Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Madeira, isola di contrasti

Madeira-le-piscine-naturali

Un pezzo di Portogallo nell’Atlantico. Abitatissimo, costruitissimo, sulla costa sud. Montuoso, genuino, ricco di foreste e vigneti (e poco abitato) il centro isola e la parte nord

aeroporto Madeira
Aeroporto Madeira

Picchi, foreste e tutt’attorno il mare: Madeira. La pista dell’aeroporto costeggia audacemente la montagna ed è con un filo d’emozione che si atterra in quest’isola in mezzo all’Atlantico. Un tempo le navi sulla rotte delle colonie passavano di qui ed è così che è andata delineandosi la vocazione commerciale e poi turistica di Madeira, di gran moda nell’800 tre l’élite europea, specie britannica, in virtù dei legami storici tra Portogallo e Inghilterra. Regolati sin dal XIV secolo da matrimoni reali e accordi commerciali. Non a caso il commercio del famoso vino di Madeira era quasi tutto in mano di inglesi che si erano trasferiti a Funchal. Alcuni come i Blandy sono ancora tra le famiglie più importanti dell’isola.

Tra i giardini in inverno
Il Giardino Botanico foto di H. Grobe
Il Giardino Botanico foto di H. Grobe

Grazie al clima straordinariamente mite Madeira era, ed è, una meta facilmente raggiungibile per sfuggire all’inverno. La sua vegetazione già rigogliosa nel corso del tempo si è arricchita di piante arrivate dalle colonie. Questo unito alla passione tutta britannica per il “gardening” ha dato vita a una serie di lussureggianti giardini dove le varietà locali si mescolano a specie botaniche esotiche ambientate perfettamente sull’isola.  Il Jardim Botânico, che faceva parte della residenza dei Reid, primi proprietari dello storico e omonimo hotel, ne è un esempio. Come pure molti altri giardini nati intorno a proprietà private (Quinta do Palheiro, Quinta de Boa vista, Jardim de Senhora per citarne alcuni, in tutto sono una dozzina).

L’idillio purtroppo è spezzato da uno sviluppo edilizio discutibile e disordinato. Per esempio nei dintorni di Funchal. Il centro della capitale, tuttavia, conserva abbastanza intatto il “sapore” di una volta. A parte alcune magagne abilmente dissimulate come il fiume bisognoso di depurazione, nascosto dalle volte fiorite di un’opulenta e gigantesca buganvillee.  Il Mercado dos Lavradores (mercato dei lavoratori) è uno di quei luoghi che restano impressi e nel quale l’anima dell’isola si mostra finalmente nella sua genuinità. Ci si sente a proprio agio tra i banchi di piante e di fiori, tra i profumi intensi della frutta e della verdura. Alcuni venditori, con un’apposita macchina a manovella, riducono in striscioline sottili una quantità impressionante di verdura che serve per fare una popolare zuppa.

Madeira dei monti
Madeira Pico Ruivo
Madeira Pico Ruivo

La vera essenza dell’isola, però, si svela nell’interno, più che sulle erte coste atlantiche. Salire sui monti più alti di Madeira, Pico do Arieiro (1800 m.) e Pico Ruivo (1862 m.) è un’esperienza inconsueta. Sul “Continente” non si è abituati a andare in montagna e avere una spettacolare vista sul… mare!  Quando, eccezionalmente nevica, la gente del posto si diverte a costruire pupazzi di neve sul cofano delle vetture e poi guida a valle piano per non farli cadere.  Tra le proposte di shopping che anche in alta quota non mancano, compaiono i berretti da uomo caratteristici di Madeira, di lana colorata con un buffo ciuffo in cima. Possono sembrare destinati ormai solo ai turisti. Al contrario, vengono quotidianamente utilizzati dagli agricoltori.

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Come si può constatare andando in campagna, tra le colline e le alture dell’interno. È qui, abbandonati i percorsi più turistici, che si può scoprire la Madeira più autentica. Lasciata la costa, la vegetazione spontanea disegna paesaggi suggestivi, alternati alle coltivazioni e alle piantagioni di banane di cui Madeira è produttrice (non senza qualche problema con l’Unione Europea). Si scoprono residui di coltivazione di canna da zucchero, tuttora utilizzati per ottenere una specie di rum locale, grande ricchezza dell’isola fino al declino e alla sostituzione con i vigneti.  Tra terrazzamenti (poios) e i caratteristici acquedotti per l’irrigazione (levadas), piccoli villaggi dove ancora, tra una casa moderna e l’altra si conservano alcune rare, autentiche abitazioni tradizionali.  Di pietra senza finestre, con tetto di paglia e cucina allestita in un altro piccolo edificio esterno. Sono sempre meno e ormai, quando non sono in rovina, vengono utilizzate per il bestiame.

