Natura allo stato puro
Se ci si ferma a Santa Cruz, si può scegliere fra una sistemazione in uno degli alberghetti della “capitale” Puerto Ayora o in uno degli ecologici resort della costa. Entrambe le soluzioni hanno i loro vantaggi. La prima è la preferita dai giovani, per l’animazione fino a tarda ora, gli internet café, i locali dove si balla la salsa, i negozi di attrezzature da sub e dintorni e le piccole agenzie che organizzano escursioni a prezzi stracciati. Tra i resort della seconda soluzione il Finch Bay merita qualche parola. Raggiungibile in quindici minuti di barca dall’Academy Bay di Puerto Ayora e poi con un sentiero tra le mangrovie, è costituito da costruzioni in legno affacciate su una baia, con solo ventun camere e l’intero arredo in materiali naturali.
Non lontana c’è la Stazione Scientifica Charles Darwin con un centro informazioni, un piccolo museo con video e un allevamento di testuggini.
Alle Galápagos ce ne sono ben quattordici specie di cui una endemica, mentre nell’isola di Isabela ce n’è una di centocinquanta chili, la più grossa del mondo, unitamente a un esemplare simile che vive nelle Seychelles.
Qui, le neonate provenienti dalle varie isole, vengono “catalogate” e sistemate come in un’incubatrice in recinti diversi, per poi essere riportate all’isola d’origine a tre anni.
Le cinque “cose” da non perdere
Da vedere alle Galápagos c’è davvero molto e se non si dispone di tanto tempo è veramente difficile fissare delle priorità. Washington Tapia, giovane biologo agronomo, neo-nominato direttore della Stazione Darwin, ci ha indicato cinque destinazioni irrinunciabili.
– Isla Bartolomé, la più fotografata, perché qui maggiormente si avverte la presenza dei vulcani.
– Isla Isabela, la più grande con i suoi quattromila chilometri quadrati, per la laguna di Villamil, tre chilometri di spiaggia, con fenicotteri e altre venti specie di trampolieri.
– Isla Plaza Sur, per le sue incredibili scogliere zeppe di iguane, leoni di mare, meta preferita di uccelli straordinari.
– Isla Floreana per la sua storia. Dal primo abitante, un irlandese lasciato qui nel 1807, al mistero di un dentista tedesco e di una baronessa con tre amanti.
– Isla Fernandina, per la sua fauna che qui vede concentrata la maggior parte delle specie endemiche dell’arcipelago, pinguini compresi.
Il ritorno, alla fine, non sarà senza rimpianti.