Semplici architetture e affreschi “itineranti”
Ma la Val Maira è ad ogni angolo uno scrigno colmo di tesori e beni preziosi che in ogni borgata, sui pendii scoscesi o lungo i ridenti corsi d’acqua, rivela meraviglie e splendidi panorami. Così per lo meno si presenta la vallata al visitatore che percorra, attento e rilassato, il vasto e articolato territorio che dalla ricca e variegata plaga buschese arriva fino al cospetto dell’imponente mole dello Chambeyron, sul confine con la Francia.
L’architettura valliva si distingue per la sua semplicità ed essenzialità, ma ci si può perdere facilmente anche in piccoli gioielli d’arte di architettura rurale, tra un affresco del Quattrocento, un campanile gotico, una facciata a vela o una colonna rotonda, tra le tipiche “têtes coupées” o gli affreschi di pittori itineranti. Un viaggio singolare ed esclusivo che può portare anche alla scoperta di piccoli ma straordinari musei, luoghi di raccolta di oggetti che richiamano arcaici mestieri ormai scomparsi, simbolo duraturo e costante di montanari indubbiamente dotati di tanta inventiva, fantasia e pratica creatività.
Antichi venditori di “acciughe” e di “capelli”!
Una curiosità: in passato, per riuscire a sopravvivere e a fornire sostentamento alle numerose famiglie nei periodi invernali, nei quali non era possibile lavorare la terra e pascolare il bestiame, gli abitanti della Val Maira si sono distinti per l’invenzione di due mestieri particolari: gli “acciugai” – ovvero commercianti di acciughe e prodotti sottosale che si spostavano principalmente in Liguria o in Francia per acquistare la merce e rivenderla in valle – e i “cavié”, che andavano di casa in casa per raccogliere i capelli che le donne vendevano, per poi selezionarli per colore, lunghezza, consistenza e realizzare con il coinvolgimento dell’intera comunità parrucche, vendute all’epoca anche in Inghilterra per soddisfare il mercato fiorente dell’aristocrazia dei Lord.
Ad Elva, paese di Hans Clemer, è possibile visitare il “Museo di Pels” (Museo dei capelli) luogo ideale per scoprire il mestiere itinerante dei “pelassiers”, che diffuse il nome di Elva in tutta Europa.
La sapienza degli antichi mestieri rivive ancora oggi nelle botteghe artigiane del legno, del ferro battuto e della pietra, ma anche e soprattutto nei sapori inconfondibili della cucina proposta da trattorie, locande e agriturismi; una cucina a base di prodotti semplici e genuini come il pane cotto nel forno a legna, la polenta, le “raviolas” (gnocchi di patate), la selvaggina, i formaggi d’alpeggio, i liquori prodotti con erbe officinali.
In tutta la valle è praticato tuttora l’alpeggio, con l’affidamento delle vacche al “margà”, il margaro che le accudisce fino alla fine dell’estate. La Comunità occitana, disseminata di antichi borghi di pietra intatti e splendidamente conservati, è conosciuta anche per la sua musica tradizionale.
Trekking con “Sherpa” al seguito
Infine, per muoversi comodamente a piedi ma senza bagagli, in valle esiste un comodo servizio, lo “SherpaBus”, un’attività iniziata dieci anni fa grazie all’intuizione di Gianni Pilotto, un abitante della Comunità Montana, che offre agli escursionisti il trasporto dei bagagli per poter affrontare gli innumerevoli sentieri a disposizione con minor peso possibile sulle spalle, tra un posto tappa e l’altro. Il servizio offre naturalmente anche il trasporto dei turisti che non se la sentono di affrontare il trekking giornaliero, permettendo loro di ricongiungersi alla comitiva nella tappa successiva.
Ecco alcuni dei motivi per i quali questo territorio regalerà certamente al turista amante della montagna, un’esperienza indimenticabile che lo coinvolgerà, lo appassionerà e sicuramente riuscirà ad emozionarlo.
I panorami sono sempre diversi; qui si respira ancora un’atmosfera fuori dal tempo, non artefatta, ma autentica e sorprendente.
Tutto questo e altro ancora è la Val Maira. Non resta che scoprirla!