Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Quito, luci e ombre d’altura

Se si dovesse scegliere una città per il suo clima, Quito sarebbe al primo posto. A ventidue chilometri dall’Equatore, ma a 2850 metri d’altezza e circondata da montagne per lo più vulcaniche, gode di una temperatura da eterna primavera

Tra le
Tra le “Calle” del centro storico

La prerogativa non è sufficiente, però, a farne la meta di un viaggio, specie trattandosi di un luogo a più di dieci ore di volo dall’Italia. Ma la città ha ben altro da offrire. Il suo centro storico, dichiarato dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità” e uno dei più belli dell’America Latina coloniale, è un motivo di attrattiva più che sufficiente. E vederlo di sera, complice un’illuminazione ad effetto, è una vera emozione.
Non lasciatevi influenzare da chi sostiene che di notte sia pericoloso. Non lo è di più di una strada di una qualsiasi grande città, ma lo è meno di un quartiere malfamato di alcune capitali europee. Ci sono molte luci, presidi di polizia frequenti e trovare un taxi è più semplice che a New York o a Parigi.
Questo non significa che Quito sia un posto tranquillo. C’è la tensione della capitale di un paese con un governo che, di norma, non si prende eccessiva cura degli interessi della popolazione. Un paese in cui, nonostante la prima ricchezza sia il petrolio, il 70% della gente è povera e di questa il 45% vive in totale miseria. Un paese dove quasi il 70% della popolazione è costretto a emigrare, tanto che la seconda ricchezza  dell’Ecuador sono le rimesse degli emigranti. Non le banane, come dicono le guide.

La piazza dei “poteri”

Il cambio della guardia
Il cambio della guardia

La Plaza de la Independencia è il centro focale di Quito.
Qui si concentrano gli edifici del potere; da qui partono i cortei religiosi e le manifestazioni importanti. Ed è anche un buon punto di partenza per un itinerario, alla scoperta della capitale.
L’edificio più imponente è il Palacio del Gobierno, il cui colonnato e le sale poste all’entrata sono aperti al pubblico, eccetto il lunedì tra le undici e mezzo e le dodici, quando c’è il cambio della guardia, con i militari a cavallo e in alta uniforme.
La sede del Comune è un edificio recente, privo di particolari attrattive. D’epoca, invece, e con un colonnato occupato da negozietti, è il Palazzo dell’Arcivescovado, sulla destra. Di fronte la Cattedrale, non bella come altre chiese della città, ma imponente e con pregevoli dipinti di artisti della scuola di Quito e qualche interessante dettaglio storico. Come la statua di Juan José Flores, primo presidente dell’Ecuador, la tomba di Mariscal Sucre, uno dei padri dell’indipendenza o la targa dietro l’Altare Maggiore, che indica il punto dove nel 1875 fu trasportato morente il presidente Gabriel Garcia Moreno, colpito da un colpo di pistola mentre usciva dal Palacio del Gobierno. 

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Antiguo Cuartel de la Real Audencia
Antiguo Cuartel de la Real Audencia

Vale una visita, se non altro per vederne il restauro, l’Antiguo Cuartel de la Real Audencia. È un palazzo seicentesco, appena fuori la Plaza. Appartenuto prima ai gesuiti e poi ai domenicani che ne fecero un’Università, fu dal 1767 e fino a tempi recenti una caserma, per convertirsi ultimamente in centro culturale con museo di arte colombiana e non solo: biblioteca, ristorante e due gallerie con mostre d‘arte moderna e contemporanea.
In uno dei due cortili spiccano due enormi piante di Araucaria, specie tipica dell’America del sud. Da evitare il tetro museo delle cere nel sotterraneo, a meno ché non ci si voglia fare una “cultura” nozionistica su eccidi e fatti di sangue della città.

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