Domenica 5 Maggio 2024 - Anno XXII

Spigolando tra turismo e dintorni

Sapevate che… Le compagnie aeree si stanno adeguando alle disposizioni comunitarie europee che impongono di pubblicare/pubblicizzare le tariffe “tutto compreso”?Ha cominciato MyAir pubblicizzando importi “tutto compreso” includenti, oltre il volo, le tasse e tanti altri ammennicoli. Il risultato ovviamente non cambia ma quantomeno si evita l’incacchiatura di partire da una tariffa di 00,01 euro e ritrovarsene da pagare (almeno) una settantina.Sapevate che… Clikkando online si rischia pure l’infarto?Eh si, ad esempio leggendo il Corriere.it online e schiacciando il ditino sulla riga “prenota direttamente il Danieli”. Il costo minimo della doppia (bassa stagione e finito il Carnevale) è 647 €, beninteso … Leggi tutto

Sapevate che… Le compagnie aeree si stanno adeguando alle disposizioni comunitarie europee che impongono di pubblicare/pubblicizzare le tariffe “tutto compreso”?
Ha cominciato MyAir pubblicizzando importi “tutto compreso” includenti, oltre il volo, le tasse e tanti altri ammennicoli. Il risultato ovviamente non cambia ma quantomeno si evita l’incacchiatura di partire da una tariffa di 00,01 euro e ritrovarsene da pagare (almeno) una settantina.

Sapevate che… Clikkando online si rischia pure l’infarto?
Eh si, ad esempio leggendo il Corriere.it online e schiacciando il ditino sulla riga “prenota direttamente il Danieli”. Il costo minimo della doppia (bassa stagione e finito il Carnevale) è 647 €, beninteso digiuni, perché la prima colazione costa (sempre beninteso, a cranio) 50 €. Sistole e diastole aumentano vieppiù soltanto a leggere il costo della suite, 2.800 € (sempre beninteso che chi ci va si porti la “schiscetta”, sennò, per “lu magnare”, nel senso di solo breakfast, 50 € in più, a cranio). Tenera, infine, la voce “le quote comprendono”, nella quale è appunto compresa “anche” una “piantina della città”. Piantina che – visti i sullodati prezzi invero un filino arditi – più che una piantina dovrebbe essere un Baobab.  

Milano
Milano

Sapevate che… Tra smog e polveri sottili i Soliti Noti (di tutti i colori, politici) continuano a prenderci per il sedere?
Adesso hanno pensato bene di lasciare a piedi un’intera area geografica, la “bossiana” Padania, impedendo l’uso dell’auto per un giorno intero (domenica 25 febbraio). Premesso che bloccare le auto la domenica è come pisciare nel mare (lo scrittore di questa rubrica da anni controlla attentamente quante auto passano sottocasa e ha scoperto che non c’è differenza tra le domeniche Sì e le domeniche No) non resta che definire demagogica, finta, improduttiva, inutile questa manovra che è solo cinica (salvi la faccia, mentre vecchi e bambini continuano a ritrovarsi coi bronchi devastati). Ma il discorso è un altro: possibile che nessuno, si ripete, nessuno (giornali, mezzibusto tivù ecc ecc) – invece di fingere sgomento e preoccupazione – non dica una volta per tutte che con tutti quei maledetti interessi in ballo (benzina, auto con carburanti alternativi, commercio, trasporti ecc ecc) nessuno ha voglia di giocarsi la poltrona tentando di risolvere il problema?

Sapevate che… In Italia è scomparso pure il Carnevale?
Eh sì, insieme a tante altre belle tradizioni di una volta è finito nel dimenticatoio anche il Carnevale, inteso come Festa di Popolo, della Gente.
Salvo rarissime eccezioni (ma più che altro si tratta di sfilate di carri pagati dall’Apt o Ept che dir si voglia – tanto, nel Belpaese cambiano i nomi ma tutto resta come prima – per far contenti le locali famigliole con bambini o provenienti da località vicine) non v’è più quella partecipazione corale, con manifestazioni di massa (ricordate i veglioni?) grandi bevute, mangiate e quant’altro era permesso dal “Semel in Anno”. Feste carnascialesche, tanto per spiegarci, come il Carnevale nella Ruhr e nella Baviera (dove ai primi di gennaio  “smontano” un museo per “montare” colossali veglioni o i sindaci consegnano le chiavi della città a generosi birrai).
Qui, nel Belpaese, tutto il Carnevale (almeno per i Tiggì della Rai) consiste in due damine e un cicisbeo ripresi tra piazza San Marco e il Ponte dei Sospiri.
Bellissimi costumi, ma quanta freddezza (e la sensazione che tutto faccia parte di uno stratagemma per tenere in vita qualcosa ormai affossato … pure questo).

Sapevate che… Sempre qui da noi è stata aperta la prima Casa Mortuaria?
L’idea è venuta alla Onoranze Funebri San Siro. E si tratta di una novità per il Belpaese, come segnalato dall’impresa milanese nella pubblicità a tutta pagina sul maggiore quotidiano meneghino. Nel resto dell’Europa questi posti ove portare i Cari Estinti e ivi allestire per Loro accettabili esequie – invece di tenerseli in casa o sbatterli in squallidi obitori – sono numerosi. In Spagna, all’ingresso in molte città si legge sovente la scritta Tanatorio (dall’antico greco, Tanatòs, morte) su edifici oltretutto dai colori vivaci e architettura non grave, funerea. Negli Usa, poi, queste Case non differiscono di molto dalle stravaganti cappelle di Las Vegas in cui si celebrano i matrimoni. Sulla novità il viceministro Fisco (anzi, Visco, si tratta di un refuso freudiano) ha mostrato un certo interesse, non nascondendo la possibilità di una Tassa sull’Entrata (dei parenti, nella Casa Mortuaria) e di una Tassa sull’Uscita (del Defunto,  sconto 10% se over 90).  

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Il preservativo firmato NYC
Il preservativo firmato NYC

Sapevate che… A un anno dall’annuncio, la città di New York ha messo in distribuzione preservativi con il marchio ufficiale della Grande Mela?
La stessa operazione sarebbe un filino difficile a Milano (o in qualsiasi altra città del Belpaese) e per realizzarla occorrerebbero decenni. Dopo qualche lustro di discussioni accademiche e teologali si passerebbe al concreto, ma nascerebbero altre dispute e litigi: sulle dimensioni del preservativo, su come venderli, se fabbricarli con l’ “apertura a sinistra” o a destra, non escludendo un compromesso finale “bipartisan” di produrli con un buco in mezzo ….

Sapevate che… Il Corriere della Sera (a proposito di parolacce) continua con la solita ipocrisia?
Eh sì, vedi il caso di Franca Rame che rivolgendosi al ministro Parisi gli ha detto (così ha scritto testualmente il Corriere “ca..one”. Ipocrisia, e meglio i “bip cancellatori” in tivù piuttosto che tre lettere su sette con due puntini in mezzo. Perché, così scrivendo, tutti, pure i bambini (e ci aggiungi il piacere di scoprire tu, furbescamente, qualcosa di trasgressivo) arrivano a capire cosa vuol dire quel “ca..one” nato dalla “prudèrie” del quotidiano. “Ca..one” che, a scanso di equivoci, non voleva dire: canzone o calzone o carbone o cartone o cantone o cannone o cappone. 

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