Celtico puro, ma per pochi
Il bretone è una lingua celtica (derivate dalla famiglia indoeuropea, le lingue celtiche comprendono due gruppi, il gaelico e il brittonico) dalla storia non difficile: nel V secolo a.C. una massiccia emigrazione proveniente dalle isole inglesi (Galles, Cornovaglia, Devon) occupa l’Armorica che diviene Bretagna, con il bretone come lingua.
Chi va in Bretagna goda i panorami, appaghi i desideri del palato e si aggiri tra i misteriosi “menhir”, non senza assistere all’arrivo dei pescherecci nei porti quotidianamente disegnati dalla marea; ma non tenti di imparare il bretone, sciuperebbe tempo.
Tanto per scoraggiare chi volesse imitare le 250.000 persone che lo parlano (e 750.000 lo comprendono) si può dire che “Kenavo” vuol dire arrivederci, “Demat” buon giorno, “Loc” luogo isolato, eremo, e tanto per concludere con la gastronomia “Bara” è il pane, “Amann” il burro con il quale si ammanniscono le “Krampouez” crèpes, per concludere con lo “Choucen”, della famiglia degli idromeli, “nettare degli dei” preparato con acqua e miele fermentato.
Quesya era la bevanda preferita dai Celti che le attribuivano numerose virtù, in primis l’ebbrezza, sacra agli dei e l’immortalità, sacra agli umani.
Dolmen e menhir dappertutto
E bretoni sono le parole entrate a far parte dell’archeologia preistorica (“dolmen”, tavola di pietra orizzontale e “menhir”, pietra lunga, aguzza) fosse solo perché la più alta concentrazione di menhir si trova in Bretagna (varie migliaia, di cui 3000 solo nei dintorni di Carnac).
Ammirare queste rozze pietre contenenti un indubbio messaggio religioso – da non perdere la moltitudine allineata in un solo campo, a Kermario e i dolmen della Rocca delle Fate a Essè, eppoi menhir a volontà nel dipartimento del Morbihan – ci conduce a un periodo della storia, tra il 4500 e il 2500 a.C., addirittura precedente la venuta del Celti.
Oltre a molta cultura e altrettanto ricca gastronomia, la Bretagna offre anche sport a profusione – bicicletta, golf, escursioni a piedi, vela – sempre che chi si appresta a un tuffo tra le calette sabbiose alternate alle scogliere non tema più di tanto le fresche acque del talvolta irascibile oceano Atlantico.
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