L’olio, dosato e combinato insieme alle essenze, veniva utilizzato per
realizzare i profumi mentre nella stessa Pyrgos gli esperti hanno
ritrovato testimonianze di produzione tessile. L’olio aromatizzato era
presente nella lavorazione della lana ma non solo: sono stati scoperti
anche fili di seta, prodotta dalla filatura dei bozzoli di un
lepidottero di origine mediterranea, diverso dal più noto baco cinese.
Ancora, a Cipro è stato poi ritrovato un altro frantoio intagliato
direttamente nella roccia carsica, nel quale l’olio veniva prodotto
mediante il pestaggio delle olive con zoccoli e rulli di pietra.
Il
sito di Pyrgos è risultato una miniera per gli studi sulle civiltà del
Mediterrano nell’età del Bronzo e ha permesso di avanzare molte ipotesi
inedite sulle abilità tecnologiche e artigianali nell’isola di Cipro.
In mostra, oltre ai reperti ritrovati nel sito archeologico, è stata
collocata anche una ricostruzione del laboratorio dei profumi di Pyrgos
e alcuni pannelli informativi a cura del Centro nazionale delle
ricerche.
“I profumi di Cipro. Olio d’oliva e fascino
dall’isola di Afrodite nel 2000 a.C.”, Trevi, museo della civiltà
dell’ulivo, dal 23 giugno al 12 novembre
Informazioni: tel 0742 381628; www.ciproatrevi.it