Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Curiosità e un po’ di Gossip

Curiosità

“Venta ca fioca, deve da fè; viva la fioca, viva la giassa, s’a fioca nen, la piôma ‘ntla giaca”. Per i non piemontesi: “Bisogna che nevichi, datevi da fare; viva la neve, viva il ghiaccio, se non nevica siamo perduti”

Sci alpino
Sci alpino

È il video-karaoke olimpico, sdoganato da Giorgio Rocca e dalla nazionale azzurra di sci, intonato con canto corale e tanto di sottotitoli per i molti che piemontesi non sono.
E’ bello, in tempi globali ed eventi globali, sapere che la lingua locale ha una sua funzione e, soprattutto, che funziona (è nevicato!).
Autori del delicato, sciamanico appello, i comici torinesi di “Ciau bale” (curiosa espressione torinese per dire: “tutto è perso”) striscia tv e spettacolo teatrale che ridicolizza i difetti sabaudi, a partire dall’ambizione di voler copiare i milanesi (la gag è quella dell’Istituto Sant’Ambroeus, cioè “come diventare milanesi in sole 24 ore”.
Spassosissimi, i nostri, perché velenosi fino in fondo: nel nuovo spettacolo “Ciau bale di neve”, menano fendenti olimpici: dalle mascotte ribattezzate “mascottex” all’associazione “Cretins sans frontières” (quella degli snob che disdegnano i Giochi); dalle interviste ai “patetici” VIT (very important turineis) a quelli che hanno fatto i corsi “parlômabin” (parliamo bene) per accogliere gli stranieri con un inglese dell’ultima ora.

Curiosità: Personaggi a bordo pista 

Cesare Vaciago
Cesare Vaciago

Cerimonie

– Lo staff creativo di 240 persone comprende Mark Fisher, disegnatore dei palchi dei Pink Floyd e degli U2 e Ric Birch, organizzatore alle Olimpiadi di Los Angeles, Sydney, Barcellona. L’idea-guida per le cerimonie (forse il “top event” 2006) è quella di recuperare l’iconografia del Carnevale e del Circo, con un omaggio a Fellini.  “Vogliamo dire al mondo che l’Italia è il punto di riferimento per design e stile” dicono al Toroc.
Ottocentocinquanta euro per la cerimonia di apertura. Toròc! Verrebbe da dire. Secondo il suo direttore, Cesare Vaciago, il prezzo è troppo alto. Alto? Beh, diciamo che corrisponde al mensile di un ricercatore italiano. Ma, forse, è quello che è troppo basso, o no?
Carla Bruni, Sophia Loren e Luciano Pavarotti, icone un po’ scontate dell’italianità, sono gli ospiti d’onore della Cerimonia d’Apertura. In campo, però, Giorgio Armani (si occupa del “Tricolore”) e Roberto Bolle, ballerino della Scala.
Sophia Loren, da parte sua,  si è messa a disegnare gioielli. Una linea per Damiani, dedicata alle Olimpiadi, presentata in anteprima mondiale al ristorante “del Cambio” il 9 febbraio.
Laura Bush guida la delegazione ufficiale degli Stati Uniti, con la figlia Barbara. Soggiorna a Villa Matilde, Relais et Châteaux del Canavese, a due passi dal castello di “Elisa di Rivombrosa” (che Canale 5 l’abbia sbolognata anche in America ? Anche solo per giustificare il nome della regista, Cinzia Th Torrini…).
Monsieur Chirac va probabilmente nelle Langhe, al Relais San Maurizio, sulle colline del moscato e di Pavese, a Santo Stefano Belbo. A Torino ci sono anche il presidente russo Vladimir Putin, Angela Merkel, la “Cancelliera” tedesca, Tony Blair, primo ministro britannico, Carlo Gustavo di Svezia, Harald di Norvegia, Alberto di Monaco et cetera.

Curiosità: Soldi e potere tra la neve 

Combinata Nordica
Combinata Nordica

Torino come Davos?

