Nonostante la mancanza di scuole e di corsi professionali, a Malta esistono ancora bravissimi artigiani. Sono pochi, forse gli ultimi: alcuni lavorano isolati dal mondo, addirittura in perfetta solitudine, altri possiedono una piccola azienda artigianale con pochi dipendenti, altri ancora si sono riuniti nei capannoni abbandonati dell’Air Force inglese, sfruttando una favorevole situazione turistica. Ci sono infine quelli che iniziano ora un lavoro capace di dare ancora soddisfazioni profonde. Che cosa lavorano? La ceramica, il vetro, l’argento e la filigrana, il legno per farne mobili tradizionali o modellini delle loro tipiche verande. Praticano poi il restauro di pezzi d’arredo, opere d’arte e oggetti religiosi e la doratura, soprattutto quella di statue da chiesa e dei famosi, affascinanti, orologi da parete, sempre più rari. Basti pensare che per averne uno nuovo, oggi, l’attesa arriva fino a cinque anni.
I famosi (e costosi) orologi da parete
Passeggiando lungo Republic Street, la via dei negozi, ecco subito il più famoso artigiano gastronomo locale, Cordina, caffé elegante con ristorantino essenziale e tavolini all’aperto nella piazza Regina, intorno alla statua di Queen Victoria. Vi si possono gustare quelli che sono considerati alcuni dei capolavori gastronomici di Malta: i maltesi Pastizzi (sfoglie salate ripiene di ricotta, purea di piselli o altro ancora), la Qassata (una torta di ricotta, spinaci, olive e acciughe), i calzoni, la beef pie e la Timpana (maccheroni al forno).
Poco lontano, un’insegna recita: Ditta Darmanin Gilder Since 1949, ma la famiglia di Pierre Darmanin esercita il mestiere di doratore dal 1797. Pierre Darmanin, oltre a dorare, restaura quadri e vecchi orologi; per quelli nuovi esegue tutte le decorazioni comprese quelle del quadrante, ma non i numeri, riservati come hobby a suo fratello. Il negozio-laboratorio, in una via centrale di Valletta, dove Pierre Darmanin lavora a un tavolo ingombro degli attrezzi del suo mestiere, la foglia d’oro e i bastoncini con la punta di onice per la lucidatura; lo spazio è esiguo ed è zeppo di statue, oggetti e di orologi, naturalmente.
Un altro decoratore di orologi è Horace Farrugia, figlio di Joseph e membro della terza generazione dei miniaturisti creatori dei preziosi orologi maltesi, quadrati, da parete, con una sola lancetta e finemente dipinti in oro zecchino. Ha cominciato a lavorare in bottega a otto anni, la stessa dove oggi lavora suo figlio Kevin, al piano terreno del palazzo Emanuel de Vilhena, a Mdina, di fronte alla cattedrale di St. Peter and Paul. Pochi metri quadrati ingombri di statue di santi dai mantelli finemente dipinti, di pannelli con i disegni-campione dei tessuti e di orologi, in parte iniziati, pochi finiti.
Artigiani, dai vetri, ai mobili, alle piastrelle
Il villaggio di Ta’ Qali, a pochi chilometri da Mdina, si trova nel centro dell’isola, località scelta proprio per questo dagli inglesi per la loro base aerea, oggi abbandonata. Nei Nissan Huts, cioè gli hangar, si sono insediati gli artigiani coi loro banchi di lavoro e i negozi di vendita. Due sono le vetrerie, una di vetri soffiati e l’altra di vetri legati a piombo. La prima, Mdina Glass, è una bolgia infernale, un capannone immenso con fornaci vomitanti fuoco, soffiatori seminudi, pezzi di vetro arroventati che prendono forma in un attimo; gli aiutanti che vanno e vengono con i loro attrezzi.
Nello stesso capannone, ci sono i negozi, uno scaffale dietro l’altro, ingombri di migliaia di pezzi di ogni genere, forma e colore.
La seconda è la Phoenician Stained Glass, nella Hut 140. Si tratta di un semplice capannone, con pareti di vetro e zone d’esposizione ben ordinate. Vi sono lampade di disegno geometrico con vetri multicolori e altre di ispirazione Liberty.
Il negozio di mobili della famiglia Tanti ha un ingresso su strada che non lascia sospettare l’incredibile magazzino: quattro piani raddoppiati dai soppalchi, pieni zeppi di mobili di ogni tipo e di ogni stile. I più belli sono gli armadi e i cassettoni tradizionali maltesi in uno stile influenzato dall’Inghilterra e dalla Sicilia. Si restaura su ordinazione del cliente.
Disegni originali, geometrici, a grossi triangoli e quadrati, componibili a formare finti tappeti, stelle e fiori, oppure colori uniti, disegni a mosaico o a terrazzo rivestono le piastrelle di Galea Tiles Hamrun, l’unica impresa familiare di artigiani dell’isola.
Argenti di famiglia e “gallarija” d’autore
La famiglia di Victor Azzopardi ha iniziato l’attività di argentiere cent’anni fa circa e si è ingrandita nel corso degli anni. Le forme di ottone scavate a mano servono per i pezzi più grandi come i piatti e le caffettiere, finiti poi con il martelletto, seguendo un modello che a volte risale al Cinquecento.
Monete e oggetti piccoli vengono fusi con il metodo della cera persa.
Gallarija e gardjoli si chiamano i balconi sporgenti, derivati da influenze andaluse, tipici dell’architettura maltese, soprattutto nella zona del porto di Valletta. Sono di legno, coperti come verande e dipinti con gli stessi colori vivaci dei luzzu, le barche usate dai pescatori. Una volta erano molti gli artigiani che costruivano modellini di gallarjie e gardjole; oggi uno solo: si chiama Carmelo Zahra e abita in una casa torre di tre piani, con una scala le cui pareti sono completamente tappezzate di quadri.
Ceramiche con i colori di Malta
Quella della Ceramica Saracina di Attard, bellissima fabbrica con ampio negozio di vendita, è una storia che risale al 1932 quando vi si stabilirono alcuni siciliani, che lavoravano una ceramica di grandi dimensioni. In breve tempo divenne una vera e propria scuola. L’argilla bianca veniva importata dall’Inghilterra perché quella dell’isola è solo giallo-rossa.
Il disegno base è un merletto chiaro abbinato alla Croce di Malta (i colori sono blu, arancio, verde e marrone). Molto belli i disegni di frutta, le coppe, le insalatiere, le fruttiere, le brocche in forma di pesce.
Tutta la fabbrica è visitabile e si può assistere alla lavorazione al tornio e a mano libera, alla decorazione e alla cottura nei forni.