E’ Francia. Anzi, è il cuore della Francia. Una natura ancora poco addomesticata, dagli inverni rigidi e dalle piogge frequenti, che custodisce località note come Vichy e Clermont-Ferrand,
Una regione che ha dato i natali a George Pompidou e Coco Chanel e che solo negli ultimi anni ha deciso di far conoscere, al di là delle sue montagne, le risorse della sua terra. E’ Alvernia, Auvergne. Ovvero, il complesso vulcanico più esteso d’Europa.
I crateri più antichi hanno tredici milioni di anni e si trovano soprattutto nel dipartimento del Cantal, a sud-ovest della capitale Clermont. Mentre i più “giovani” hanno anche “solo” cinquemila anni e circondano la misteriosa cima del Puy de Dome, il più importante tra i vulcani francesi.
In mongolfiera fra crateri e foreste
Un paesaggio inusuale per chi frequenta una Francia più turistica e rassicurante. Che si apprezza meglio dall’alto, da una delle mongolfiere colorate di Charles Gauby, che ha l’abitudine di volare sull’Auvergne usando i suoi “ballons” come fossero tappeti volanti e si diverte a sfiorare le case, accarezzare le distese di girasoli, entrare nel cratere di un vulcano, raggiungerne il fondo e poi risalire velocemente, anche oltre i duemila metri di quota. E’ dall’alto che si scopre che l’Alvernia è anche una terra ricca di piccoli laghi, nati migliaia di anni fa nel cratere di un vulcano esploso, di campi e di boschi di conifere, dal terreno sempre umido e dalle tonalità di verde molto differenti. Dalla mongolfiera di Gauby si scopre che il Puy de Dome, protagonista di leggende antiche e imprese eroiche, è simile in realtà a una banale collina dai contorni arrotondati e ricoperti di prati. Massiccia, spesso avvolta da nuvole molto basse, e imbruttita da un’enorme antenna che controlla le comunicazioni di tutta la regione. Il Puy de Dome, nel cuore della Chaine des Puys, è l’immagine-simbolo dell’Auvergne; venerato già nel I° secolo d.C., poi temuto, osservato con sospetto, riempito di misteri. E finalmente sfidato dall’uomo moderno: prima in aereo, con lo storico atterraggio di Eugène Renaux nel 1911, che volò da Parigi in meno di sei ore. Successivamente in auto e infine in bicicletta, rappresentando ancora oggi una tappa importante del Tour de France. Il primo di una serie di coni perfetti che segnano il paesaggio a sud-ovest di Clermont-Ferrand. Vulcani addormentati. Che non fanno più paura e si lasciano guardare, quieti e disponibili.
Alvernia cuore dell’arte Romanica…
L’Auvergne è considerata la regione francese più ricca di architettura e arte romanica; sobria ed essenziale, ma anche ricercata e unica nella cura dei dettagli. Le sue oltre duecento chiese romaniche hanno in comune l’uso di una pietra molto chiara, le facciate ricche di decori, finestrelle e intarsi, i capitelli delle navate e dell’altare decorati con figure floreali e umane e dipinte con colori naturali, affreschi e vetrate e, sull’altare, la statua di una Madonna nera che tiene in braccio un Gesù dal corpo di un bambino e dallo sguardo adulto.
Una delle più belle chiese della regione è quella dedicata a Notre Dame du Port, a Clermont: datata VI° secolo e tutelata dall’Unesco. Intorno, il centro storico della capitale auvergnat: le vie antiche di Rue Pascal e Rue du Port e le case seicentesche dalle finestre incorniciate di pietra lavica.
Spostandosi verso Sud, sono molti i villaggi che meritano una sosta. Come il borgo di Issoire, lungo la strada che scende verso l’Haute-Loire, con una chiesa duecentesca famosa per le sue originali colonne dipinte di rosso. La basilica di Brioude: la più grande chiesa romanica di tutta la regione.
…e dell’Archeologia Industriale
Lavadieu, un piccolo borgo famoso per le sue botteghe di artisti, mosaicisti e vetrai. Puy-en-Velay, la cittadina più importante dell’Haute-Loire, movimentata e con una storia interessante: dalla sua piccola Place du Plot, dove il sabato mattina si svolge uno dei mercati più colorati dell’Auvergne, partirono infatti i primi pellegrini francesi per Santiago de Compostela e la Cattedrale e la cappella Saint Michel, costruita su uno sperone roccioso, sono famosi luoghi di pellegrinaggio. E ancora, verso il dipartimento del Cantal, s’incontrano i borghi gotici di St-Flour e Salers. Besse è un piccolo paese medievale sorto accanto al Lac Pavin e Saint-Nectaire e Orcival, sulla strada per il Puy de Dome, possiedono chiese romaniche particolarmente belle, imponenti ma piene di silenzio. Tra un borgo e una chiesa romanica, lungo le strade dell’Auvergne, in luoghi spesso strategici e isolati castelli medievali austeri e misteriosi, costruiti tra il XIV° e il XV° secolo, fanno ancora oggi da sentinelle a questa regione in realtà già protetta dalle sue montagne, gemme quali il castello d’Anjony, nel Cantal; lo Chateau de Val; l’imponente castello di Murol, teatro di coinvolgenti spettacoli in costume e il misterioso castello di Tournoel, poco distante da Volvic.
