Il Camino de Santiago più noto e importante è quello Francès (esistono altri Caminos, l’Aragonès, il Portuguès, quello del Norte). Ha una lunghezza di circa 740 chilometri. Inizia in Spagna nella pirenaica Roncisvalle delle gesta di Rolando e termina nella Praza do Obradoiro (opera d’oro, in lingua gallega) a Santiago de Compostela.
Si arriva dopo essere passato per Pamplona, Puente La Reìna (Navarra), Logroño, Santo Domingo de la Calzada (La Rioja), Burgos, Carriòn de los Condes, Leòn, Astorga, Ponferrada (Castilla y Leòn), Portomarìn, Arzua (Galizia). I 150 chilometri finali, percorsi in Galizia, sono noti come Camino Gallego. Iniziano a un’altitudine di 1300 metri tra i paesaggi montani di O Cebreiro (Pedrafita).
La stella del Camino de Santiago
La moderna segnaletica, valida e completa, aiuta molto il peregrino, ma qualcosa di più importante e ben più antico gli impedisce di sbagliare strada.
La stella del Camino de Santiago è infatti da sempre ben marcata sulla Via Lattea. La sua direzione è identica a quella del Caminante verso Compostela. Per questo la storica Autostrada della Fede è conosciuta anche come il Camino de las Estrellas, la Via delle Stelle (bellissimo il film Via Lattea di Buñuel, 1968). Presentato geograficamente il Camino de Santiago, è utile fornire anche qualche cenno storico.
Un Apostolo “impegnato”
L’Apostolo Santiago El Mayor (il nostro Giacomo), figlio di Zebedeo e di Salomé, nacque a Jaffa, non lontano da Nazareth. Gesù lo elesse (con Pietro, Andrea e il fratello Giovanni) tra i quattro suoi discepoli prediletti. Lo definì figlio del tuono per il suo carattere veemente, appassionato e impulsivo. In quell’infinita battaglia, durata quattro secoli e chiamata Reconquista, che vide i re cristiani impegnati nel ricacciare i musulmani in Africa, Santiago, simbolo ed emblema della lotta, fu soprannominato il Matamoros.
Tornato in Palestina da un lungo viaggio di evangelizzazione in Portogallo e Galizia, Santiago fu decapitato da Erode Agrippa per dare una lezione alla crescente comunità cristiana. Matamoros divenne così il primo martire degli Apostoli.
Il sepolcro contenente i suoi resti, trasportati nel 44 d.C. dai discepoli Atanasio e Teodoro nei luoghi ove l’Apostolo predicò, fu scoperto nell’anno 820. Sul sacro luogo (oggidì la città di Santiago de Compostela, da Campus Stellae) re Alfonso II il Casto ordinò che fosse costruita una chiesa.
Come raggiungere Santiago
La notizia del ritrovamento si propagò con tanto entusiasmo e fervore nei regni cristiani dell’Europa medioevale. Al punto da muovere verso la tomba dell’Apostolo, al centro della lontana Galizia, moltitudini di peregrinos. Chiamati così per evitare confusione con i romeros, diretti in romerìa/pellegrinaggio a Roma e i palmeros che arditamente si spingevano fino al Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Era nato il Camino de Santiago o Ruta Jacobea. Non solo un’autostrada della fede ma anche un eccezionale primo Itinerario Culturale Europeo (e Bandiera del Consiglio di Europa); lusinghieri riconoscimenti peraltro anticipato da Goethe: L’Europa si formò con i pellegrinaggi a Compostela.
Oggi i modi e i mezzi per raggiungere Santiago sono tanti: auto, moto, pullman, bicicletta, e non è raro vedere peregrinos a cavallo. Ma ciò che colpisce è l’alto numero di coloro, la stragrande maggioranza, che continuano a percorrere il Camino servendosi del noto – non meno che faticoso e umile – cavallo di San Francesco; cioè a piedi.
La via della penitenza
Credenti e non credenti (percorrere il Camino sana anche lo spirito di un laico e financo di un ateo) marciano indefessi lungo strade che un tempo – con le malefatte, le umane necessità del viandante e i commerci anche bassi che vi si compivano – costituirono il brodo di cultura della vita moderna (lungo questo itinerario più che millenario videro la luce i primi ospedali, fiorì la prostituzione, si svilupparono l’attività alberghiera e il sistema bancario, si formarono corpi di polizia).
Quanto all’abbigliamento prevalgono ormai le tute e le scarpe da tennis dai colori psichedelici, ma non è raro incontrare peregrinos agghindati nella foggia più tradizionale, una sorta di plurisecolare divisa di ordinanza comprendente, la capa/mantello marrone, un berrettaccio a larghe falde, il tipico bordòn/bastone ricurvo, la calabaza/zucca secca per dissetarsi e soprattutto la concha/conchiglia – più nota come capasanta, la francese coquille Saint Jacques – simbolo del pellegrinaggio.
Camino a rate
Se l’intero percorso a piedi diventa proibitivo per gli impegni di tempo e di lavoro, no problem, c’è anche chi compie il Camino a rate (soluzione ovviamente molto comune per gli spagnoli).
Chi teme che l’attuale consumismo possa disturbare lo spirito contemplativo di chi percorre il Camino, non abbia timori. Ovviamente si cammina anche tra semafori, insegne al neon, plastica e alluminio, ma lungo l’itinerario – nel silenzio di un bosco o soffermandosi davanti a una ermita o superando un ponte medioevale – aleggia qualcosa di mistico, di tradizionale, di valido e di vero, si respira un buon profumo di bucato.
Chi ci sorpassa o viene sorpassato è valutato soltanto come un essere umano da rispettare, uno di noi, non si guarda se calza scarpe di lusso o indumenti firmati, davanti al sudore si è tutti uguali. E lungo la strada il denaro perde in parte lo status di bisogno primario dell’attuale società: i peregrinos continuano a godere di ospitalità notturna pernottando per modicissima cifra – mediamente circa 3 euro – in più che decorosi albergues/rifugi.
Riscatto morale per tutti
La Via delle Stelle migliora spiritualmente e mentalmente chi la percorre. Non per niente il Progetto Europeo di legge Oikoten intende sostituire la detenzione di giovani colpevoli di reati minori con lavori utili lungo il Camino – ad esempio la manutenzione della segnaletica – beninteso dopo che il reo avrà percorso l’intero itinerario.
Quanto alle indulgenze guadagnate metro dopo metro, ne sono previste ulteriori e particolari se il peregrino arriva (o è già presente) a Compostela il 25 luglio (Santiago Apostol, festa nazionale spagnola) e questo giorno coincide con la domenica (accadrà nel 2004).
Chi vuole saperne di più (e non intende tornare indietro di secoli consultando la prima virtuale guida del Camino, l’ormai quasi millenario Codex Calixtinus, o il Liber Peregrinationis di Aymeric Picaud, né il Viaggio in Ponente a San Giacomo di Galitia e Finisterrae, 1673, del chierico bolognese Domenico Laffi) leggerà: Paolo Caucci, Guida del Pellegrino di Santiago, Jaca Book – Marco Bruckner, Sette Passi sul Cammino di Santiago de Compostela, Mediaevo – Paulo Coelho, El Peregrino de Compostela, Bompiani – Millàn Bravo Lozano, Guia Practica del Peregrino, Everest (Leòn) – Shirley Mac Laine, Il Cammino, Sperling&Kupfer – Pierre Barret & Jean-Noel Gurgan, Alla Conquista di Compostela, Piemme.
Info: www.turismospagnolo.it