’interno della scena e di parteciparvi con sensibilità ed emozione. Alcuni titoli delle foto sono: “Il Labirinto”, “Alle sette di mattina dopo la movida”, “Davanti alla serranda di Fabris, piazza San Marco”, “a calle del pasticcere”, “La porta piccola della chiesa-Cannaregio”, “Il cartellone” e tante altre tracce, appunto, di vita quotidiana di una Venezia dei tempi moderni, ma antica perché senza tempo nello scorrere del tempo.
Informazioni: www.imagoars.com