Beh, non proprio. Però un po’ di potere economico si vede.
Per esempio il presidente di Wall Street Katkeen Kinney, o il presidente di Samsung Kitae Lee, insieme a molti altri numeri uno dell’industria e della finanza globali, come ad esempio il presidente della seconda banca cinese.
Fino alla curiosa iniziativa della General Electric (sponsor olimpico) che terrà qui il suo consiglio di amministrazione.
British Columbia, Canada. La provincia di Vancouver, prossima Olimpiade nel 2010, ha fatto costruire una baita in legno in piazza Fusi, chiamata “Piazza Affari”.
Venti società canadesi incontrano imprese piemontesi per business all’ombra dei Giochi. Settori interessati: energie rinnovabili, ambiente, turismo, itc, hy tech, legname in bioarchitettura, moda e tessuti. Fino alla delegazione di comunità amerinde.
Trentamila biglietti a 3 Euro l’uno, inseriti nel “programma education”. Il beau geste è rivolto ai giovani che vogliono seguire da vicino gli eventi, secondo il motto: “è meglio esserci”.
Gadget con il marchio olimpico. Non se ne può fare a meno, e così sono spuntati 1100 articoli diversi, compresi francobolli e medaglie commemorative, venduti in 6000 punti in Italia e poi in Europa, Giappone, Stati Uniti e Canada. Anche se i gadget rappresentano soltanto il 5% dei ricavi del marketing olimpico (17,2 milioni di Euro) sono veicolatori di immagine.
Chissà quanti, nel mondo e nei prossimi anni, faranno colazione con la tazza marchiata “Mole”? Molti, sicuramente. Nelle case giapponesi e norvegesi Torino sarà conosciuta come Venezia. Amen.

LEGGI ANCHE  Al Turismo italiano è andata di lusso

Curiosità: Spettacoli e pensieri 

Short Track
Short Track

La Medals Plaza

, cioè il luogo dove avverranno le premiazioni, è la più grande opera effimera (di architettura effimera, s’intende) mai realizzata in Italia: 700 metri quadrati di palco, 100 tonnellate di acciaio riflettente per coprirlo come un guscio. Più un palazzo di 10 piani con le bandiere delle nazioni partecipanti. L’ha concepito Italo Rota.
Di sera, concerti gratuiti, con un cast “stellare” (si dice così!): da Anastacia a Boccelli, da Lou Reed a Conte, da Morandi a Avril Lavigne e Ricky Martin, dai Duran Duran a Whintey Houston. Non mancano i “locali”, come i Linea 77, i Manbassa, i Righeira.
Si chiamano Sparks of Passion, cioè “Scintille di Passione”, e sono pattinatori con un casco speciale dal quale escono scintille e fiamme, che la velocità raggiunta, 70 km orari, rende luci effimere nella notte. Una trovata altamente spettacolare, anche se un po’ inquietante, che rallegra le premiazioni e la cerimonia d’apertura. Com’è difficile rappresentare il linguaggio figurato!
No Neve? No party! E invece sì, ci sono 900 cannoni pronti a sparare, per coprire una superficie di 1.250.000 metri quadrati, la più grande artiglieria effimera del mondo.
Cosa pensano i torinesi e i valligiani dei Giochi?
Secondo il recente articolo del Wall Street Journal non ne pensano, sono indifferenti.
Ma come? Verrebbe da dire. E allora quei pattinatori-scintille e il motto ripetuto ovunque che recita: “Passion lives here”? (la passione qui è di casa). D’accordo, le cose si ripetono per convincere. Però, da relativa indagine, si apprende che:
il 93% dei torinesi (89% nelle valli) è favorevole; che per l’82% ci sarà una forte visibilità all’estero; che l’organizzazione va promossa con un 7½. Il cruccio principale è il rischio di corruzione nel realizzare le opere (68%). Ma questo è un po’ mettere le mani avanti, il denaro “è farina del diavolo”!
L’Università di Torino, fondata nel 1404, 65.000 studenti, 4.000 docenti e tecnici, ha incaricato Alessandro Amaducci di realizzare uno spot olimpico.
Il regista l’ha ambientato in una piscina (acqua come elemento di mutazione) con immagini del Museo Egizio, del laboratorio di nano-tecnologie, della scuola di restauro di Venaria. È a disposizione dei network tv di tutto il mondo.

Curiosità: Accoglienza multilingue 

Curiosità e un po’ di Gossip

“Thank you for choosing us”