Atmosfere suggestive
Madeira La foresta Lourisilva
La foresta Lourisilva

Percorrendo i sentieri tra i terrazzamenti coltivati, sulle soglie delle case si vedono le donne intente a lavori di ricamo, gli stessi che si trovano in vendita a Funchal. Qui la gente affronta ancora un duro lavoro quotidiano: tra i “poios” si può solo andare a piedi. Ma tutti sono gentili e sorridenti. Salendo, il paesaggio agricolo cede il posto alle foreste di Laurisilva, foreste primarie che coprivano anche l’Europa, poi distrutte dall’Era Glaciale. Questa di Madeira è la più grande e meglio conservata al mondo. Nel 1999 è stata classificata dall’Unesco come World Natural Heritage: quasi 15 mila ettari il cui più grande valore è la biodiversità, oltre alla sua enorme importanza nell’ecosistema dell’isola. Visitarla è un’esperienza unica. La strada rapida per Funchal, costruita circa sei anni fa con il 60 per cento di contributi dell’Unione Europea, riporta nel mondo reale. E si ha la sensazione di lasciare l’incanto di un mondo arcaico e di aver intravisto, anche se brevemente, la Madeira di una volta.

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Percorrendo i sentieri tra i terrazzamenti coltivati, sulle soglie delle case si vedono le donne intente a lavori di ricamo, gli stessi che si trovano in vendita a Funchal. Qui la gente affronta ancora un duro lavoro quotidiano: tra i “poios” si può solo andare a piedi. Ma tutti sono gentili e sorridenti.  Salendo, il paesaggio agricolo cede il posto alle foreste di Laurisilva, foreste primarie che coprivano anche l’Europa, poi distrutte dall’Era Glaciale. Questa di Madeira è la più grande e meglio conservata al mondo. Nel 1999 è stata classificata dall’Unesco come World Natural Heritage: quasi 15 mila ettari il cui più grande valore è la biodiversità, oltre alla sua enorme importanza nell’ecosistema dell’isola. Visitarla è un’esperienza unica. La strada rapida per Funchal, costruita circa sei anni fa con il 60 per cento di contributi dell’Unione Europea, riporta nel mondo reale. E si ha la sensazione di lasciare l’incanto di un mondo arcaico e di aver intravisto, anche se brevemente, la Madeira di una volta.

Funchal: l’affascinante Reid’s Hotel 
Reid’s Hotel
Reid’s Hotel

Lusso, calma e voluttà. Questo è il primo pensiero aprendo le finestre della mia bellissima camera al Reid’s di Madeira. Di un’eleganza dal gusto very british, con tripudio marmoreo nella sala da bagno. Il Reid’s, un’istituzione ormai di Madeira, è tradizione innanzitutto, che riporta alle atmosfere di inizio ’900 e agli aristocratici viaggiatori che sbarcavano per svernare nella mite e profumata Madeira. Il Reid’s nasce nel 1891 e 112 anni sono davvero un onorevole traguardo per un hotel. La costruzione dell’albergo si deve a William Reid, uno scozzese arrivato sull’isola nel 1836 a 14 anni con poche sterline in tasca e molta voglia di fare fortuna. Ci riuscì diventando mercante di vini e comprando successivamente un hotel. Al quale se ne aggiunsero ben presto altri.

Ma il suo sogno era quello di diventare proprietario di un “grande” hotel, secondo i canoni e i gusti dell’elite del suo tempo. Affidò il suo sogno alle mani degli stessi architetti che avevano firmato il già allora leggendario Hotel Shepheard del Cairo, Mickelthwaite e Clarke. Come luogo della costruzione fu designato uno dei punti più panoramici alle porte di Funchal. A picco sull’Oceano e con vista sulla città. William, però non fece in tempo a veder realizzato il suo sogno, ereditato dai figli. Anche se dopo breve tempo l’hotel fu venduto a un’altra importante famiglia di Madeira: i Blandy. Dopo una serie di vendite e acquisizioni, restauri e ampliamenti, il Reid’s fa parte ora del Gruppo Orient-Express ed è membro dei Leading Hotels of the World. Bisogna riconoscere che conserva intatto quello speciale fascino aristocratico grazie al quale gli ambienti sono chic ma non eccessivi e dove l’opulenza non è mai arrogante. La classe non è acqua, come usa dire, e il Reid’s quattro quarti di nobiltà li ha tutti.

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Il passaggio di Sissi imperatrice d’Austria
Il Ristorante
Il Ristorante

Qui arrivavano i passeggeri dei transatlantici sulla rotta di ritorno dalle colonie britanniche. Tra gli ospiti illustri si ricordano Sissi, imperatrice d’Austria che vi trascorse lunghi periodi nelle sue fughe da corte, Rainer Maria Rilke, Guglielmo Marconi, Sir Winston Churchill, Re Umberto, una schiera di teste coronate europee. Anche oggi il Reid’s può contare su una clientela internazionale d’alto livello, paga della tradizione edoardiana unita a tutti i comfort più moderni. Nel lusso ovattato dei grandi saloni, intorno alle piscine di acqua di mare, nel giardino subtropicale dall’incredibile varietà botanica (quasi quattro ettari) e all’appuntamento del tè del pomeriggio, si aggirano in tranquillo understatement principi sauditi, attori famosi come Roger Moore, grandi soprano come Kiri Te Kanawa. Si può ancora sognare qui mentre, nella penombra blu illuminata dalle candele del suo ristorante Les Faunes, si vede sfavillare un diamante grosso come una nocciola sulla mano affusolata della consorte di qualche magnate della finanza… Sullo sfondo il porto e le luci di Funchal. Tutto di notte è così magico.

Info: visit Madeira

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