Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

Druetto Santo, subito! “No se preocupe señor” … “ahorita” …

Questa invocazione, meglio definibile un urlo isterico liberatorio, proruppe a squarciagola dal cavo orale del qui scrivente alle 14.09 (ora locale) di mercoledì 29 marzo sotto le volte dell’aeroporto di Città del Messico. Perché mai questo comportamento da Tarzan, si chiederà la balda “aficiòn” lettrice? “No se preocupe” l’oceanica folla dei miei lettori, procedo “ahorita” (subito), a una doverosa spiegazione; che però, ahilei (la folla leggente) parte da lontano, eppertanto richiederà qualche riga.Laggiù, “en la America Latina”…Ragazze guatemaltesiOpportuna e importante premessa, giunga ahorita, quindi subito, una mia dichiarazione di sviscerato amore per quella parte del mondo che va dal Messico … Leggi tutto

Questa invocazione, meglio definibile un urlo isterico liberatorio, proruppe a squarciagola dal cavo orale del qui scrivente alle 14.09 (ora locale) di mercoledì 29 marzo sotto le volte dell’aeroporto di Città del Messico.
Perché mai questo comportamento da Tarzan, si chiederà la balda “aficiòn” lettrice? “No se preocupe” l’oceanica folla dei miei lettori, procedo “ahorita” (subito), a una doverosa spiegazione; che però, ahilei (la folla leggente) parte da lontano, eppertanto richiederà qualche riga.

Laggiù, “en la America Latina”…

Ragazze guatemaltesi
Ragazze guatemaltesi

Opportuna e importante premessa, giunga ahorita, quindi subito, una mia dichiarazione di sviscerato amore per quella parte del mondo che va dal Messico alla Tierra del Fuego, alias l’America Latina, ispanicamente più nota come Latinoamerica. Un amore datato e al di sopra di ogni sospetto.
Fin da bambino, infatti, in quel di Novara, puntavo il minuscolo indice sul mappamondo De Agostini (unica vera e seria azienda cittadina, non ancora esistendo i Pavesini e rappresentando soltanto i “sciùr” la Banca Popolare) e invariabilmente lo ritrovavo a sud (“South of the Border”, cantava Frank Sinatra) di Canada e Usa.
E dal variopinto Messico del “campo charro”, delle corride nell’immensa “Plaza de Toros Monumental”, delle più belle canzoni d’amore e passione – di cui al grande Vate, il mitico Agustìn Lara, “el Flaco de Oro” – la citata estremità mobile della mano scendeva giù giù, schiacciando il Canale di Panamà (da poco raccontato ai lettori di Mondointasca) per spostarsi un filino sul Venezuela della Figlia del Corsaro (non ricordo più di quale colore), quindi abbassarsi sul Brasile, allora ancora misterioso perché non ancora noti i robusti appetiti sessuali goduti da Ronaldo e Adriano e pagati da Moratti, per finire alle deamicisiane ex appenniniche Ande; eh sì, la mia generazione le ha subite proprio tutte, comprese le guerre e i racconti-sfiga del “Cuore!. Solo più avanti, a già tanta America Latina aggiunsi, non solo col ditino ma pure andandoci, la Tierra del Fuego e l’adiacente Antartide (anch’esse ovviamente raccontate a chi e-legge  Mondointasca).

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Cultura ispanica, amore consolidato

Pinguini sull'isola Martillo, Ushuaia
Pinguini sull’isola Martillo, Ushuaia

Tanta passione giovanile per quasi tutto un continente e a dar retta agli Yankees si potrebbe pure dire per tre quarti di due continenti, datosi che nelle scuole Usa insegnano che l’America del Sud e quella del Nord sono due entità geografiche separate e come tali le conteggiano, non solo non diminuì col passar degli anni ma financo, se possibile, aumentò. I motivi? Beh, poco prima dei vent’anni fui (molto fortunatamente) colpito da un “virus hispanicus” dal quale spero di non guarire mai, ancora qualche anno e ci riesco, che mi fece amare tutto ciò che allignava sotto i Pirenei, non parliamo poi dell’idioma del “Quijote”.
E siccome dal Rio Grande a Ushuaia se “habla español” o “castellano” che sia
(“da igual”, è la stessa cosa) eccomi non farmi differenza se mi trovo nella Cordoba Andalusa o in quella argentina o se vedo una corrida nella Guadalajara “mejicana” o in quella distante un’ora d’auto da Madrid. E se anche questo ulteriore plus pro Aficiòn Latinoamericano non fosse sufficiente, eccomi ad aggiungere che da più di tre anni sono pure nonno di un “chavalìn” (ragazzino) il prode Xavier di madre peruana, “con lo cual” (per cui) nessuno può nutrire dubbi sulla fede testè enunciata.

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