Indossare il velo, nella maggior parte dei paesi arabi, è ancora pratica comune ai nostri giorni. Da un paese all’altro il velo cambia frequentemente nome e foggia. Nello Yemen, un territorio in continuo mutamento e sviluppo sin dai tempi dell’Imam Ahmed e dell’occupazione britannica, le donne non hanno mai conosciuto o indossato in passato lo sharshaf (velo scuro); usavano coprire i loro capelli con grandi sciarpe di vivaci colori. Quando i Turchi occupano la zona, introducono l’uso di questi abiti neri che finiscono per stimolare l’interesse degli yemeniti; iniziare a tesserli e a venderli nei vari mercati è un tutt’uno. Col tempo, questo abito si diffonde in tutto il mondo arabo. Da allora in poi, le donne indossano questi strani indumenti neri che le coprono dalla testa sino agli alluci dei piedi, con la sola eccezione degli occhi, che restano visibili. In questo caso nessuno riusciva a immaginare di chi fossero questi occhi; cosa che poteva rappresentare un vantaggio ma anche uno svantaggio: alcuni inconvenienti sono stati causati proprio dalla peculiarità dello sharshaf.
Sempre meno veli
Per fortuna, l’abitudine di indossare tali abiti è cessata in molti paesi arabi quali l’Egitto, la Siria, il Libano, l’Iraq e la Giordania, sebbene le donne più anziane ancora non vi rinuncino, con lo scopo non confessato di “nascondere” la loro età. Ma nello Yemen, indossare lo sharshaf è divenuta una tradizione consolidata, al punto che, quando una ragazza si sposa, fra il ricco corredo che le viene donato figura sempre “anche” quest’abito.
In questi ultimi anni, alcune nuove mode hanno rimpiazzato in parte il diffusissimo sharshaf. Per esempio, ha incontrato un certo successo un abito chiamato baldho, simile a un lungo soprabito con maniche; allo sharshaf tradizionale l’accomuna ad ogni modo lo stesso colore nero. Alcuni baldho presentano una lunga fila di bottoni che si aprono sul davanti, mentre altri sono semplici, lunghi vestiti. Questi abiti particolari possono essere indossati e completati da un velo o una sciarpa; finiscono per concedere alle donne maggiore libertà di movimento che non lo sharshaf. Al momento, comunque, nessun abito di foggia nuova è in grado di rimpiazzare lo sharshaf, che rimane l’abito per eccellenza della donna yemenita e il più indossato in assoluto.
Vantaggi e svantaggi del velo
Nello Yemen, le ragazze di città vengono invogliate dai genitori ad indossare lo sharshaf quando escono di casa, specie se hanno superato la pubertà; vi sono tuttavia anche genitori “moderni” o lungimiranti che consentono alle loro figlie di uscire senza il velo, coprendosi semplicemente con il nuovo baldho, completato a sua volta da una sciarpa a copertura dei capelli. Torniamo per un attimo a parlare dei vantaggi e degli svantaggi (per le donne), di indossare lo sharshaf.
Vantaggi
1) Si può non essere riconosciute da qualcuno che si conosce.
2) Se si indossano gioielli, questi resteranno ben “nascosti” sotto l’abito.
3) se si è brutte o vecchie, non sarà notato da alcuno.
Svantaggi
1) Uscendo per un pic-nic o recandosi al lavoro, non si potrà godere appieno l’aria fresca che ci circonda.
2) Ci si sentirà sudate e costrette dall’abito.
3) Non ci si potrà mai sentire libere, bensì psicologicamente “imprigionate”.
4) Sarà duro difendersi, così vestite, qualora si venga aggredite.
5) Si susciterà il riso delle persone evolute.
Non è infine simpatico ricordare che i ladri (uomini come donne), possono trarre vantaggio dall’uso dello sharshaf: sarà per loro molto facile mescolarsi alla folla dei mercati e rubare con destrezza. Noi speriamo vivamente che l’abitudine di indossare lo sharshaf, nello Yemen, venga in futuro a cessare.
(Questo articolo, di A. Al-Olfi è tratto da “Alsiyaha Tourist – Sana’a, Yemen. La traduzione è stata curata da F. Formignani)
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