La visita ha più o meno le stesse modalità da ognuno dei tre designer: sala di proiezione per vedere un progetto in 3D di un’auto già esistente (che ne dite di una Ferrari?) che illustra il percorso dall’idea al prodotto finito. Poi, ciascun designer mostra la sua collezione personale di prototipi e di auto entrate nella produzione di serie.
E qui c’è veramente da divertirsi. I prototipi, infatti, sono delle auto da sogno, un po’ il “come vorrei che fosse”, l’idea brillante, il design particolare, il dettaglio che cambia l’insieme. Una rassegna stimolante di soluzioni ingegneristiche ed estetiche che mostra quale senso artistico, oltre che abilità artigiana, occorra per un progetto “meccanico”. Già, perché le auto non sono considerate solo mezzi di trasporto, ma oggetti di fascino. La rassegna di auto prodotte porta invece a considerare qual è l’apporto dello stilista nella seduzione di un’auto, al di là della sicurezza, dell’affidabilità, della tecnologia presenti in quel modello.
Penne d’autore per firme VIP
Altro giro, altra corsa. Chi non ha scritto una lettera o fatto una firma con un’Aurora? Certo, prima dell’avvento dei pennarelli (peraltro prodotto che qui trova marchi importanti) o anche ai nostri giorni, come segno di distinzione, di attenzione al destinatario.
Aurora, fondata nel 1919 e prima fabbrica italiana di penne a serbatoio, è il nome più illustre. Un’azienda che ha saputo sviluppare prodotti di altissima qualità, trasformando un oggetto di uso quotidiano in oggetto di fascino e/o di lusso.
Basta pensare all’ “eccesso” di lusso della “Leonardo”, penna in oro massiccio e rubini, prodotta in novantanove esemplari; oppure alle penne con i diamanti di De Beers incastonati.
Lussi da magnati, ma c’è un lato molto più interessante, legato al design.
Come nel caso di “88”, disegnata nel ’47 da Marcello Nizzoli e ancora in produzione, o alla “linea design”, con “talentum, thesi e hastil”. Quest’ultima disegnata da Marco Zanuso ed esposta al Moma di New York.
Tour in italiano con traduzione per eventuali turisti stranieri, visita di circa tre ore.
Analogamente gli altri marchi offrono la visita dei loro reparti produttivi, dove si può vedere come viene costruita una penna (stampaggio, montaggio, marcatura, produzione di clip, di serbatoio). Un universo forse poco conosciuto, ricco di innovazione, di studi sul gusto, sui mercati.
Lecce Pen, Stilolinea e Wilson, infatti, sono presenti (come la globale “Aurora”) sui mercati internazionali, con stabilimenti in varie parti del mondo. E il loro successo, com’è facilmente comprensibile, si basa sull’innovazione continua e sulla qualità, armi indispensabili per marchi italiani.
Tutte le visite durano circa tre ore e sono effettuate nelle sedi e/o negli stabilimenti, che si trovano nella prima cintura metropolitana (Settimo, San Mauro) o nel vicino Canavese (San Giusto).