Lunedì 9 Dicembre 2024 - Anno XXII

Cefalonia: natura, bellezze, storia e ricordi

Cefalonia panorana

Un viaggio nella magnifica isola del mar Ionio, Cefalonia, decima bellezza paesaggistica al mondo. Coste incantate e monti maestosi. Monasteri e siti archeologici.

Cefalonia spiaggia

Nel tranquillo e azzurro mar Ionio si erge l’isola di Cefalonia che, grazie al suo inestimabile patrimonio naturale, è considerata oggi al decimo posto nella graduatoria internazionale relativa ai luoghi di maggiore bellezza paesaggistica.

Il maestoso Monte Enos, peculiare per la presenza del rarissimo abete nero, emerge imperante dalle limpide acque che circondano l’isola e attorno ad esso baie infinite e spiagge dalla sabbia finissima, completano il quadro di Cefalonia, luogo pieno di fascino e di continui contrasti e sorprese. Poiché l’ambiente passa da una fitta vegetazione ad un paesaggio aspro e nudo, facilmente ci si può imbattere in una fauna eccezionale costituita da cavalli selvaggi, aquile dorate e falchi, nonché da delfini, dalle tartarughe Caretta-Caretta e dalle rare foche Monacus-Monacus.

Cefalonia: siti archeologici e monasteri
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Tomba di Mazarakata

La vita nell’isola apparve già in epoca preistorica, ma raggiunse il suo apice nel periodo miceneo, di cui ne sono rimaste oggi molte testimonianze. Il territorio, infatti, è puntellato di reperti e siti archeologici come le tombe di Mazarakata e quelle di Tzanata, rispettivamente situate a Sud-Ovest e a Sud-Est, nelle quali furono anche rinvenuti oggetti di grande valore, gioielli e sigilli unici al mondo e favolosi mosaici tuttora integri.
Da non perdere sono inoltre i due monasteri del periodo bizantino di S. Andrea e di Kipoureon, depositari di bellissimi affreschi e di importanti cimeli.

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Monastero di Sant’Andrea

Ma nonostante le immense ricchezze storiche e culturali, il fascino mediterraneo di Cefalonia risiede soprattutto nelle incantevoli coste, tra cui spicca il paradiso terrestre dell’isola: la spiaggia di Myrtos. Essa è considerata tra le più affascinanti di tutta la Grecia e, sebbene le facciano concorrenza altri litorali della Cefaloniacome Makris, Platis Gialos, Poros, Lourdas, Antisamos e XI, unica nel suo genere per la sabbia rossa argillosa, il primato di Myrtos è indiscusso; custodita da altissime rocce, il mare offre splendide combinazioni cromatiche, dal verde-celeste all’azzurro profondo.

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La caverna di Melissani
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La caverna di Melissani

La natura dà il meglio di sé nella caverna lagunare di Melissani situata nei pressi della città di Sami (unico approdo per chi arriva dall’Italia), in cui è crollata una parte del suo tetto, creando uno spettacolo incomparabile appena i raggi del sole illuminano le pareti rocciose della grotta con stalattiti vecchie di 20 mila anni, colorando di mille colori l’acqua della laguna. Tra le città più caratteristiche meritano particolare attenzione Fiscardo, pittoresco paesino del Nord abitato da pescatori, la capitale Argostoli in cui è situato il Museo Archeologico e in cui molti edifici sono costruiti in stile neoclassico, e Lixouri, noto centro urbano con ampie piazze, tipici caffè e importanti chiese.

L’isola è anche un simbolo della Resistenza

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Oggi Cefalonia è indubbiamente un luogo di soggiorno ideale, soprattutto per noi italiani data l’estrema comodità di raggiungerla in aereo o in traghetto. E noi italiani non dobbiamo mai dimenticare il tremendo e orribile massacro perpetrato dall’esercito tedesco, per ordine di Hitler, e avvenuto su quest’isola nei confronti della nostra Divisione “Acqui” dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43. Con un gesto di grande eroismo i nostri soldati rifiutarono di arrendersi e di cedere le armi, rinunciando di proseguire la guerra accanto al Reich.

Per tutta risposta la Wehrmacht decise di vendicarsi e di trucidare barbaramente oltre seimilacinquecento militari, commettendo così una delle stragi più feroci della Seconda Guerra Mondiale e infrangendo ogni codice bellico.

Per non dimenticare

È importante tenere sempre vivo il ricordo di questi soldati che morirono per la Patria e mantennero fede fino all’ultimo al solenne giuramento pronunciato.

Per troppo tempo questa tragedia è caduta nell’oblio, sebbene sia stata la prima azione di Resistenza al nazismo; ma solo pochi storiografi lo riconoscono, ed è forse per questo motivo che essa rappresenta un imperdonabile “buco” nella nostra memoria, solo in parte colmato dal lodevole omaggio reso dal Presidente Ciampi nei confronti dei nostri eroi abbandonati.

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Le testimonianze, le documentazioni e le ricostruzioni dei fatti si possono ritrovare in due grandi opere. La prima dal titolo “La divisione Acqui a Cefalonia“, redatta dall’eminente studioso di storia militare Giorgio Rochat, la seconda dal titolo “Italiani dovete morire” di Alfio Caruso.

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