(grazie per averci scelto); “nous vous attendons bientôt” (vi aspettiamo presto). I 15.000 commercianti torinesi hanno recepito la lezione di fair play della Camera di Commercio; all’uscita dai loro negozi, i clienti olimpici trovano quel commiato in cinque lingue. All’entrata, però, hanno anche trovato prezzi chiari, una vetrina ben fatta, una commessa con il sorriso, prodotti italiani e piemontesi, prima che esteri. Se tutto questo funziona,  si potrebbe addirittura pensare di adottarlo come metodo anche in tempi “normali”. Hai visto mai…?
Elda Tessore, assessore alle Olimpiadi del Comune, ha dichiarato che la città ha come obiettivo di ricevere nel dopo Giochi quattro milioni di visitatori all’anno.
Moda? I russi, la nazionale di sci, vestono i “piumini couture” di Ermanno Scervino. Edy Masciotta, miss Italia, ha invece l’onere di portare a spasso una gonna “presepe techno”, in cui Moschino ha messo 500 pini, 10 sciatori, 30 casette che si illuminano.
Al posto della “grotta”, la Mole. Mah…
Trecentomila dipendenti della General Electric (sponsor dei Giochi) nel mondo, accedono con una web-cam al monumento “Dente del Gigante”, di Richi Ferrero, scultura luminosa a guglie, piazzata in piazza Solferino. Un grande display mostra le mail di auguri inviate dai GE dipendenti.
Lo Stadio Olimpico (ex Stadio Comunale e prima Stadio Mussolini, 1933) ha seggiolini grigio ghiaccio. Il colore non è stato scelto per l’Olimpiade, ma per dare continuità storico-architettonica agli spalti, un tempo puro “béton”, così come richiesto dalla Soprintendenza ai Beni Artistici.

LEGGI ANCHE  Valli olimpiche piemontesi: forti e miniere

Curiosità: Il provinciale 

Raffaele Petrarulo
Raffaele Petrarulo

“Io sottoscritto consigliere provinciale Raffaele Petrarulo, venuto a conoscenza che il Toroc ha omaggiato le Autorità di una fornitura che comprende: una giacca, un paio di guanti, un paio di pantaloni, un berretto, uno zainetto, relativamente al Presidente della Provincia, agli Assessori provinciali…ritiene dequalificante la limitazione alle sole persone citate, escludendo i consiglieri provinciali restanti, eletti con suffragio dai cittadini. Il mio disappunto è da ricondurre non a un diritto di un benefit in quanto personaggio politico, ma a una caduta di stile e d’immagine che tale comportamento arreca, dove la divisa di Torino 2006 indossata anche dai consiglieri provinciali, presenti nei siti olimpici e alle gare che si disputeranno, avrebbe sicuramente reso più consono alla carica che rivestono e rappresentano”.
(lettera di protesta inviata al Toroc dal consigliere provinciale Petrarulo, Lista Di Pietro-Italia dei Valori). No comment.

Curiosità: Olimpiadi e prevenzione 

Il fuoco olimpico
Il fuoco olimpico

Vigili

(del Fuoco). Elicotteri su tre basi; un laboratorio mobile chimico-biologico per il campionamento e l’analisi immediata di acqua, aria, suolo (in caso di attacchi terroristici); mille vigili impegnati, più squadre speciali batteriologiche, cinofile, speleo-alpino-fluviali; monitoraggio costante del territorio e tempi di risposta di 3-8 minuti. Estote parati!
Mueller (Robert), direttore dell’FBI è piombato a Torino a controllare che la sicurezza della First Lady sia garantita in modo adeguato. Ha speso parole di elogio e di fiducia nella security tricolore, giustificando la sua presenza con il fatto che stava facendo un viaggetto in Europa e allora perché non passare anche di qui.
Incorreggibile….
Annan (Kofi) e Rogge (Jacques), “capi” dell’Onu e del Cio, hanno rivolto da New York un appello affinché la tregua olimpica sia rispettata. Certo, una tregua non è la panacea ai mali del mondo ma, a volte, smettere di combattere per 15 giorni è un modo per riattivare il cervello, per ripensare alle ragioni della vita e a quelle della morte.
Tregua Olimpica, settembre 2005-febbraio 2006.
La Tregua Olimpica non è un’invenzione moderna. Nasce nella Grecia del IX secolo a.C. quando, per permettere lo svolgimento dei Giochi, veniva garantita l’inviolabilità di Olimpia e l’incolumità di coloro che vi si recavano per assistere o partecipare alle gare. Dopo Monaco ’72 (vedi Spielberg) e seguenti, il CIO ha deciso di riproporla.
Toroc, Torino, Piemonte e Coni hanno rilanciato. con la richiesta di risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU e con eventi finalizzati a livello internazionale.
WWT, World Wide Torino, presso il Maneggio Chiablese alla Cavallerizza Reale di via Verdi 9. È uno spazio dedicato ai rapporti internazionali di amicizia e collaborazione di Torino con le seguenti città: Atene, Barcellona, Breza, Campo Grande, Chambéry, Colonia, Cordoba, Detroit, Gaza, Glasgow, Gwangju, Haifa, Harbin, Kragujievac, Liegi, Lille, Lione, Londra, Nagoya, Ouagadoudou, Pechino, Praia, Quetzaltenango, Rotterdam, Salt Lake City, Salvador de Bahia, Sarajevo, Scutari, Shenyang, Vancouver, Zlin.
Oscar, vade retro! Ha dell’incredibile, per noi “provinciali”, che l’evento degli Oscar a Los Angeles sia stato posticipato di una settimana per non sovrapporsi alla chiusura di Torino 2006. Due miliardi di spettatori nel mondo hanno convinto i californiani a spostare le star. Che dire?

