Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

“Ritornando dove già fummo…”

Ah! ….beata gioventù Cala Galdana Si era infatti negli anni in cui Ciacia e Roberto inventarono (grande colpo di ingegno) una sorta di Club Mediterranée ‘ad usum’ delle ragazze della buona società padana, che fino ad allora andavano a Laigueglia o a Varigotti per una simbiosi balneare coi genitori, assicurante il mantenimento della purezza. La garanzia perbenistica della “baby” Grandi Viaggi (il più noto, con Turisanda, dei pochissimi tour operator allora esistenti) costituì pertanto il grimaldello che permise la fuga vacanziera da casa di caste giovinotte e fu così che lo scrivente si ritrovò ad accompagnare gruppi di 36 pax, … Leggi tutto

Ah! ….beata gioventù

Cala Galdana
Cala Galdana

Si era infatti negli anni in cui Ciacia e Roberto inventarono (grande colpo di ingegno) una sorta di Club Mediterranée ‘ad usum’ delle ragazze della buona società padana, che fino ad allora andavano a Laigueglia o a Varigotti per una simbiosi balneare coi genitori, assicurante il mantenimento della purezza. La garanzia perbenistica della “baby” Grandi Viaggi (il più noto, con Turisanda, dei pochissimi tour operator allora esistenti) costituì pertanto il grimaldello che permise la fuga vacanziera da casa di caste giovinotte e fu così che lo scrivente si ritrovò ad accompagnare gruppi di 36 pax, più precisamente composto da (almeno) 32 “ragassòle” (a volte anche 33) con i restanti partecipanti di sesso non fanaticamente maschile.
Essere (tour) “leader”, gestire, dirigere, proporre (per ottenere sperati consensi) ozi e piaceri a tanto ben di dio – il tutto su un’isola appena aperta al turismo, di giorno in mutande in riva al mare e la sera in balèra – mi trasformò financo in un idealista sprezzante il denaro.
Come tanti studenti universitari di allora, accompagnavo infatti gruppi di ricchi turisti americani e canadesi, roba da dollari a gogò a fine viaggio tra mancia e diaria.
Ma volete mettere – invece di menare in giro uno sciame di vecchiette del Wisconsin – partire il mattino su impossibili autobus dal pavimento di legno per Arenal d’en Castell e trascorrervi tutto il giorno sulla spiaggia con tutte le 32 o 33 sullodate sgarzolìne che mi circondavano festanti come fossi un pascià? O andare a Son Bou e Cala Galdana, passeggiando su spiagge lunghe centinaia di metri, deserte non meno che immacolate (unico neo le disturbanti vespe se ti addentravi in camporella)?

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Sic transit gloria “Menorquìna”…

“Ritornando dove già fummo...”

La sera, a Mahon (o Maò che balearmente sia) aperitivo alla Bodega Victoria, cena al Rocamar (con “vivero” di aragoste (tavolo a ferro di cavallo, io al centro come un sultano e le “girls” a riverirmi a destra e a manca) e “noche” al “night” Sa Tanca a San Lluis eppoi nel più bel locale notturno del mondo (sì! del mondo), il Sa Cova (o La Cueva). Un filotto di grotte (vi andavano i cacciatori di piccioni, sparavano e i sottostanti pescatori raccoglievano la preda dal mare) a strapiombo sul Mediterraneo (collegate da scale di legno e precari camminamenti), una gettata di cemento a mo’ di pavimento, usciva la luna, attaccavi il giradischi e vai facile!!!!
E così, dopo 43 anni, rieccomi a Menorca. Su Arenal d’en Castell domina la sagoma di un megahotel di 8 piani. Son Bou e Gala Caldana alberghi a gogò (e per farli han pure tirato giù due boschetti dove portavo a  meditare sbarbine di Busto e di Cremona). La Bodega Victoria di Maò non esiste più (e per saperlo m’è toccato cercare indigeni “over 70”), il Rocamar ha chiuso, il Sa Tanca di San Lluis è scomparso e Sa Cova (o La Cueva) è diventata una “inscemante” discoteca con suoni mostruosi e orride luci psichedeliche (grazie comunque al Ventaglio per l’invito).
Morale: ma perché mai, per il suo congresso, la Fiavet ha scelto Menorca? Mica bello, distruggere sogni e ricordi a un vecchio signore della mia età: che non preciso, sennò si ricaverebbe quella delle mie preistoriche morose menorquìn-bergamasche (a loro, comunque, un casto non meno che sospirato “basìn”).

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