Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Etna e Mar Ionio, binomio affascinante

A ridosso del blu dello Ionio svetta la montagna di fuoco, definita da Pindaro “colonna del cielo”. Legata al mito ellenico della “dimora”, ospitava nelle sue viscere la fucina di Efesto che con l’aiuto dei Ciclopi forgiava le armi per il divino Zeus

Si inizia con lo scrutare il mare
Si inizia con lo scrutare il mare

Uno degli ultimi paradisi della natura è da queste parti.
Protagonisti assoluti, il grande blu del mare e una terra brunita e lavica, frutto di evoluzioni morfologiche e vulcaniche; nel perfetto amalgama che ne consegue, rappresentano un indescrivibile “unicum”.
Il grande vulcano visto dal mare suscita emozioni inebrianti. Le imbarcazioni a vela dai legni odorosi di salmastro, docili ai venti, raccontano i sedimenti, le scoloriture, gli attracchi del mare di Sicilia, della superba costa orientale.
Logico che tanta generosità naturale favorisca le iniziative che puntano sulla valorizzazione turistico-culturale di beni terrestri e marini; porzioni di terra e di acqua che conservano l’antico fascino dettato dal tempo e dalla storia.

Delfini gioiosi, da osservare e conoscere

Esemplare di delfino
Esemplare di delfino

Gli incontri faccia a faccia con i delfini sono spettacolari.
Stupisce osservarne le incredibili evoluzioni a distanza ravvicinata. Non a caso questi teneri mammiferi, amatissimi sin dall’antichità e presenti sulle decorazioni parietali e fittili, diedero origine alle leggende delle sirene incantatrici.
In perpetuo movimento sopra e sotto il mare di Sicilia, il delfino gioca con le onde, sfida il cielo o giace come una creatura soddisfatta sul mare in bonaccia.
Per conoscerli da vicino nel loro ambiente, si può navigare con una delle imbarcazioni della Whale & Dolphin Watching, guidati dai cetologi e da uno skipper della “Ketos”, ente culturale e scientifico di Catania che ha come obiettivo la tutela e la salvaguardia del mare oltre che lo studio della Cetofauna presente in queste acque.
Durante la traversata, per dirla con J.Conrad, “gli abissi del cielo e del mare si uniscono in una irraggiungibile barriera”.

Sulla rotta dei cetacei

Primi scatti fotografici
Primi scatti fotografici

Diventa ritemprante per lo spirito condividere il piacere e le suggestioni delle vastità marine, cullati dal respiro leggero delle onde e accarezzati dalle brezze.  Solcando le acque antistanti il Golfo di Catania, quando si avvistano i delfini è una festa.
Creature giocherellone per natura, sono davvero a portata di mano in questo tratto, tanto da non dover più peregrinare verso i lontani santuari esotici.
Con richiami quasi argentini, sibili lanciati altissimi, salti, scherzi e tuffi, calamitano l’attenzione di chi li osserva, conquistando per l’amorevole cura con la quale  seguono i propri “cuccioli”. Navigare lungo le loro rotte, per studiarli e poter raccontare il loro mondo, è appassionante.
Lo scenario marino si anima di Stenelle striate (Stenella coeruleoalba), di Delfini comuni, di Tursiopi (Tursiope truncatus), di Grampi (Grampus griseus), di Balenottere comuni, di Globicefali, di Zifi, specie di delfinidi che solcano queste acque.
Nel corso delle uscite in mare i cetologi, oltre a spiegare i comportamenti e i suoni emessi dai delfini, introducono l’escursionista sulla realtà della pesca nel golfo Etneo, dove pare si instauri una certa complicità tra delfini e pescatori.
Questi ultimi svelano tecniche e segreti della pesca, non mancando di rimarcare una certa sintonia tra uomini e cetacei.
Documentata dai ricercatori della Ketos, insieme allo staff della Whale &Dolphin, la visita al continente blu avviene a bordo di imbarcazioni Lagoon 410.
Qui i cetacei non sono considerati un prodotto di consumo, ma di pura osservazione. Jacques Cousteau intravide in questi abitanti marini un livello di sensibilità elevato, molto complesso e insieme stimolante, degno di essere studiato e decifrato.

