L’immortale eroe di Cervantes cavalca ancora, nella fantasia della gente, in compagnia del fido Sancho Panza attraverso i paesaggi bruni e ocra della Mancia. All’improvviso, un panorama di straordinaria bellezza illumina la scena: la visione di Cuenca, costruita lungo i costoni delle colline scavate dalle acque dei due fiumi che da sempre la bagnano. Percorrere le vie tortuose della cittadina, salire e scendere le scale che uniscono i diversi livelli della città, è una sensazione piacevolissima; quella che deve aver provato anche Don Chisciotte; i panorami d’allora e di adesso non sono così diversi, dopotutto. Poi, la magia delle case appese alla montagna, costruite sfruttando ogni più piccola fenditura; un gioco a incastro di pietre e mattoni a riempire i vuoti naturali delle pareti. Ma la vertigine non ha fine se l’occhio si posa anche sui balconi, sulle verande che si staccano dai muri e penzolano sul vuoto sottostante. Le case sono legate le une alle altre, quasi a fasciare – immensa cintura di pietre bionde – la curva sinuosa della montagna. Cuenca, bella e riservata, ricca di stili e di vita. Nella lunga e tuttavia raccolta Plaza Mayor si affacciano il Duomo gotico con la scalinata sempre affollata di giovani e vecchi, ciascun gruppo a raccontarsi le storie della loro età; la torre Mangana, un tempo incorporata in una fortezza araba e il barocco Palazzo Comunale. Ancora chiese e palazzi nobiliari, piccole piazze ombrose, vicoli e archi e case a formare magnifiche prospettive naturali. Ma Cuenca riserva una sorpresa in più: lo splendido Museo delle Scienze.
Cuenca, hemos abierto una puerta en el tiempo
Lo affermano con giustificato orgoglio i conquensi, così si chiamano gli abitanti di Cuenca, città dichiarata patrimonio mondiale dall’UNESCO. Costruzione moderna totalmente inserita nel tessuto antico, la sede museale è il risultato di un insieme di soluzioni che riflettono le molte contraddizioni con le quali, chi vi ha messo mano, ha dovuto confrontarsi. E’ un gioco continuo che varia tra solidità e leggerezza, variabilità e il suo contrario, costruito preesistente e nuovo edificato. L’intero edificio è la risposta continua e puntigliosa a nuove domande e nuovi problemi: tecnici, economici e politici. L’intero complesso si presenta, nel suo aspetto generale, simile alle antiche fortezze arabe; come un’enorme cassa rigida che racchiude una struttura dinamica, apparentemente instabile. Il risultato, per il visitatore, è una continua sensazione di fluttuante cammino, attraverso i vari padiglioni interni sino a giungere, esternamente, a rassicuranti e definitivi volumi di contenimento. E’ l’opera pensata, elaborata, costruita, giorno dopo giorno, dagli architetti Salvador Pérez Arroyo e Eva Hurtado Toràn.
Le meraviglie del Museo delle Scienze
Il Museo si articola nei seguenti spazi o percorsi: la macchina del tempo, l’astronomia, il planetario, i tesori della terra (cronologia, geologia, stratigrafia, paleontologia), il laboratorio della vita, la storia del futuro. La Macchina del Tempo segna lo scorrere delle ore, del tempo, per mezzo di pezzi mobili che ruotano all’interno; sfere che seguono delle guide in legno sospese nell’aria. Tutta la forza della macchina rimane concentrata nel liberare i contenuti delle guide-vetrina. Una contiene i segnali del tempo dal Big-Bang sino ad oggi; l’altra pone in evidenza le testimonianze, le invenzioni, i segni creati dall’uomo nel lungo spazio temporale della sua presenza nella penisola iberica.
