Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Le scommesse di Hong Kong

Nel 1997, quando fu sancito il ritorno di Hong Kong sotto la sovranità cinese, il quesito che molti si posero fu il seguente: sarà la Cina a “cinesizzare” Hong Kong, oppure Hong Kong a “hongkonghizzare” la Cina? Qui, le risposte

Cambiamenti in atto

Mercato (Foto:HKTB)
Mercato (Foto:HKTB)

Il viaggiatore che sia in grado di fare dei confronti avverte come negli ultimi anni siano cambiate alcune cose, anche con la semplice visita ai negozi e ai mercati turistici.
Se dieci, quindici anni fa Hong Kong era la patria occidentale di abbigliamento a basso prezzo e di accessori e orologi di grandi marche falsificati, oggi la capitale di tutto questo è Shanghai, dove gli stessi prodotti possono costare anche un quinto rispetto ai prezzi di Hong Kong. Il materiale fotografico ed elettronico resta una prerogativa di Hong Kong: ma i prezzi, rispetto al passato, non sono ormai così competitivi rispetto a Europa e Stati Uniti.
I cinesi sono percorsi dalla frenesia del vendere: la trattativa è talvolta estenuante, ma quasi sempre vincente. A Hong Kong il commercio minuto soffre dell’oscuro male occidentale da cui è colpita anche l’Europa: quello di un’economia matura che offre meno margini e finisce per avere armi spuntate a confronto di chi può fare “dumping” pur di vendere e generare quantità e volumi. È previsto che il commercio internazionale della Cina continuerà a crescere a un ritmo annuo del quindici per cento; ancor più velocemente nella regione intorno a Hong Kong.

Le “difese” di Hong Kong

Le scommesse di Hong Kong
“Danza del Drago” davanti al monastero Po Lin

Intanto, per questo, e per tutte le scommesse annidate nel suo futuro, Hong Kong continua a investire con grande determinazione in infrastrutture, in trasporti e in qualità di vita.
Le autorità sono consapevoli della progressiva invasione in atto dai confini cinesi e per ora l’immigrazione a Hong Kong è limitata a centocinquanta persone al giorno.
E si investe in servizi legati all’attrattività e al turismo, visto che Hong Kong rimane una delle mete più desiderate: sedici milioni e novecentomila visitatori giunti da tutto il mondo nel periodo gennaio-settembre 2005.
Da pochi mesi è stata inaugurata, nell’area del vecchio aeroporto nel cuore di Kowloon, una sfavillante Disneyland, nuovo polo di attrazione turistica. L’offerta alberghiera è di livello molto elevato e alcune delle strutture sono tra le più rinomate del mondo: basti ricordare tre hotel, il Mandarin, il Peninsula e il Shangrilà, vere leggende nel settore della ricettività. Il terzo fa parte della più grande catena asiatica: quarantasette alberghi in tutto e una prossima apertura a Londra, la prima in Europa; si tratta di una società quotata in Borsa, con una capitalizzazione di circa quattro miliardi di dollari ed è guidata da un manager italiano, Giovanni Angelini.

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Un futuro da fantascienza

Il ponte Tsing Ma (Foto:HKTB)
Il ponte Tsing Ma (Foto:HKTB)

Le infrastrutture, che negli ultimi anni si sono arricchite soprattutto del nuovo aeroporto (1998) su un’isola collegata alla città da ponti strallati e da un treno superveloce, oggi sono proiettate principalmente verso la realizzazione di un collegamento che taglia la foce del fiume delle Perle, per unire Hong Kong a Macao e Zhuhai e dare in tal modo una concreta continuità alla costa asiatica.
Attualmente  il nuovo ponte è in fase di progettazione: i lavori saranno avviati nel 2007 per essere completati nel 2012 e saranno interamente finanziati con un’operazione di project financing. Avrà una lunghezza di ventinove chilometri (più sei di tunnel), sarà soltanto stradale e non ferroviario e costerà quattro miliardi di dollari (meno del ponte sullo Stretto di Messina).
L’opera è considerata fondamentale per “ricucire” la costa asiatica interrotta dall’estuario del fiume delle Perle e per incentivare l’espansione economica della vasta area che insiste sulle due sponde dell’estuario, in cui vivono quarantacinque milioni di persone. Un percorso stradale di oltre quattro ore sarà ridotto a soli venticinque minuti.
All’apertura è previsto un traffico di quindicimila veicoli al giorno (attualmente transitano trentacinquemila camion al giorno fra Hong Kong e la Cina, attraverso tre varchi) e gli economisti cinesi sottolineano l’importanza del ponte “nel lungo periodo”.
Per attirare gli investimenti privati che dovranno finanziare l’opera, per i quali la remunerazione della gestione sarà lenta nel tempo, il governo cederà alle società coinvolte terreni che saranno valorizzati dall’opera e che potranno generare redditizie plusvalenze immobiliari.

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