LEGGI ANCHE  I “numeri” delle Olimpiadi invernali

Curiosità: Avvenimento mondiale 

Curiosità Panoramica del palaghiaccio
Panoramica del palaghiaccio

Cerimonia di chiusura.

Il 26 febbraio ci sarà una nota di nostalgia quando Andrea Boccelli, dopo aver cantato, passerà la torcia ad Avril Lavigne, testimonial di Vancouver 2010.
Sì Tav. Ci siamo, partono i treni sulla Torino-Milano, versione ridotta Novara-Settimo Torinese. Dal 10 febbraio gli eurostar sfrecciano a 300 (trecento) all’ora nella Pianura Padana, regalando nuove visioni di monti e risaie. Stesso prezzo di un normale eurostar, assicura Trenitalia; anzi, la metà, se ci si presenta con un biglietto olimpico (7,5 euro in seconda, 10 euro in prima). Meraviglia delle meraviglie, anche Malpensa è collegata con Torino e da qui si entra nel sistema olimpico, con “shuttle” frequenti per Bardonecchia (Oulx) e Pinerolo.
No fusion. Cuochi orientali per le delegazioni asiatiche. Menu per vegetariani e per celiaci. Piatti con accanto una scheda che definisce ingredienti, informazioni nutrizionali, eventuali allergeni. Diete specifiche su richieste degli atleti.
Tutto è tenuto ben distinto: i vini di Fontanafredda (Alba) dalla birra Budweiser, Coca Cola e McDonald’s dai piatti nazionali. Poi c’è il Paniere dei Prodotti della Provincia di Torino, dal prosciuttello dell’Alta Val Susa al “seras dal fen” (formaggio), dai torcetti e toma di Lanzo al genepì occitano. E tutta la cucina piemontese.
Stoviglie “usa e getta” solo nei siti di gara. Negli altri casi piatti in ceramica, bicchieri di vetro e posate d’acciaio. Ci rimarranno male gli americani?
Esordio olimpico per la tecnologia completamente digitale in alta definizione (HDTV). Il segnale televisivo, raccolto al Centro di Trasmissione Internazionale (IBC) al Main Communication Center del Lingotto, è convertito in diversi standard per poi essere distribuito in tutto il mondo attraverso la fibra ottica e/o il satellite.
Anti hacker, 250 supertecnici di Atos Origin vegliano sui sistemi informatici che rappresentano i “nervi” dell’Olimpiade. Con numeri impressionanti: 450 server, 4700 computer, 1800 terminal, intranet wi fi con 90.000 utenti collegati, dati da fornire a giornalisti e tv. Si faranno vivi i cyberpirati? Ad Atene ci sono stati 5 milioni di allarmi per tentativi di intrusione….
Cartelli oscurati, sponsor tutelati. Cartelloni pubblicitari coperti da un bianco lenzuolo. Cartelli dei negozi-bar-ristoranti che devono ricorrere a perifrasi, perché “Olimpiade” non si può dire, è tutelato dal copyright del dollaro. Fino al 31 dicembre prossimo il Cio, e per lui i finanziatori di “Capoluogo piemontese anno sesto del XXI secolo”, sono i depositari e licenziatari del marchio e perfino di sostantivi e aggettivi.
Si può capire che chi spaccia merce con il marchio “contraffatto” faccia reato di “ambush marketing” (commercializzazione parassita) e sia sanzionabile con 100.000 Euro. Meno che un ristorante non possa avere un “menu olimpico” e sia costretto a scrivere: “menu speciale per il noto evento sportivo torinese”.
E il buon senso? A prescindere…..
I Piemontesi. Ebbene sì, ci sono anche atleti subalpini tra i partecipanti, alcuni perfino in zona medaglie. 18 atleti (su 185 azzurri): dalla 18enne Camilla Borsotti (sci alpino) alla medaglia d’oro di Salt Lake City Daniela Ceccarelli. I più vicini al podio (forse) Fabio Carta (short track) e Massimiliano Blardone (sci alpino).

Condividi sui social: