Sono trascorsi alcuni mesi da una trasferta automobilistica (4.400 chilometri, ma per la Spagna si fa questo ed altro) alla Semana Santa di Lorca, vivace città contadina, 70.000 abitanti, nella Regiòn de Murcia, a pochi chilometri dall’Andalusìa). Un discreto lasso di tempo, che però non mi impedisce di cancellare dalle orecchie (periodicamente risuonano vibranti) due urlate professioni di fede, strillate manifestazioni vocali, espressioni di tifo calcistico che segnarono le mie serate del Giovedì e del Venerdì Santo, durante imponenti non meno che faraoniche processioni, ben definite Desfiles Biblicos-Pasionales, personajes del Antiguo y Nuevo Testamento (la Semana Santa è stata dichiarata di Interès Turistico Nacional).
Incitamenti da stadio
“Viva el Paso Blanco!” (seguito da altri Viva dedicati alla madonna protettrice del Paso osannato), gridava una voce decisa (più da Fossa dei Leoni che da processione religiosa). “Viva el Paso Azul!” replicava con veemenza un’altra voce stridente (più da Furie Nerazzurre che da pia sfilata per commemorare la Passione di Cristo) in un caos di vessilli, fazzoletti, stendardi, berretti, coccarde bianche e blu. Ma se l’orecchio ricorda, anche l’occhio vuole la sua parte. Nonostante il tempo trascorso, rammento perfettamente (ancorché lontane, non sistemate nella mia tribuna, ma in quella di fronte) i gesti un filino isterici delle due ultras più scatenate in una urlante sfida all’ultimo Viva, un Ok Corral della aficiòn senza soste; terminato l’incitamento della Pasionaria di un Paso – ma anche i maschi non scherzavano, per numero e slancio- contestualmente si alzava l’omologa del Paso opposto e scatenava la reazione. Cos’è un Paso? Ne trascrivo la spiegazione dal dizionario della Real Academia Española de la Lengua (non occorrono traduzioni): “Efigie o grupo que representa un suceso de la Pasiòn de Cristo y se saca en procesiòn por la Semana Santa”. Per estensione, però, da singola effigie o gruppo scultoreo portato in processione, a Lorca per Paso si intende anche la Confraternita (Cofradìa, Hermandad) che partecipa alla processione (tra i tanti, gli incappucciati, i costaleros che sorreggono il Paso) e alle altre manifestazioni della Semana Santa.
A Lorca processioni colorate e “colorite”
Si sarebbe dovuta aprire la testimonianza sulla Semana Santa di Lorca con la descrizione dei soggetti, delle istituzioni e delle manifestazioni da loro organizzate, ma la vicenda del Paso Blanco e del Paso Azul mi ha affascinato e stupito a tal punto da meritare la precedenza. Per tanti motivi. Esistono ad esempio anche altri Pasos: il Morado, l’Encarnado e il Negro, ma sono considerati di serie B (giusto qualche battimani al loro passaggio). E’ come se da noi uno della Salernitana o del Treviso tenesse per la Roma o la Juventus; a Lorca l’aficionado al Paso Morado o all’Encarnado può benissimo tifare anche per il Blanco o per l’Azul).
Ma un motivo domina su tutti. Mi riferisco alla stranezza di questo tifo da stadio, al niente cui corrispondono grida, urla, Viva (e parlandosi di gente civilissima è superfluo precisare che non si sentono Abbasso), vessilli, incitamenti, battimani. Sì, perché si “combatte” per qualcosa di etereo (e forse qui sta il bello della vicenda) nel senso che un Paso è tutto e niente e la disfida non finisce con vincitori e vinti (il mio stupore sulla rivalità Blanco y Azul non è poi così ingenuo: in tutta la Spagna è arcinota l’esasperazione Blanca o Azul della Semana Santa di Lorca). Un Paso è “tutto e niente” perché (pur disponendo, ovviamente, di una sede e financo di un museo nello stesso edificio di una chiesa) non è identificabile, come accade a Siviglia, con un barrio (rione), una contrada, non ha connotazioni politiche o sociali, l’aderirvi non comporta tesseramenti. La aficiòn per un Paso è (si usi questo aggettivo ormai tanto di moda) trasversale. Come Milan e Inter, o Real Madrid e Barça, allora? Eh no, ecco la differenza che intriga. Chi tiene per una squadra di calcio (o per un partito politico) si adopera (trombette, urla, striscioni) per il raggiungimento di un successo, una vittoria, regolarmente sanzionata da un risultato, una classifica, un conteggio.
Senza vinti e vincitori
Ai tifosi lorquinos dei Pasos Blanco e Azul, tutto ciò non accade: le loro Cofradias organizzano gran parte delle due immani processioni; possono durare fino a quattro ore, cominciano con un immenso Show storico e culminano con le immagini religiose. Loro si sgolano per dar vita al citato tifo da stadio, ma alla fine della manifestazione non c’è un vincitore, un “più bravo”, fosse solo una segnalazione decisa da un’improbabile giuria casereccia o dalla vendita di biglietti in una lotteria parrocchiale. Tutti a casa. Ognuno resta, afono, col proprio tifo; sarebbe il caso di dire: tanto rumore per nulla. Chi invece torna a casa senza dubbi sul risultato (del viaggio) è il visitatore, ben certo di aver trascorso un’intrigante Semana Santa, che inizia prima della domenica delle Palme, il Viernes de Dolores, con una serenata all’omonima Virgen, e si conclude la domenica della Resurrezione con la processione de Jesùs resuscitado. Ma il clou della kermesse storico-religiosa ha luogo nelle serate del Giovedì e del Venerdì Santo lungo la “carrera” – per i non lorquinos la rettilinea avenida Juan Carlos I – quando il Paso Blanco e il Paso Azul scatenano gli entusiasmi al passaggio di coreografie, ricostruzioni storiche, migliaia di comparse, uno spettacolo il cui allestimento è costato un anno di lavoro, sforzi, dedizione e speranze.
La storia in processione
Dove, se non a Lorca, vedete sfilare – riccamente vestiti con tessuti di gran pregio – Debora (profetessa di Israele, in mantello Azul) e Sant’Elena (in tunica Blanca); Geroboamo e la cavalleria della regina di Saba, la fanteria del re di Babilonia e il bellico carro di Giulio Cesare, bighe egizie di otto cavalli apparigliati al galoppo sfrenato (!) e le tribù di Israele con trombe e timpani? Chiudono le sfilate dei rispettivi Pasos, il Trono de la Virgen de la Amargura (protettrice del Paso Blanco) e il Trono de la Virgen de los Dolores (titular del Paso Azul). E vai coi Viva.
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