La sala dell’Astronomia ne traccia la storia, attraverso bellissime immagini e pannelli luminosi, dall’epoca delle prime civiltà ai tempi attuali, passando per la Grecia antica, il Medioevo, il Rinascimento e la “Ilustración” (periodo culturale del XVIII secolo). Vengono citati i personaggi chiave di questo percorso: Tolomeo, Alfonso X il Saggio, Copernico, Galileo, Newton. Hubble. Accanto ai personaggi, i più significativi traguardi della storia dell’astronomia: l’invenzione dell’astrolabio, del telescopio, la messa in orbita dei telescopi spaziali che hanno consentito all’uomo di raggiungere notevoli livelli di conoscenza del cosmo.
La sezione dedicata all’Astronomia mostra anche immagini della volta celeste ottenute per mezzo del telescopio in dotazione al Museo. Logico completamento della sezione astronomica è il Planetario, che alterna esplorazioni dal vivo a filmati sulle stelle e sui pianeti.
La sala dei Tesori della Terra inizia come vero e proprio viaggio geologico al centro del pianeta per svilupparsi poi attraverso altre discipline. Il filo conduttore di questa sezione riguarda l’evoluzione e lo sviluppo, attraverso le ere, delle fasi geologiche e paleontologiche (con gli animali che l’abitavano) per concludersi con la presenza dell’uomo; il tutto, riferito all’area castigliana e manchega. L’esposizione tende a mostrare le trasformazioni verificatesi in un periodo di quasi 500 milioni di anni; scoperta dei fossili e dei loro inequivocabili messaggi mediante gli organismi che sono stati all’origine della vita. Percorrendo un tunnel si incontrano le varie tappe dell’evoluzione umana sulla terra: nei mari paleozoici (500 milioni di anni); gli ecosistemi dei litorali alla fine di questa era (300 milioni di anni); l’apparizione dei rettili nella penisola iberica nel Triassico (245 milioni di anni) e la fauna dei mari del giurassico (175 milioni di anni). All’uscita del tunnel vi sono degli indicatori che segnalano l’avanzamento diacronico (datazione assoluta e relativa); mappe dei contorni delle terre emerse in quel determinato periodo; il tipo di roccia predominante nei sedimenti d’ogni epoca (carote dimostrative nelle pareti del tunnel) e la distribuzione di questi sedimenti nella zona di Cuenca e della Mancia. L’ultimo stadio della sezione illustra l’ecosistema del Cretaceo inferiore (125 milioni di anni) e si collega alla Paleontologia.
Le sale del Laboratorio della Vita e la Storia del Futuro. La prima esamina, attraverso audiovisivi e pannelli luminosi interattivi, la situazione della natura, con i suoi alti e bassi dovuti alle interferenze dell’uomo, nella vasta regione spagnola della Castiglia-La Mancia. Le acque della Comunità, l’evoluzione del paesaggio, influenzato sia dai cambiamenti climatici che dagli interventi umani, l’ecosistema della regione: animali domestici e selvatici, la caccia, la pesca attraverso il tempo, l’istituzione di parchi e zone protette, le colture agricole e così di seguito.
La Storia del Futuro prende inizialmente spunto dalla storia dell’uomo, dagli equilibri dai quali dipende la sua vita: conoscenza del suo essere (concepimento, sviluppo, DNA) all’ambiente che lo circonda e che tanto influenza la sua permanenza in vita (alimentazione, esigenze basilari per meglio affrontare lo sviluppo, quindi, funzionamento del corpo umano, consumo energetico). Prima della fase finale della mostra permanente, che tratta dei possibili futuri scenari della vita e del mondo, desta grande interesse una sezione che spiega, con esempi pratici, quali siano le varie fasi del sonno, nell’uomo e nella donna. Come sono divise nelle ore di riposo, quali le fasi agitate e quelle di calma, come nascono i sogni.
Un degno coronamento di una visita davvero interessante, che dimostra come un Museo, se ben pensato e meglio realizzato, non sia e non debba essere sinonimo di noia. Specie per i giovani.