Ore scandite dalla celebre Torre
Il naso all’insù, la bocca leggermente aperta nell’attesa che il meraviglioso orologio astronomico, costruito tra il XIV e il XVI secolo, batta l’ora e dia così inizio al cigolante passeggio del corteo di apostoli, là in alto: la metà dei turisti che non si è data appuntamento al Ponte Carlo è certamente qui. L’occhio, concluso il grazioso spettacolo, segue istintivamente le linee severe della torre, su fino alla punta e poi giù verso la facciata dell’antico municipio su cui un’iscrizione recita “Praga, caput Mundi”. E poi a sinistra, sempre più a sinistra, fino ad incontrare l’ostacolo di una casa d’angolo, le mura nere istoriate da bianche scene mitologiche. Un’insegna penzola sopra la porta di quella che un tempo era una farmacia, U Minuty. Ancora una volta Kafka, che visse in questo edificio da bambino. Ancora una volta un luogo bello ma che domina i tuoi pensieri, li avvolge dentro spirali di pietra.
Non è difficile immaginare lo scrittore vivere lungo queste strade, raggiungere l’università poco distante, il Carolinum, la piazzetta appena più in là, Malé Naměstí, con la sua fontana ingabbiata, e poi ancora il palazzo Glem Gallas e i suoi giganti vinti dal peso dell’architrave. O ancora la stessa Staroměstské Naměstí, ampia piazza su cui si affacciano la chiesa di San Nicola a Staré Město, bianca e grandiosa, i palazzi splendidamente conservati, il monumento a Jan Hus. Mentre su tutto scivola l’ombra silenziosa della chiesa di Santa Maria del Tyn, i due campanili gemelli che si ergono maestosi e severi a sorprendere, una volta di più, il visitatore.
Di qua e di là dalla Moldava
Di nuovo il Ponte Carlo, ammirato dalla stretta striscia di terra che è la penisola di Kampa, sulla riva destra della Moldava. I cigni, a decine, si avvicinano reclamando con dignità qualche leccornia. Vista da qui, la maestosità di Praga sembra come distratta, colta fuggevolmente di spalle: una sentinella assopita, o forse solo distratta. Resta, malinconica, l’immagine dell’unica testimonianza ufficiale di Praga al suo autore, Franz Kafka che tutto il mondo conosce, mentre tutti i luoghi in cui visse, e che spesso ritornano nelle sue opere, restano nell’ombra. Una minuscola piazza porta il suo nome, proprio a lato di San Nicola a Staré Město, sull’edificio una targa ricorda dove nacque. Dietro il portone, unico sopravvissuto della costruzione originale, il ristorante Franz Kafka.
Bed & Breakfast a Praga
Un modo diverso per visitare Praga, soprattutto se ci si muove da soli, è alloggiare presso un bed & breakfast. A Bila Hora, la zona residenziale costruita sulla collina che vide i Cechi sconfitti dalle truppe asburgiche nel XVII secolo, František Kříž ha organizzato una rete di privati che offrono camere con bagno e colazione pantagruelica per cifre che si aggirano intorno ai 25 € a persona.
Zona tranquilla e molto verde, Bila Hora è situata a circa 20 minuti di tram dal cuore di Praga, in Malá Strana, e a meno di 10 dal Castello. E’ così possibile vedere una parte molto piacevole, e certo meno turistica, della città, e nello stesso tempo non faticare troppo per raggiungere molte delle tappe irrinunciabili della “Venezia dell’Est”.
Per quanto riguarda bar, ristoranti e affini, c’è davvero solo l’imbarazzo della scelta. Per simpatia segnalo U’Fleku, taverna perennemente gremita da turisti e locali dove è possibile mangiare, o anche solo bere birra, in una cornice che risale al XV secolo. E’ infatti la locanda più antica di Praga.
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