Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Valli piemontesi tra natura e storia

Arrampicate su per fortezze, abbazzie e borgate alpine. Itinerari lungo i percorsi della storia e nello spettacolo del Parco Naturale della Val Troncea

Bardonecchia
Bardonecchia

La Valle di Susa, la Val Chisone assieme ai valichi del Moncenisio e del Monginevro,  sono ricche di una storia secolare, di sogni di conquista, di strenue difese. Valli che, pochi lo sanno, sono state il luogo d’origine di “francesi” famosissimi, per dire il pittore Cézanne (da Cesana) e l’attore Fernandel (Val Chisone).
Fortezze, arrampicate sulle montagne.
Abbazie, specchi di medioevo. Borgate alpine, con la dignità della vita di un tempo. E parchi naturali, che inglobano cime e torrenti, marmotte e stelle alpine. Intorno ai nomi stranoti, come Sestriere, Bardonecchia e Sauze d’Oulx (mondanità alpina) c’è un territorio che si chiama “Montagnedoc”. “Doc” come “d’Occitania” e “doc” come qualità, prendendo a prestito dai vini la parolina che li certifica. Luoghi che l’evento olimpico qualifica come “cornice”, ma che hanno molto da offrire.

Fortezze

Forte Fenestrelle
Forte Fenestrelle

Le fortezze, ad esempio. Se Fenestrelle è la più grande d’Europa, il
sogno visionario di Vittorio Amedeo II  a inizio Settecento, per non
cedere mai più territori alla Francia “prepotente”, Exilles è il
perfetto adattamento dell’architettura militare al terreno, al
paesaggio.
Fenestrelle – A protezione della Val Chisone, è la seconda struttura muraria al mondo, dopo la Muraglia Cinese. “Una gradinata titanica, una cascata enorme di muraglie e scaglioni, una cosa strana, grande, bella davvero”. Edmondo De Amicis ne rimane impressionato, com’è normale che sia. Ecco i numeri della fortezza: tre forti, sette ridotte, due chilometri di scala coperta con 3.400 scalini, cinque ponti levatoi interni, 1.300.000 metri quadrati su 635 metri di dislivello. Fu l’ingegnere militare Bertola, su precise disposizioni del Re, a progettare quello sbarramento alpino per la Valle del Po, sulla precedente piazzaforte francese. Si partì nel 1727.
Caserma, carcere politico, presidio, Le Fenestrelle è una fortezza particolare, che ha il fascino epico dei
tempi delle spade e dei cannoni. Si vedono i forti S. Carlo, Tre Denti, Sant’Elmo, la Polveriera, il Quartiere medievale e quello delle truppe, la scalinata coperta che si arrampica sul monte Orsiera, il Palazzo del Governatore, il Palazzo degli Ufficiali, la Chiesa. E la Galleria Uniformi del Regio Esercito Italiano (novanta  manichini con armi, stampe, quadri, cimeli). Tra le visite guidate, c’è una straordinaria Passeggiata Reale di sette ore.

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Forte Exilles
Forte Exilles

Exilles –  (Ad exilium) in Val Susa, è stato un castello sulla via di Provenza. Ha cento cinquant’anni, nella versione attuale; novecento anni, come insediamento.
Ha ospitato la Maschera di Ferro nel 1681. È stata distrutta a fine Settecento, manco a dirlo, da Napoleone. È la sentinella dell’Alta Valsusa, con quel nome che per i Romani voleva dire “esterno, estero”. La si avvicina con la Rampa Reale, quella dei “Mille Passi” sull’acciottolato. Un piano inclinato che stravolge le prospettive della valle, ridisegna le linee delle montagne e conduce alla Porta Reale. Poi due tenaglie, strade tortuose per imbrigliare l’eventuale assalitore. Nucleo centrale è il Cortile del Cavaliere, trapezoidale, irregolare, con i tetti degli edifici che delineano una losanga di cielo. Qui si affaccia la cappella (sede di mostre) e qui trovano posto i palchi delle manifestazioni. Si possono poi vedere le Scuderie, il Basso Forte, il Grande Fossato, la Batteria Reale, la Scala del Paradiso, la Scarpata del Giasset, rampa che conduce al paese, luogo di rievocazioni militari.
Suggestivo il museo, ambientato nei sottotetti: un percorso tra voci, suoni, storie militari e storie contadine, immagini proiettate sul muro, che riportano in vita una comunità, quella descritta la Laura Mancinelli nella “Sacra Rappresentazione”.
C’è anche il museo degli Alpini, i “Soldati di pietra”, pensato come omaggio all’uomo. Stoffe e attrezzi,
armi e uniformi sono funzionali a ricordare la vita in montagna, in trincea, la sofferenza. Ci sono i volti, gli acquerelli, i canti e i colpi, provenienti dai muri.