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La riserva marina delle isole dei Ciclopi

Il mare della Sicilia orientale
Il mare della Sicilia orientale

A pochi chilometri da Catania un’oasi di terra e di mare racchiude una natura preservata e punteggiata da richiami mitologici.
La Riserva Marina delle Isole dei Ciclopi, istituita nel 1989, di fronte al tratto di costa di Aci Trezza, si estende nel territorio di Aci Castello, zone di verghiana memoria e interessa una superficie di quasi settecento ettari.
Comprende, oltre a Capo Mulini, con fortificazioni bastionate su un ampio costone scuro, aspro, di pietra lavica, Punta Aguzza, le isole di Lachea, il Faraglione Grande, il Faraglione di Mezzo, l’isola degli Uccelli e tre scogli disposti ad arco, che sembra abbraccino Aci Trezza.
Nel piccolo arcipelago, formatosi circa cinquecentomila anni fa a seguito di una eruzione sottomarina, dominano le tinte scure delle rocce laviche e l’intenso blu cobalto del mare, solcato da colonie di uccelli marini.
Sotto la superficie delle acque si scopre un ambiente di rara bellezza che custodisce (anche) meraviglie archeologiche.
La peculiare risorsa della Riserva è rappresentata dalla ricchezza della flora e della fauna dei fondali che la particolare struttura morfologica conserva pressoché integri. Gli scenari mutevoli sono favoriti da diverse varietà algali (circa cinquecento fra alghe rosse laminari e fioccose, porfirie, gigartine e brune) oltre ad altre specie vegetali: insediamenti di Posidonia oceanica, lattuga di mare, piccoli sargassi, il giglio di mare o rosa di mare, oltre a spugne, gorgonie, crostacei.

Fondali per sub esperti

Fondali meravigliosi
Fondali meravigliosi

Sotto tutela  e principale area di contatto tra la fauna del Tirreno e quella dello Ionio, questo tratto rappresenta la componente determinante nel processo di ripopolamento dell’intero mare che bagna la Sicilia orientale.
E’ suddiviso in tre zone: una  riserva integrale dove si transita solo a remi o a vela, una riserva generale e una riserva parziale, dove si può praticare la pesca sportiva con la lenza a mano e  in apnea.
Il Parco Marino delle Isole Ciclopi offre visioni sorprendenti dal punto di vista subacqueo. L’immersione è consigliata a sommozzatori esperti, in grado di percorrere una lunga fenditura nella roccia che attraversa l’Isola Lachea da trenta a otto metri di profondità.
Il Centro di immersioni Isola Lachea opera ad Aci Trezza da più di trent’anni, con  istruttori molto esperti. Le attività subacquee svolte dal Centro sono ovviamente compatibili con l’area protetta: sea-watching tra i faraglioni, corsi di biologia marina, di fotografia e archeologia subacquea.

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Da Ulisse e Polifemo, i miti della storia

Acque limpide e trasparenti
Acque limpide e trasparenti

Legate al mito omerico e all’ira di Polifemo, queste acque, come narra l’Odissea, furono solcate da Ulisse nel viaggio di ritorno verso Itaca.
Raggiunta la terra dei Ciclopi con i Faraglioni o isole dei Ciclopi, monoliti nerastri di basalto colonnare, emersi dagli abissi, Ulisse approdò all’isola rocciosa di Lachea, o di Aci, che per il patrimonio geologico e naturalistico è diventata Riserva naturale marina. La tradizione mitologica vuole che enormi massi fossero stati lanciati da Polifemo contro la nave, dopo essere stato accecato da Ulisse.
Ma è da terra che si abbraccia il piccolo arcipelago roccioso. Dalle terrazze del forte normanno di Aci Castello, in posizione strategica sulla rupe (ora museo con reperti archeologici dal paleolitico al medioevo), si avvistano Aci Trezza e lo scenario della Riserva Marina. Secondo la leggenda il pastorello Aci, innamoratosi della ninfa Galatea, fu travolto dall’ira di Polifemo. Ma Poseidone, dio greco del mare, lo trasformò in un fiume affinché potesse ricongiungersi con l’amata ninfa, diventata a sua volta spuma del mare.
Al centro c’è una Stazione di studi biologici e di fisica marina. Un piccolo museo ospita alcuni reperti rinvenuti nella Riserva e nella costa. Un sentiero conduce a una cisterna, alla Grotta del monaco e a quella dell’eremita.
Con una imbarcazione dal fondo trasparente si scrutano i suggestivi fondali. Oltre all’abbondante fauna ittica l’isola ospita un ricco complesso di invertebrati e una rara specie di lucertola (Podarcis sicula ciclopica) sopravvissuta in completo isolamento dalla terraferma.

