Cambiamenti in atto
Il viaggiatore che sia in grado di fare dei confronti avverte come negli ultimi anni siano cambiate alcune cose, anche con la semplice visita ai negozi e ai mercati turistici.
Se dieci, quindici anni fa Hong Kong era la patria occidentale di abbigliamento a basso prezzo e di accessori e orologi di grandi marche falsificati, oggi la capitale di tutto questo è Shanghai, dove gli stessi prodotti possono costare anche un quinto rispetto ai prezzi di Hong Kong. Il materiale fotografico ed elettronico resta una prerogativa di Hong Kong: ma i prezzi, rispetto al passato, non sono ormai così competitivi rispetto a Europa e Stati Uniti.
I cinesi sono percorsi dalla frenesia del vendere: la trattativa è talvolta estenuante, ma quasi sempre vincente. A Hong Kong il commercio minuto soffre dell’oscuro male occidentale da cui è colpita anche l’Europa: quello di un’economia matura che offre meno margini e finisce per avere armi spuntate a confronto di chi può fare “dumping” pur di vendere e generare quantità e volumi. È previsto che il commercio internazionale della Cina continuerà a crescere a un ritmo annuo del quindici per cento; ancor più velocemente nella regione intorno a Hong Kong.
Le “difese” di Hong Kong
Intanto, per questo, e per tutte le scommesse annidate nel suo futuro, Hong Kong continua a investire con grande determinazione in infrastrutture, in trasporti e in qualità di vita.
Le autorità sono consapevoli della progressiva invasione in atto dai confini cinesi e per ora l’immigrazione a Hong Kong è limitata a centocinquanta persone al giorno.
E si investe in servizi legati all’attrattività e al turismo, visto che Hong Kong rimane una delle mete più desiderate: sedici milioni e novecentomila visitatori giunti da tutto il mondo nel periodo gennaio-settembre 2005.
Da pochi mesi è stata inaugurata, nell’area del vecchio aeroporto nel cuore di Kowloon, una sfavillante Disneyland, nuovo polo di attrazione turistica. L’offerta alberghiera è di livello molto elevato e alcune delle strutture sono tra le più rinomate del mondo: basti ricordare tre hotel, il Mandarin, il Peninsula e il Shangrilà, vere leggende nel settore della ricettività. Il terzo fa parte della più grande catena asiatica: quarantasette alberghi in tutto e una prossima apertura a Londra, la prima in Europa; si tratta di una società quotata in Borsa, con una capitalizzazione di circa quattro miliardi di dollari ed è guidata da un manager italiano, Giovanni Angelini.
Un futuro da fantascienza
Le infrastrutture, che negli ultimi anni si sono arricchite soprattutto del nuovo aeroporto (1998) su un’isola collegata alla città da ponti strallati e da un treno superveloce, oggi sono proiettate principalmente verso la realizzazione di un collegamento che taglia la foce del fiume delle Perle, per unire Hong Kong a Macao e Zhuhai e dare in tal modo una concreta continuità alla costa asiatica.
Attualmente il nuovo ponte è in fase di progettazione: i lavori saranno avviati nel 2007 per essere completati nel 2012 e saranno interamente finanziati con un’operazione di project financing. Avrà una lunghezza di ventinove chilometri (più sei di tunnel), sarà soltanto stradale e non ferroviario e costerà quattro miliardi di dollari (meno del ponte sullo Stretto di Messina).
L’opera è considerata fondamentale per “ricucire” la costa asiatica interrotta dall’estuario del fiume delle Perle e per incentivare l’espansione economica della vasta area che insiste sulle due sponde dell’estuario, in cui vivono quarantacinque milioni di persone. Un percorso stradale di oltre quattro ore sarà ridotto a soli venticinque minuti.
All’apertura è previsto un traffico di quindicimila veicoli al giorno (attualmente transitano trentacinquemila camion al giorno fra Hong Kong e la Cina, attraverso tre varchi) e gli economisti cinesi sottolineano l’importanza del ponte “nel lungo periodo”.
Per attirare gli investimenti privati che dovranno finanziare l’opera, per i quali la remunerazione della gestione sarà lenta nel tempo, il governo cederà alle società coinvolte terreni che saranno valorizzati dall’opera e che potranno generare redditizie plusvalenze immobiliari.