Non è necessario attendere gli europei di calcio che si giocheranno nel 2008, nello Stade de Suisse, il nuovo centro multifunzionale per eventi sportivi e culturali inaugurato nel luglio 2005, per recarsi a Berna.
Chi vuole comprendere a fondo la Svizzera è Berna che deve visitare, anche solo per un fine settimana. L’atmosfera che aleggia in questo luogo non si coglie in nessun’altra città del Paese.
Qui si avverte una sapiente tranquillità che arriva da lontano probabilmente dovuta anche alla dolce severità del paesaggio prealpino in cui è immersa. Ma è sempre qui che si coglie lo spirito della Riforma, che la città ha fatto propria nel 1528.
Ancor oggi oltre il 67% dei suoi cittadini è di religione protestante.
Città di cultura e di aggregazione
Quanto la cultura, la scienza, le arti siano importanti per questa cittadina di circa centotrentamila abitanti, lo si intuisce dando un’occhiata all’elenco dei suoi musei, teatri, gallerie, biblioteche. Questa vasta offerta si coniuga tuttavia ad un’ampia gamma di negozi, attività commerciali, ristoranti. Tra questi ultimi, si va dai più ricercati come il Kornhauskeller, che ricorda l’impianto di una chiesa a tre navate, a quelli moderni e multietnici, come il Markthalle, proprio di fronte alla stazione ferroviaria, luogo simbolico per eccellenza dell’incontro tra popoli.
E se poi doveste capitare da queste parti il quarto lunedì di novembre, avrete la possibilità di assistere al “mercato delle cipolle”, o Zibelemärit, le cui origini sembrano risalire al Medioevo. La manifestazione, ormai diventata una vera e propria festa popolare, attrae ogni anno centinaia di compratori ed estimatori dell’ortaggio che assurge a protagonista indiscusso della giornata.
È da questo mixage che con tutta probabilità proviene il fascino di Berna: dove avveniristiche architetture coesistono accanto a secolari edifici in pietra arenaria; dove la solidità di antiche tradizioni sa coniugarsi con la necessità di continua innovazione e sperimentazione. Un laboratorio culturale aperto al nuovo, con un’anima fiera del passato. Questo, in sintesi, il ritratto di Berna, dal 1848 capitale della Confederazione Elvetica.
Orsi “cittadini”, medievali e moderni
La fossa degli orsi o Bärengraben, che attualmente ospita cinque esemplari di orsi bruni provenienti dai Pirenei, è il luogo generalmente consigliato per iniziare la visita di Berna. Non fosse altro perché nello stemma della capitale della Confederazione campeggia un orso ed è all’orso che si fa risalire, infatti, il nome stesso della città.
La leggenda vuole che il luogo scelto dal fondatore della città, il duca Berthold V di Zähringen, fosse quello dove egli uccise uno di questi animali, in tedesco Bär, da cui il nome di Bern.
L’orso sarà sempre sulle vostre tracce: lo incontrerete non solo sullo stemma, ma sotto forma di scultura, come, ad esempio, la coppia di orsi che sorveglia l’ingresso del Museo Storico, o come quello, dolcissimo e innocuo, al sapore di mandorla, immancabile souvenir da portare con sé al rientro.