In attesa
(campa cavàl) del Ponte di Messina (intanto leggi sui quotidiani che Mafia e N’Drangheta sono pronte a mettervi le mani e allora ti domandi: ma perché – invece che dalle parti di Locri dove è di moda il tiro al bersaglio – non fare un ponte, fosse anche un ponticello – quindi meno caro e quindi meno soldi e quindi meno cupidigia – in Alto Adige, dove le due sullodate organizzazioni concorrenti della San Vincenzo incontrerebbero maggiori difficoltà operative?) …
…. e aspettando (ri-campa cavàl) che il Berlusca tagli il fatidico nastro tra Scilla e Cariddi (facile immaginarcelo, giovanilmente baldanzoso, figlie e nipoti della presidenta finlandese appena sistemate, capelli rossissimi con ciuffo sbarazzino alla Little Tony nonostante i 103 anni appena compiuti ma non dimostrati grazie agli auguri delle sorelle Carlucci e alle preghiere di Schifani – nel frattempo deceduto e finito nel Pantheon di Arcore ).
Dopo un “ponte” pseudo-reale, anche uno “vacanziero”
In attesa di quanto sopra, verso fine 2005, il “poppolo” italiano ha deciso di riavvicinarsi alla religione (per il sollievo dei cardinali Ruini e Tonini, inquieti perché ormai tutti si mettono insieme e fanno figli senza più sposarsi, lo dice l’Istat) festeggiando (bipartisanamente, e se ci fosse scappato un giorno in meno in ufficio il poppolo sarebbe pure diventato tripartisan) indistintamente (c’è o non c’è la globalizzazione?) Tutti i Santi nella nuova versione liturgica nonché laico-turistico-consumistica meglio nota come di “Ponte di novembre”.
E fu così che da venerdì 28 Ottobre (quelli dell’estrema destra son partiti il giorno prima e han festeggiato pure la Marcia su Roma) a lunedì 8 Novembre la Nazione tutta si è turisticamente mossa verso gli immancabili destini (vabbé, i soliti posti banali e insulsi dove ragionare su niente e nulla apprendere, ma con Albano e la sVentura sul video mica si può pretendere che la gente vada a vedere il Partenone o la splendida cattedrale barocca di Dresda da poco ricostruita).
Tutti al “ponte”, meno uno …
Tutto il Belpaese in movimento, dunque.
No, tutto tutti no, ne mancava uno: l’estensore scrivano di queste righe. Oh bella, e perché?
Beh, per tanti motivi che si passa a elencare, cominciando con una spiegazione professionale e proseguendo con una tentata giustificazione carica di snobismo.
Quanto alla vicenda professionale, chi opera come scriba turistico e non come bancario a giorni e ore fisse, ha almeno il piacere (a fronte della difficoltà di venire remunerato con 22 mensilità annue alla faccia dei 12 mesi segnati sul calendario) di poter scrivere quando e dove vuole, eppertanto se ne può stare a casa a trabajar.
E se lo scriba turistico se ne sta a casa si fa un bel regalo, sottraendosi a chilometriche code (ad esempio tra le fatidiche Modena Sud e Modena Nord – un classico, da tanti anni, e tutti ci cascano dentro, coscienti vittime sacrificali volute dal Moloch Società Autostrade – o evitando lunghe soste (più elegantemente definite rallentamenti) tra Milano e Bergamo (in più, elargisce un favore ai forzati del weekend & Ponti comandati eliminando almeno una targa dietro la quale trascorrere quarti d’ora).