La produzione e l’esportazione di vino italiano sono in crescita secondo gli ultimi dati annunciati da Vinitaly, fiera internazionale del vino che si apre il 29 marzo a Verona. Una recente ricerca curata dalla stessa fiera, su un campione di 50 aziende nazionali e i dati Istat confermano la buona salute del settore enologico e il crescere dell’interesse verso un mercato che ha anche un impatto nel mondo dei viaggi con il turismo del vino. “L’export 2006 tocca quota 3 miliardi e 200 milioni di euro, secondo i più recenti dati Istat”, ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale Veronafiere. “Ciò significa che in termini di valore è cresciuto di oltre il 6-7 per cento sull’anno precedente. Già il Vinitaly 2006 segnalava che il mercato era in forte ripresa. Il 2007 si preannuncia altrettanto interessante”. Vinitaly ha sondato gli animi dei produttori con una ricerca su un campione di 50 aziende, chiedendo loro una percezione dell’andamento attuale del mercato e previsioni per i prossimi mesi. Le risposte sono state positive, in particolare per l’export che vede Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia e Canada tra i primi paesi interessati al nostro vino. La crescita coinvolgerebbe tutte le fasce di prezzo, da quella medio-bassa sino alle bottiglie più costose.
Cresce – come è stato segnalato alcune settimane fa a Milano, nel corso della Borsa internazionale del turismo – anche l’interesse di viaggiatori e vacanzieri agli itinerari di visita per cantine e viticolture. L’associazione Città del Vino dimostra, nell’ultimo rapporto elaborato con Censis nel 2006, che i numeri di questo segmento turistico sono di tutto rispetto e che anzi aumentano a un ritmo non trascurabile. In tre anni il numero dei visitatori delle Strade del vino è quasi raddoppiato: 11 mila e 800 nel 2004, 20 mila e 200 nel 2006. Le iniziative organizzate dalle Strade del vino, che sono circa un centinaio in Italia, sono state incrementate e nel 2006 sono state in media 13, più di un evento al mese.
Gli itinerari enologici delle Strade attualmente coinvolgono più di due milioni di operatori. Gli “enoturisti” sarebbero invece 4 milioni, il volume d’affari del fenomeno arriverebbe a 2,5 miliardi di euro. Meno importanti, invece, sono i numeri della spesa che le Strade possono permettersi per la propria attività: 61 mila euro all’anno, quasi 5 mila euro al mese, con una crescita del 10 per cento rispetto al 2004. Fabio Taiti, presidente di Censis Servizi e curatore del rapporto, ha descritto il turismo del vino come “un organismo giovane, con gli squilibri tipici di una crescita tumultuosa ma anche con un enorme potenziale di sviluppo ancora da esprimere”. Alti e bassi, dunque, come la crescita di enoturisti nordamericani, il calo di tedeschi, austriaci e svizzeri; la presenza di clienti molto esperti di vino ma anche di curiosi che conoscono poco il prodotto di vite e cantina In tutti i casi, il 51 per cento dei visitatori è interessato a un’offerta enogastronomica. “Si prospetta per il turismo del vino italiano uno scenario di nuovo dinamismo e grande sviluppo, tra selezione delle destinazioni elitarie e decollo dei nuovi territori”, ha detto Taiti.