![Qat, le foglie che incantano 1 Il famoso caffè di Mokha-](http://www.mondointasca.org/wp-content/uploads/2003/06/Mokha-il-caff%C3%A9-350x244.jpg)
Il panorama di campagna, così come noi lo concepiamo, nello Yemen non esiste. Esistono zone coltivate a tabacco, caffè (celebre il Mokha, che prende il nome dall’antico porto sul Mar Rosso), ma soprattutto abbondano, un po’ dappertutto, le coltivazioni dell’onnipresente, caratterizzante, quasi infestante Qat.
![Qat, le foglie che incantano 2 Qat](http://www.mondointasca.org/wp-content/uploads/2015/06/23_shibam.jpg)
Le piante di questo alcaloide vivono una quarantina d’anni, all’incirca. Sono alte un paio di metri e nel loro massimo sviluppo possono raggiungere i quattro, cinque metri. La qualità della pianta, ovvero la bontà e la “resa” delle foglie che produce dipende in gran parte dalla scelta del terreno che deve essere protetto dai venti e ben irrigato. Coltivare Qat non è impresa commerciale per tutti. Richiede tempo, controllo, capacità distributive ma anche notevoli mezzi finanziari. E’ un “lavoro” che comincia a rendere dopo alcuni anni, necessari questi per ammortizzare le spese iniziali. Chi commercia il Qat deve renderne conto alle autorità statali che impongono una tassazione; per il resto, vige la regola dello spirito d’iniziativa personale. Se le cose vanno bene, arriva anche il guadagno col quale costruire una bella casa, quasi sempre a ridosso dei campi coltivati, con tanto di fucile a portata di mano per proteggere le piantine dai malintenzionati. Questo perché il Qat è un articolo che costa, una volta immesso sul mercato.
Il Qat per gli yemeniti
Per gli yemeniti maschi il Qat rappresenta una vera e propria filosofia di vita, oltreché una consolidata abitudine giornaliera. Tutti i suk (mercati) delle principali città (Sana’a, Taiz, Hodeidah, Aden), ma anche quelli dei più piccoli villaggi, hanno un settore che vende il Qat. Dopo i pasti, gli yemeniti si rilassano: seduti dove capita a gambe incrociate, prendono i rametti di Qat, li lavano e cominciano a staccare le foglioline della cima, le più tenere, mettendosele in bocca.
La masticazione avviene mentre si chiacchiera con gli amici e lo spoglio dei rami procede spedito verso le foglie più grandi. Ogni tanto un sorso d’acqua o di te per facilitare la salivazione che diviene abbondante e consente di roteare in bocca il bolo che si forma dall’impasto di foglie. Il gonfiore mobile si sposta ora a destra ora a sinistra, fra denti e guancia, arrivando in qualche caso a deformare, letteralmente, il viso di chi mastica.
Il Qat e i suoi effetti
Anche i più disperati fra i poveri non si fanno mancare la piccola “dose” quotidiana; pochi rametti che pagano, mediamente, dai 200 ai 400 Rials (dai due ai quattro Euro, circa). Gli yemeniti sono convinti che il Qat aiuti a vivere meglio. Allevia la fatica, migliora la resa nel lavoro e – particolare per loro della massima importanza – anche quella delle prestazioni sessuali. Masticare Qat, alla lunga, crea problemi a denti e gengive, provoca disturbi renali e gastro-intestinali che indeboliscono l’organismo e portano a un invecchiamento precoce. Che sapore hanno le foglie di Qat? Amarognolo e tutto sommato disgustoso; “legano” e impastano sia la lingua che il palato. Provare per credere! Ma per gli arabi dello Yemen è un segno di irrinunciabile virilità e un modo per alleviare le fatiche e le pene del vivere quotidiano.