Abbazie

Sacra di San Michele
Sacra di San Michele

Vi ricordate il Manzoni? Quello dei magnifici versi: ‘…dagli atrii
muscosi, dai fori cadenti…un volgo disperso repente si desta, intende l’orecchio, solleva la testa, percosso da novo, crescente rumor…’, quello di Adelchi ed Ermengarda? Racconta la battaglia decisiva tra Longobardi e Franchi, nel 773, che porterà al Sacro Romano Impero. Si possono ripercorrere quei luoghi lungo il Sentiero dei Franchi della Val Susa. In tre giorni, seguendo un sentiero in cresta, si ripercorrono, a piedi o a cavallo, i passi dell’esercito franco, da Abbazia di Oulx verso il parco del Gran Bosco di Salbertrand, Pian del Frais, Pian Cervetto fino alla Sacra di S.Michele, eretta sul monte che domina le Chiuse d’Italia, teatro della battaglia.
La Sacra, poi, abbazia benedettina del 984, monumento-simbolo del Piemonte, merita una visita, per lo Scalone dei Morti, la Porta dello Zodiaco e il recentissimo San Michele, statua di cinque metri di Paul
Moroder, artista altoatesino.
Più in alto nella valle, alle pendici del Moncenisio, c’è l’abbazia benedettina di Novalesa (Nova Lex) fondata nel 726 da Abbone, governatore della Moriana e di Susa. Carlo Magno risiede qui per lungo tempo prima di attaccare i Longobardi di Desiderio alle Chiuse di San Michele. In questo periodo si fonda la famosa biblioteca in cui i monaci amanuensi trascrivono e miniano codici. Famoso è il Chronicon Novalicense. Nel X secolo l’Abbazia viene distrutta dai saraceni. Oggi si vedono la Chiesa
(1710), le mura perimetrali originali,  quattro cappelle medievali. I benedettini vi restaurano libri antichi.
La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, vicino ad Avigliana e sul percorso della Strada Antica di Francia, è una bella testimonianza di gotico a mattoni (1188).
Chiesa e ospedale, dove si curano gli ammalati di lebbra e di “erpes zoster” (fuoco di Sant’Antonio). Nel Quattrocento la precettoria viene arricchita con le decorazioni in terracotta. All’interno, i magnifici affreschi di Giacomo Jaquerio e sull’altare, il grande polittico del Defendente Ferrari (1531).
Nella piana del Po, dopo Pinerolo, un’altra grande abbazia, cistercense questa volta, Santa Maria di
Staffarda (XII sec.). Chiesa (magnifico pulpito), chiostro, foresteria, refettorio, sala capitolare e nove cascine.

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Parchi

Parco Naturale Val Troncea
Parco Naturale Val Troncea

Il Parco Naturale della Val Troncea è a Pragelato, lungo la valle del
torrente Chisone, tra una serie di “tremila”. Larice e pino uncinato a
determinare il paesaggio e le borgate alpine a fare da traguardo a
numerosissimi itinerari da percorrere a piedi su tre stagioni e con le
racchette da neve in inverno. Anzi, qui è un po’ il centro delle
racchette. Oltre al Centro di Informazione a Ruà (telefono 011
2278849, lunedì-venerdì 9-12/14-16.30) che comprende un museo del parco e un sentiero etno-botanico di ventotto  specie di alberi e arbusti della zona, c’è un itinerario particolare, per visitare le borgate della valle, che offrono mille e quattrocento meridiane, in particolare Grand Puy (Pragelato) e Balboutet (Usseaux).
Il Parco dell’Orsiera Rocciavré è posto sul crinale montano che separa la Valle di Susa dalla Val Chisone, cioè tra le due fortezze. E anche la strada che lo percorre è carica di storia e di forti: il Serre Marie, quello del Colle delle Finestre, la batteria del Gran Serin, la “blockhaus” del Falouel (tour “Sentieri di Guerra”, Guide Natura).
Il parco si raggiunge con la strada che da Meana, vicino Susa, sale al Colle delle Finestre, 2.176 metri. Qui si apre un altopiano-balcone, con un panorama che spazia sulle Alpi Cozie e Graie, su quelle savoiarde e del Delfinato. Un parco di natura selvaggia con camosci, cervi, mufloni, marmotte, aquile reali.
L’itinerario indicato, naturalmente, non è accessibile con l’auto in inverno. Con la neve si possono fare belle escursioni a piedi o con racchette (info: www.montagnedoc.it).

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