Il sindaco di allora, Massimo Cacciari, promise che il teatro sarebbe stato ricostruito immediatamente ed esattamente uguale a quello di prima. Il 6 febbraio, pochi giorni dopo il disastro, vennero stanziati i primi fondi per la ricostruzione. Al primo bando di concorso risposero una decina di imprese. Vinse la Holzmann, che iniziò i lavori sui progetto dell’architetto Aldo Rossi, fedele alla struttura iniziale dell’edificio.
Il 26 marzo del 2001 il contratto con la Holzmann venne risolto per gravi inadempienze della ditta costruttrice: nuovo bando, nuova gara, ricorsi, ritardi. Ci vollero altri anni perché la nuova impresa, la Sacalm, ripartisse con i lavori. Finché il nuovo sindaco, Paolo Costa, si fece un punto d’onore di riaprire la Fenice entro l’anno 2003 e i lavori presero un’accelerata improvvisa. Un grande orologio venne montato sulla facciata di campo San Fantin per scandire i giorni che mancavano alla riapertura. Oltre cento operai suddivisi in cinque cantieri ricostruirono pezzo per pezzo la Fenice. A parte il “guscio”, tutti gli interni, dalle poltrone agli stucchi, dalle tappezzerie al grande sipario, vennero ricostruiti lontano da Venezia, in varie città d’Italia e assemblati all’ultimo.
La rinascita
I festeggiamenti per la riapertura della Fenice ritrovata sono iniziati il 14 dicembre del 2003, quando la bacchetta di Riccardo Muti si è alzata di nuovo, dopo sette anni di silenzio, tra le note della musica. Autorità, gran dame, ma anche tanti veneziani comuni, ai quali è stata data la possibilità di acquistare i biglietti a prezzo politico, segno che il Teatro tornava a essere patrimonio di tutta la città. “E’ stata una grande emozione salire di nuovo le scale della Fenice”, afferma lo storico veneziano Michele Gottardi. “E uno dei pochi momenti in cui la città, di solito troppo addormentata sulle passate glorie, si è infiammata per qualcosa”.
Concerti e serate sono proseguiti per un’intera settimana, facendo registrare ogni sera il tutto esaurito e ospitando, tra tanta musica classica, anche il concerto pop di Elton John, da sempre innamorato della città tanto da aver acquistato una faraonica abitazione sull’isola della Giudecca.
Poi, conclusa la festa, una nuova chiusura, per terminare quei lavori che nella fretta dell’inaugurazione erano stati rimandati. Ma la Fenice c’è, è di nuovo qui. Pur con qualche critica, come quella del rettore dell’istituto di architettura Marino Folin che l’ha definita “occasione mancata per ripensarla in modo totalmente nuovo”, è ugualmente un tassello che è tornato al suo posto.
Quest’anno, ed esattamente il 12 novembre, verrà definitivamente riaperta con “La Traviata” di Giuseppe Verdi diretta da Lorin Maazel. Per sempre, si spera: la “fenice”, già rinata due volte dalle proprie ceneri, riprenderà definitivamente a volare.