La riserva della Timpa

Etna e Mar Ionio, binomio affascinante

La vitalità dell’Etna si sviluppa lungo i pendii della fertilissima area del vulcano che fa da “quinta” al litorale. Sin dal mare si coglie la dinamicità del territorio, di quel regno di fuoco e di lapilli in continua evoluzione magmatica.
La vicina riserva della “Timpa”, nei dintorni della città giardino di Acireale, si erge sull’alto costone roccioso e vulcanico, in un contrasto di colori che a Santa Maria La Scala s’inerpica su una scogliera lavica a picco sul mare, a difesa di passate incursioni piratesche.
Qui sono visibili le più antiche unità vulcano-stratigrafiche del distretto etneo; ma non solo: l’area della Timpa rappresenta l’ultimo rifugio di vegetazione relitta o “orizzonte mediterraneo delle sclerofille“; vi si trovano formazioni arboree e arbustive aperte a querce caducifoglie, a lecci, frassini, bagolari, alloro, carrubi, lentischi (assai rari nel territorio etneo) e vari tipi di macchia tra cui l’euforbia arborea.

Come riconoscere i cetacei

Etna e Mar Ionio, binomio affascinante

Le associazioni Whale & Dolphin watching e Ketos mettono a disposizione dei visitatori, delle scolaresche e degli appassionati, l’esperienza di anni di ricerca anche bio-acustica per divulgare e sensibilizzare i fruitori del mare verso la “cultura del rispetto” di questo delicato ambiente e promuovere un utilizzo sostenibile delle risorse.
Gli esperti indicano come riconoscere i più comuni cetacei.
La specie Delphinus delphis ha una dimensione di circa due metri di lunghezza e cento chili di peso, una corporatura allungata estremamente slanciata. Il capo, a forma di melone ma separato dal rostro, è lungo e sottile.
Ha la pinna dorsale, mediamente alta e falcata, in posizione mediana, mentre le pinne pettorali, piccole e sottili, sono leggermente incurvate.
Di colore grigio scuro sul dorso è biancastro sul ventre, con una forma di clessidra color senape sui fianchi e una linea scura che congiunge la pettorale alla mandibola.
Per contro la Balaenoptera physalus si presenta di struttura affusolata e idrodinamica; può raggiunge fino a ventun metri di lunghezza e oltre cinquanta tonnellate di peso. Cuneiforme il capo, dorsalmente diviso a metà da una cresta longitudinale, ha una pinna dorsale alta e falcata, situata all’inizio del terzo posteriore.
Piccole e lanceolate le pinne mentre la coda possente ha un marcato seno interlombare. Di colore grigio uniforme col dorso e biancastro sul ventre e sulla superficie inferiore delle pettorali e della coda ha la parte destra della mandibola bianca.
Infine, sempre della famiglia Delphinidae, è la specie Grampus griseus di circa tre metri e mezzo di lunghezza e quattrocento chili di peso. Di corporatura relativamente slanciata, ma tozza nella parte anteriore, ha un capo rotondeggiante a forma di melone ben sviluppato e il rostro assente. Ha una pinna dorsale mediana, alta e falcata, con pinne pettorali lunghe e appuntite. Di colore grigio, delinea numerose graffiature chiare che aumentano con l’età.

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Le associazioni da consultare

Etna e Mar Ionio, binomio affascinante

L’ente culturale e scientifico senza scopi di lucro Ketos di Catania, nato nel gennaio del 1997, ha come obiettivo principale la tutela e la salvaguardia del mare, oltre allo studio della Cetofauna presente nelle acque siciliane.
Ha effettuato recentemente una prima crociera di ricerca scientifica legata allo studio della rotta migratoria delle Balenottere comuni (Balaenoptera physalus) nelle acque antistanti l’Isola di Lampedusa e il Canale di Sicilia,  in collaborazione con il Whale & Dolphin watching project, a bordo del catamarano “Cayo Blanco”.
www.whalewatching.it

Per visite guidate e documentazione, rivolgersi alla Riserva Marina Isole dei Ciclopi.
www.isoledeiciclopidiver.com

Porto dell’Etna, Marina di Riposto
E’ una importante struttura nautica, all’interno del porto di Riposto  (l’antica “U ripostu”, deposito), con servizi completi e all’avanguardia, in grado di accogliere diportisti e imbarcazioni di transito proveniente dall’estero, per ricoveri meteomarini sfavorevoli ma anche per bunkeraggi, approvigionamenti e riparazioni.
Consente l’ormeggio di varie categorie di imbarcazioni da otto a quaranta metri.
E’ il primo approdo ben attrezzato e sicuro che s’incontra costeggiando la Sicilia Orientale da Nord a Sud. Si avvista dal mare l’insenatura con il borgo marinaro, situato a trentadue chilometri da Catania, la cupola chiara della monumentale cattedrale e il molo foraneo a gomito di settecentoottanta metri.  www.portodelletna.com

Per informazioni turistiche e alberghiere sulla zona:
www.apt.catania.it

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