Chiusa e diffidente, autonoma e persa tra i suoi vulcani per gli stessi francesi, l’Alvernia è sempre stata una regione lontana e poco accessibile, che ha cominciato a far parlare di sé solo dal 1889 con l’apertura della fabbrica Michelin. Grazie alla quale oggi, oltre all’architettura medievale e romanica, la regione nel cuore della Francia può vantare un perfetto esempio di archeologia industriale di inizio Novecento, con i padiglioni e le case per gli operai della fabbrica che ha fatto la fortuna di Clermont-Ferrand, arrivando a dare un lavoro a trentamila persone. Nel giro di pochi anni, buona parte del terreno cittadino fu acquistato dalla società per allargare la produzione e creare, tra il 1905 e il 1930, uno dei primi villaggi per operai completamente autosufficiente e ben organizzato, che aveva anche chiese, scuole, un teatro e un campo sportivo. Di quella realtà rivoluzionaria oggi è rimasto ancora qualcosa; anche se molte delle villette degli operai saranno presto demolite, per costruire posteggi e servizi decisamente più utili a una città sempre più votata al turismo.
Antiche cittadine termali
Il sottosuolo di questa Alvernia vulcanica non può che essere ricco di sorgenti calde e di minerali. Acque termali, dunque. Già scoperte e apprezzate dai romani, quindi rivalutate e sapientemente sfruttate all’inizio del 1800. Bourbon-l’Archambault, Néris-les-Bains e Vichy nel dipartimento dell’Allier; Evaux-les-Bains tra le regioni dell’Auvergne e Limousin; Chaudes-Aigues nel Cantal; Bourboule, Chateau-neuf-les-Bains, Chatelguyon, Le Mont-Dore, Royat e St-Nectaire nel dipartimento del Puy-de-Dome.
Undici cittadine termali, i cui centri terapeutici sono spesso esempi interessanti dell’architettura dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento. Le acque ricche di ferro e silicio curano reumatismi, allergie, problemi a ossa e articolazioni, disturbi respiratori, gastriti e malattie al pancreas e al colon. Vichy è la località più famosa; non solo per le sue terme e i suoi palazzi ottocenteschi, tanto amati dall’aristocrazia parigina del XIX° secolo e da Napoleone III°, ma anche perché nel giugno del 1940 questa elegante cittadina ospitò il governo della Francia centro-meridionale, per contrapporsi al resto del Paese occupato dai tedeschi. Anche le terme di Le Mont-Dore sono affascinanti e ricordano un passato di grande splendore: costruite nel 1817 in stile neo-bizantino, sono ancor oggi perfettamente funzionanti. Pur conservando un’atmosfera d’altri tempi.
In Alvernia gli itinerari alla scoperta di sapori
Sono i formaggi i protagonisti della . Fusi nella Truffade, le patate gratinate al forno con il prosciutto; nell’Aligot, un purè molto saporito e nella più comune Fondue. Stagionati o freschi, l’Alvernia ne produce principalmente cinque tipi, a beneficio dei quali è stato creato anche un itinerario turistico, con una cinquantina di tappe che prevedono visite alle fattorie e assaggio dei loro prodotti. Il Cantal è un formaggio di latte vaccino; il Bleu d’Auvergne ricorda un gorgonzola più secco e stagionato; il Salers è prodotto solo con il latte delle vacche d’alpeggio; il Saint-Nectaire è più morbido e fresco e il Fourme d’Ambert è ancora un formaggio d’alpeggio. Un’altra specialità della regione è la Potée Auvergnate, con cavoli, patate, lardo, stinco di maiale e salsiccia brasati: un piatto decisamente adatto ai lunghi inverni che isolano le regioni più montuose del Sud. Anche il pesce non manca. Di fiume, come il salmone dell’Allier e di lago, come l’omble chevalier, simile alla trota, che in Alvernia vive solo nelle acque gelide e profonde del Lac Pavin.
Una natura per lo sport
L’Alvernia offre un’ottima gastronomia, dunque, arte e cultura e la possibilità di rimettersi in forma con un soggiorno termale. Ma soprattutto, propone una vacanza sportiva e all’aria aperta, che associ la scoperta dei vulcani (da non perdere “Vulcania”, il più grande Parco Europeo del Vulcanismo, poco distante da Clermont-Ferrand; www.vulcania.com) a passeggiate in bicicletta, a piedi o a cavallo (Comité Régional du Tourisme Equestre,).
Sul Massif du Sancy, che con i suoi 1886 metri è il più alto di tutto l’Auvergne, in inverno si può anche sciare. Sulle curiose falesie a canne d’organo che affiancano l’Allier o circondano il borgo di St.Flour, ci si può dedicare al free-climbing su vie a diversi livelli di difficoltà. Ancora: sul Massiccio del Mézenc si possono provare sport estremi ed emozionanti come il parapendio, il salto con l’elastico e il volo su ultraleggero (Association Mézenc Pulsions).
Sui crateri si può persino volare, come abbiamo visto, a bordo di una delle mongolfiere di Charles Gauby .
Leggi anche: