Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Okawango, ultimo paradiso

Nell’Africa del sud ovest il miracolo dell’acqua regola la vita di milioni di animali di tutte le specie. Fiumi, lagune e paludi, che si allargano a formare un grande delta, prima di morire nelle sabbie di un terribile deserto. Il Kalahari

In barca fra i canali del delta

Mokoro ©Martijn Munneke
Mokoro ©Martijn Munneke

E poiché l’Okavango è un mondo che si fonde con l’acqua, il mezzo migliore per conoscerlo è percorrerne in barca il dedalo di canali per poi approdare in una delle tante isole delle molte lagune. Un tempo, le imbarcazioni più usate per spostarsi erano i “mokoro”, tipiche piroghe ricavate dai tronchi scavati. Si stava in equilibrio instabile, quasi sdraiati, mentre i rematori facevano leva su lunghe pertiche. Gli unici rumori erano quelli dello sciabordio dell’acqua e il gradevole frastuono degli uccelli. Oggi si preferiscono le barche a motore, più comode e veloci, ma certamente meno suggestive.
Eppure lo spettacolo dei canali mentre la natura si risveglia è decisamente unico e indimenticabile: ai primi raggi di sole, la jacana, un piccolo uccello che riesce a galleggiare sulle foglie delle ninfee, sembra camminare sull’acqua, mentre più in là un cormorano scivola lento sui papiri. Non è difficile, a quest’ora, incontrare un coccodrillo: la caccia di questi rettili è ormai severamente proibita; dopo aver rischiato l’estinzione, oggi sono ritornati numerosi a popolare il delta. Ma gli animali più temuti di questo universo anfibio rimangono gli ippopotami: nonostante la loro mole sono insospettabilmente agili e, se disturbati, in un istante possono fare a pezzi qualsiasi barca. Approdati sulla terraferma, i ranger sembrano “fiutare” le tracce degli animali. E un po’ intimoriti, non si sa se augurarsi o temere l’incontro ravvicinato con elefanti e felini. L’Okavango può in ogni momento riservare sorprese.

Botswana, la terra dei diamanti

La Miniera di Jwaneng
La Miniera di Jwaneng

Il Botswana non è soltanto una terra di straordinarie meraviglie naturali, l’habitat di migliaia di specie animali e il rifugio sicuro per gli animali selvaggi. Quello che fino a quarant’anni fa era uno dei luoghi più poveri di tutta l’Africa, oggi si è trasformato in un modello di sviluppo per tutto il continente nero. E’ il paese che vanta il tasso di sviluppo più alto del mondo, superiore a quello di Corea del Sud e Singapore. E che ha realizzato il più elevato aumento del reddito pro capite degli ultimi trent’anni. Il segreto? Il Botswana è una miniera di diamanti a cielo aperto. La scoperta di questa ricchezza è abbastanza recente: il 1967, infatti, è una data fondamentale. Segna l’anno della raggiunta indipendenza dal colonialismo inglese, ma anche dei primi ritrovamenti di cristalli di carbonio. Le tre miniere di Orapa, Lelhakane e Jwaneng costituiscono insieme il più ricco giacimento diamantifero del globo: ogni anno producono venticinque milioni di carati, sui centodieci estratti nel mondo. Sono dunque i diamanti, che determinano il settanta per cento del bilancio statale, ad avere trasformato questa ex colonia britannica nella Svizzera africana. Grazie a loro sono stati costruiti ospedali e scuole, strade e telecomunicazioni per una popolazione che conta soltanto un milione e mezzo di abitanti, fattore questo non trascurabile nel raggiungimento di posizioni d’avanguardia rispetto a molti altri Paesi.

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Gaborone
Gaborone

La capitale, Gaborone, con i suoi grattacieli in vetrocemento che la fanno assomigliare a una metropoli nordamericana, rispecchia il volto più emancipato del Paese. E grazie anche alla stabilità politica della repubblica presidenziale, il Botswana sta crescendo a ritmi travolgenti. La scommessa, ora, è di riuscire a costruire una struttura economica in grado di reggersi, indipendentemente dalla ricchezza garantita dai diamanti: entro una trentina d’anni, infatti, i giacimenti potrebbero esaurirsi.

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